domenica, maggio 08, 2016
Amnesty International ha rinnovato l'appello affinché Yecenia Armenta Graciano, arrestata nel luglio 2012 dalla polizia locale dello stato di Sinaloa, nel Messico settentrionale, sia rilasciata senza ulteriore ritardo.  

Amnesty - Subito dopo l'arresto, la donna venne stuprata, soffocata e appesa a testa in giù fino a quando non confessò l'assassinio del marito. Da allora è in carcere. Le sue dichiarazioni, estorte con la tortura, hanno costituito l'unica prova presentata a suo carico durante il processo, che si avvia alla fase finale. Il 5 maggio, il capo della procura di Sinaloa - la stessa autorità responsabile delle torture - deve trasmettere al giudice del processo la richiesta di condanna o di proscioglimento nei confronti di Yecenia Armenta Graciano.

"Yecenia è una delle migliaia di vittime di un sistema giudiziario che troppo spesso si basa su confessioni estorte con la tortura per emettere condanne" - ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International.

"La decisione dev'essere una sola. Yecenia dev'essere rilasciata immediatamente e senza alcuna condizione e dev'essere avviata un'inchiesta urgente per assicurare alla giustizia coloro che l'hanno torturata. Non farlo, vorrebbe dire che in Messico la polizia può torturare chiunque perché confessi un reato senza alcuna conseguenza" - ha concluso Guevara-Rosas.

Dal 2015, nell'ambito della campagna "Stop alla tortura", Amnesty International Italia conduce una campagna di raccolta firme per il rilascio di Yecenia Armenta Graciano.

Il 4 maggio, le oltre 45 mila firme raccolte in Italia, sono state inviate via email al Capo della Procura di Sinaloa con la richiesta urgente di pronunciarsi per il proscioglimento di Yecenia e una copia delle stesse è stata fatta pervenire all'Ambasciata del Messico in Italia.


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