sabato, maggio 07, 2016
È il primo sindaco di fede musulmana per la capitale britannica. Ma il tonfo dei laburisti in Scozia, con uno dei peggiori risultati di sempre, e il calo in Inghilterra mettono in salita la vittoria alle politiche del 2020. In discussione la leadership di Corbyn, che però non si dimette.

Il laburista Sadiq Khan, 45 anni, figlio di immigrati pakistani musulmani, è il nuovo sindaco di Londra. Oltre 24 ore dopo la chiusura dei seggi, è arrivata la proclamazione ufficiale. Khan ha staccato il conservatore Zac Goldsmith di più di 300mila voti, un margine del 13,6%. Subito dopo il primo sindaco di fede islamica della più grande metropoli europea ha definito il suo successo come la vittoria "della speranza sulla paura e dell'unità sulle divisioni".

Sadiq Khan succede al conservatore Boris Johnson, da tempo proiettato nella politica nazionale, in chiave Brexit, con il primo ministro David Cameron.

La vittoria nella capitale (salutata dall'hashtag "#YesWeKhan" dal leader Labour, Corbyn), è però in controtendenza con il risultato del partito nel resto del Regno Unito.

I laburisti hanno ottenuto risultati disastrosi in Scozia, ormai ex feudo storico, con il il 9,2% dei voti in meno rispetto alle elezioni del 2011. Il terzo posto, dietro agli indipendentisti dello Scottish National Party (Snp) ed ai conservatori, costituisce un chiaro segnale di allarme per il partito in vista delle elezioni del 2020, mentre la leadership dell'esponente radicale Corbyn, che solo a settembre trionfò alle primarie, sembra già in discussione.

Anche in Inghilterra l’arretramento Labour c’è stato, ma meno vistoso: rimane, a livello locale, il primo partito. Ma non si è votato in tutto il paese, cosicché sia difficile stabilire quanto effettivamente possa aver perso il partito in un'area notoriamente a preferenza Tory.

In Galles, infine, i laburisti hanno perso il 7,6% dei consensi, ma resteranno il primo partito. Magra consolazione, dal momento che si tratta di un piccolo territorio e un modesto bacino di voti.

Secondo la BBC, si tratterebbe del “peggior risultato possibile per il Labour”, mentre i dirigenti del partito comincerebbero a farsi delle domande sull'effettivo potenziale elettorale del leader Corbyn, di fronte al quale si presentano diversi scenari. Difficilmente potrà avvenire una fronda interna entro il 2017: come ha spiegato il deputato Tom Watson, Corbyn ha bisogno di tempo. Se i sondaggi non dovessero migliorare però, di fronte al rischio concreto di dover rimandare qualsiasi velleità elettorale al lontano 2025, allora la situazione potrebbe cambiare repentinamente.

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