Situazione sempre più difficile in Venezuela, dove il presidente Nicolas Maduro – dopo aver decretato lo stato d’emergenza – ho ordinato l’occupazione delle fabbriche.
Radio Vaticana - Manifestazioni dell’opposizione al governo in tutto il Venezuela, mentre la Chiesa è impegnata a favorire il dialogo e la riconciliazione nel Paese. Il servizio di Alessandro Gisotti: ascolta
Sempre più tesa la situazione in Venezuela per lo scontro tra governo e opposizione. Il presidente Maduro ha decretato ieri lo stato d’emergenza per 60 giorni ed ha ordinato l’occupazione delle fabbriche che hanno interrotto la produzione. Il Venezuela è tra i Paesi con maggiori riserve petrolifere al mondo. Intanto, il vice-presidente Isturiz ha annunciato che nonostante i 2 milioni di firme raccolte non si terrà alcun referendum per la revoca di Maduro che, in un discorso televisivo, ha accusato gli Stati Uniti di ordire un golpe contro il suo governo.
L'erede di Hugo Chavez, in risposta a queste presunte minacce, ha ordinato manovre militari senza precedenti per preparare le truppe ad un’eventuale invasione o rivolta interna. Grave anche la situazione dei dipendenti pubblici la cui settimana lavorativa è stata ridotta a due giorni per problemi di approvigionamento elettrico. In questa situazione sempre più caotica, non cessa l’impegno della Chiesa per la riconciliazione.
Nei giorni scorsi, il cardinale Parolin – rispondendo alle domande dei giornalisti – aveva dichiarato che mons. Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, si sarebbe recato in Venezuela, seppur per un’ordinazione episcopale e non formalmente per la situazione nel Paese. A inizio maggio, invece, padre Lombardi aveva confermato la notizia che Papa Francesco aveva scritto a Maduro, iniziativa che faceva seguito all’impegno per favorire il dialogo della Chiesa locale e del nunzio in Venezuela, mons. Aldo Giordano.
Radio Vaticana - Manifestazioni dell’opposizione al governo in tutto il Venezuela, mentre la Chiesa è impegnata a favorire il dialogo e la riconciliazione nel Paese. Il servizio di Alessandro Gisotti: ascolta
Sempre più tesa la situazione in Venezuela per lo scontro tra governo e opposizione. Il presidente Maduro ha decretato ieri lo stato d’emergenza per 60 giorni ed ha ordinato l’occupazione delle fabbriche che hanno interrotto la produzione. Il Venezuela è tra i Paesi con maggiori riserve petrolifere al mondo. Intanto, il vice-presidente Isturiz ha annunciato che nonostante i 2 milioni di firme raccolte non si terrà alcun referendum per la revoca di Maduro che, in un discorso televisivo, ha accusato gli Stati Uniti di ordire un golpe contro il suo governo.
L'erede di Hugo Chavez, in risposta a queste presunte minacce, ha ordinato manovre militari senza precedenti per preparare le truppe ad un’eventuale invasione o rivolta interna. Grave anche la situazione dei dipendenti pubblici la cui settimana lavorativa è stata ridotta a due giorni per problemi di approvigionamento elettrico. In questa situazione sempre più caotica, non cessa l’impegno della Chiesa per la riconciliazione.
Nei giorni scorsi, il cardinale Parolin – rispondendo alle domande dei giornalisti – aveva dichiarato che mons. Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, si sarebbe recato in Venezuela, seppur per un’ordinazione episcopale e non formalmente per la situazione nel Paese. A inizio maggio, invece, padre Lombardi aveva confermato la notizia che Papa Francesco aveva scritto a Maduro, iniziativa che faceva seguito all’impegno per favorire il dialogo della Chiesa locale e del nunzio in Venezuela, mons. Aldo Giordano.
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