giovedì, maggio 19, 2016
Il Santo Padre, durante l'omelia mattutina a Santa Marta ammonisce con forza e coraggio: "Chi accumula ricchezze con sfruttamento, lavoro in nero, contratti ingiusti, è una sanguisuga che rende schiava la gente".

di Dario Cataldo

Come al solito non ha peli sulla lingua Papa Francesco. Nell'omelia durante la Celebrazione Eucaristica a Santa Marta, il Pontefice accende i riflettori su una piaga del nostro Paese. "Il sangue di chi è sfruttato nel lavoro - denuncia il Papa - è un grido di giustizia al Signore. Lo sfruttamento del lavoro, nuova schiavitù, è un peccato mortale. Le ricchezze in se stesse sono buone, ma sono relative. Vanno messe al giusto posto".

Secondo Francesco "non si puo' vivere per le ricchezze. E' più importante un bicchiere di acqua nel nome di Gesù che tutte le ricchezze accumulate con lo sfruttamento della gente".

Ritorna anche sul problema dei migranti, anche loro vittime del lavoro nero e isolamento. "Non prevalgano malintesi e paure. Il momento presente ci chiama ad assisterli". Inoltre, in occasione dell'incontro con nuovi ambasciatori presso la Santa Sede, il Successore di Pietro ha spronato i cittadini a "diventare artigiani di pace; molte persone tendono ad isolarsi di fronte alla durezza della realtà perché hanno paura del terrorismo o temono che il crescente afflusso di migranti cambi radicalmente la loro cultura, la loro stabilità economica e il loro stile di vita. Questi timori - conclude il Vicario di Cristo - devono essere affrontati con saggezza e compassione, così che i diritti e i bisogni di tutti vengano rispettati e sostenuti".

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