mercoledì, maggio 25, 2016
Dall’udienza generale del mercoledì, il Santo Padre continua le sue catechesi attualizzando le parabole evangeliche. Oggi affronta il tema del “giudice iniquo e la vedova importuna”.

di Dario Cataldo

Un esempio calzante per enfatizzare un dono che Dio ha concesso agli uomini come ponte tra l’umano e il divino. Mediante suo Figlio, che ha insegnato il valore della preghiera, il Pontefice si sofferma sui benefici di una comunione con il Signore attraverso l’orazione. Il giudice in questione è di notevole fama, potente ma iniquo e senza scrupoli. Come spiega il Vicario di Cristo: “A lui si rivolge una vedova per avere giustizia. Le vedove, insieme agli orfani e agli stranieri, erano le categorie più deboli della società".

La società ebraica - come altre di stampo arcaico - trattava le donne come un mero oggetto utile alla continuazione della specie e priva di ogni diritto di replica. Come ribadisce Bergoglio: "I diritti assicurati loro dalla Legge potevano essere calpestati con facilità perché – prosegue Francesco – essendo persone sole e senza difese, difficilmente potevano farsi valere: una povera vedova, lì, sola, nessuno la difende, potevano ignorarla, anche non darle giustizia; così anche l’orfano, così lo straniero, il migrante. Lo stesso! Di fronte all’indifferenza del giudice, la vedova ricorre alla sua unica arma: continuare insistentemente a importunarlo, presentandogli la sua richiesta di giustizia. E proprio con questa perseveranza raggiunge lo scopo. Il giudice, infatti, a un certo punto la esaudisce, non perché è mosso da misericordia, né perché la coscienza glielo impone; semplicemente ammette: “Dato che questa vedova mi dà fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”.

Da questa parabola Gesù trae spunto per sottolineare che se un giudice privo di misericordia concede la giustizia per sfinimento, Dio “che è Padre buono e giusto, farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui. Da qui l’importanza della preghiera, continua e incessante".

Dichiara Papa Francesco: “Essa aiuta a conservare la fede in Dio, ad affidarci a Lui anche quando non ne comprendiamo la volontà. In questo, Gesù stesso – che pregava tanto! – ci è di esempio. La Lettera agli Ebrei ricorda che – così dice - "nei giorni della sua vita terrena Gesù offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, viene esaudito". A prima vista – continua il Papa – questa affermazione sembra inverosimile, perché Gesù è morto in croce. Eppure la Lettera agli Ebrei non si sbaglia: Dio ha davvero salvato Gesù dalla morte dandogli su di essa completa vittoria, ma la via percorsa per ottenerla è passata attraverso la morte stessa”.

Inoltre, in riferimento alla supplica che Dio ha esaudito, il Successore di Pietro rimanda “alla preghiera di Gesù nel Getsemani. Assalito dall’angoscia incombente, Gesù prega il Padre che lo liberi dal calice amaro della passione, ma la sua preghiera è pervasa dalla fiducia nel Padre e si affida senza riserve alla sua volontà: "Però – dice Gesù – non come voglio io, ma come vuoi tu". L’oggetto della preghiera passa in secondo piano; ciò che importa prima di tutto è la relazione con il Padre. Ecco cosa fa la preghiera: trasforma il desiderio e lo modella secondo la volontà di Dio, qualunque essa sia, perché chi prega aspira prima di tutto all’unione con Dio, che è Amore misericordioso”.

La parabola termina con una speranza travestita da un interrogativo: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. Conclude il Papa con una sollecitazione: “E’ la preghiera che conserva la fede, senza di essa la fede vacilla! Chiediamo al Signore una fede che si fa preghiera incessante, perseverante, come quella della vedova della parabola, una fede che si nutre del desiderio della sua venuta. E nella preghiera sperimentiamo la compassione di Dio, che come un Padre viene incontro ai suoi figli pieno di amore misericordioso. Grazie!”


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa