Licenziamento per "giusta causa" per un "mi piace" messo ad un commento su facebook.
WSI - E’ costato caro a due dipendenti della Piaggio lo sfogo violento su Facebook in calce a una fotografia del presidente del consiglio, Matteo Renzi, e di alti dirigenti dell’azienda di Pontedera. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Tirreno, infatti, una delle due donne è stata già licenziata, e un’altra lettera di licenziamento potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Facciamo un passo indietro. Tutto inizia il 23 aprile scorso, quando Renzi viene ricevuto dal presidente Roberto Colaninno per festeggiare i 70 anni della Piaggio. È allora che una dipendente condivide sul suo profilo Facebook l’articolo del Tirreno sulla visita del premier. Poco dopo arriva il commento della collega: “Ammazziamoli tutti questi bastardi”. Commento apprezzato con un “mi piace” dalla persona che aveva condiviso la notizia. Ma gli insulti non sono passati inosservati, come ricostruito dal quotidano toscano.
Secondo la ricostruzione del Tirreno, trascorre qualche giorno e la titolare del profilo Facebook su cui era apparsa la notizia viene convocata dall’azienda, durante l’orario di lavoro. L’ammoniscono circa il suo “mi piace” al commento incriminato della collega e le consegnano una lettera di contestazione. Seguita, a distanza di alcuni giorni, da un’altra comunicazione: il licenziamento “per giusta causa”. Nel frattempo, anche l’autrice del commento, non al lavoro perché in malattia, riceve una lettera di contestazione. Con tanto di foto allegate che mostrano la sua frase sotto al post della compagna di lavoro e il “mi piace” cliccato da quest’ultima.
Intanto i sindacati si stanno già muovendo per capire se c’è un modo di alleggerire le posizioni delle due dipendenti. Sta di fatto che l’episodio sembra avere tutte le caratteristiche di un sistema di controlli da regime. E che forse bisognerebbe stare attenti in futuro a quanto si scriverà su Facebook: alert piuttosto inquietante, visto che si parla di Italia come di un paese democratico.
WSI - E’ costato caro a due dipendenti della Piaggio lo sfogo violento su Facebook in calce a una fotografia del presidente del consiglio, Matteo Renzi, e di alti dirigenti dell’azienda di Pontedera. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Tirreno, infatti, una delle due donne è stata già licenziata, e un’altra lettera di licenziamento potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Facciamo un passo indietro. Tutto inizia il 23 aprile scorso, quando Renzi viene ricevuto dal presidente Roberto Colaninno per festeggiare i 70 anni della Piaggio. È allora che una dipendente condivide sul suo profilo Facebook l’articolo del Tirreno sulla visita del premier. Poco dopo arriva il commento della collega: “Ammazziamoli tutti questi bastardi”. Commento apprezzato con un “mi piace” dalla persona che aveva condiviso la notizia. Ma gli insulti non sono passati inosservati, come ricostruito dal quotidano toscano.
Secondo la ricostruzione del Tirreno, trascorre qualche giorno e la titolare del profilo Facebook su cui era apparsa la notizia viene convocata dall’azienda, durante l’orario di lavoro. L’ammoniscono circa il suo “mi piace” al commento incriminato della collega e le consegnano una lettera di contestazione. Seguita, a distanza di alcuni giorni, da un’altra comunicazione: il licenziamento “per giusta causa”. Nel frattempo, anche l’autrice del commento, non al lavoro perché in malattia, riceve una lettera di contestazione. Con tanto di foto allegate che mostrano la sua frase sotto al post della compagna di lavoro e il “mi piace” cliccato da quest’ultima.
Intanto i sindacati si stanno già muovendo per capire se c’è un modo di alleggerire le posizioni delle due dipendenti. Sta di fatto che l’episodio sembra avere tutte le caratteristiche di un sistema di controlli da regime. E che forse bisognerebbe stare attenti in futuro a quanto si scriverà su Facebook: alert piuttosto inquietante, visto che si parla di Italia come di un paese democratico.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.