Quasi all’unanimità il Bundestag, il parlamento tedesco, ha approvato oggi la risoluzione che definisce come genocidio il massacro degli armeni da parte dell'Impero Ottomano, avvenuto tra il 1915 e il 1916.
Radio Vaticana - La risoluzione, che è stata adottata con un solo voto contrario e un astenuto, rischia di raffreddare i rapporti tra Berlino e la Turchia, che ha già richiamato ad Ankara il proprio ambasciatore in Germania. Sentiamo Giancarlo La Vella: ascolta
Non vogliamo mettere la Turchia sotto accusa, ma riconoscere che la riconciliazione è possibile solo se i fatti accaduti vengono riconosciuti. Questo il commento del capogruppo dei Cristiano democratici sulle sofferenze subite da 1 milione e mezzo di armeni, espulsi e uccisi.
Parole chiare e nette di fronte alla posizione negazionista dei governi turchi dopo la fine dell'Impero Ottomano. Non fa eccezione la Turchia di oggi. Dopo aver richiamato per consultazioni l’ambasciatore a Berlino, il presidente Erdogan ha parlato di serie conseguenze nei rapporti economici e militari tra Ankara e Berlino. I tedeschi pensino all’olocausto e non agli armeni – ha aggiunto il ministro della Giustizia, Bozdag.
La cancelliera Merkel minimizza: “Con Ankara rapporti solidi, ma idee diverse”. Il timore è che ad andarci di mezzo sia proprio il recente accordo tra Turchia e Unione Europea sulla crisi dei migranti. Dalla sua, l’Armenia ha accolto con soddisfazione il voto del Bundestag, ma rimane in attesa della dichiarazione più importante: quella della Turchia. Venti Paesi, tra i quali Italia, Francia e Russia hanno già riconosciuto il genocidio degli armeni.
Radio Vaticana - La risoluzione, che è stata adottata con un solo voto contrario e un astenuto, rischia di raffreddare i rapporti tra Berlino e la Turchia, che ha già richiamato ad Ankara il proprio ambasciatore in Germania. Sentiamo Giancarlo La Vella: ascolta
Non vogliamo mettere la Turchia sotto accusa, ma riconoscere che la riconciliazione è possibile solo se i fatti accaduti vengono riconosciuti. Questo il commento del capogruppo dei Cristiano democratici sulle sofferenze subite da 1 milione e mezzo di armeni, espulsi e uccisi.
Parole chiare e nette di fronte alla posizione negazionista dei governi turchi dopo la fine dell'Impero Ottomano. Non fa eccezione la Turchia di oggi. Dopo aver richiamato per consultazioni l’ambasciatore a Berlino, il presidente Erdogan ha parlato di serie conseguenze nei rapporti economici e militari tra Ankara e Berlino. I tedeschi pensino all’olocausto e non agli armeni – ha aggiunto il ministro della Giustizia, Bozdag.
La cancelliera Merkel minimizza: “Con Ankara rapporti solidi, ma idee diverse”. Il timore è che ad andarci di mezzo sia proprio il recente accordo tra Turchia e Unione Europea sulla crisi dei migranti. Dalla sua, l’Armenia ha accolto con soddisfazione il voto del Bundestag, ma rimane in attesa della dichiarazione più importante: quella della Turchia. Venti Paesi, tra i quali Italia, Francia e Russia hanno già riconosciuto il genocidio degli armeni.
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