sabato, giugno 04, 2016
Oggi in Vaticano è stato firmato un documento in cui si afferma che "la schiavitù moderna, la tratta degli esseri umani, il lavoro forzato, la prostituzione, il traffico di organi, sono crimini contro l'umanità". Alla Chiesa un invito: "mettersi nella politica perché tra le più alte forme dell'amore e della carità".

di Dario Cataldo

Come ormai consuetudine, quando si tratta di metterci la faccia, Papa Francesco non si tira indietro. Chiamatelo progressista, poco avvezzo al protocollo cerimoniale, ma quanto è diretto nelle sue faccende. La dichiarazione che ha stata sottoscritto, congiuntamente ai magistrati provenienti da tutto il mondo al termine del summit su 'Tratta delle persone e crimine organizzato', pone ben pochi dubbi sull'importanza del prossimo nel suo Pontificato.

Un summit dei giuristi in Vaticano che non lascia speranza al fraintendimento. In riferimento al Papa emerito e al suo pregevole operato, continua dicendo che: "Benedetto XVI definiva questi crimini di lesa umanità e debbono essere riconosciuti come tali da tutti i leader religiosi, politici, sociali". Fondamentale per la riuscita delle operazioni è la comunione d'intenti. Per il Santo Padre, occorre operare insieme, "in comunione, per aprire una breccia per un nuovo cammino di giustizia che punti alla promozione della dignità umana, della libertà, della responsabilità e della felicità. In definitiva della pace".

Inoltre, come se non bastasse, lancia un chiaro messaggio alla Chiesa, che secondo il Pontefice "è chiamata a compromettersi. Si dice che la Chiesa non debba mettersi nella politica, la chiesa deve mettersi nella politica alta". Citato Paolo VI - uomo dall'invidiabile acume e perspicacia - dichiara Bergoglio che: "la politica è una delle più alte forme dell'amore, della carità".


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