LAlleanza Atlantica era nata come il baluardo voluto dall'occidente per difendere la nazioni libere contro il pericolo sovietico: ''Si vis pacem, para bellum''. Tuttavia, caduto il muro di Berlino, la sua massima preoccupazione sembra non essere più difendere la libertà ma accrescere le tensioni e allontanare la pace favorendo il riarmo.
di Patrizio Ricci
Sembra che la Nato assumerà un ruolo attivo nella lotta contro Isis in appoggio alle forze armate irachene. Tuttavia, il primo pericolo per i massimi vertici della NATO, è la Russia. L'Alleanza Atlantica, nel bene e sopratutto nel male, è sempre più aggressiva e sempre più al di fuori dei propri compiti di auto-difesa. Il dato, mentre tutta l'attenzione della Nato si concentra su Mosca, è che è la Russia e non la Nato ad aver iniziato una vera guerra contro l'Isis: nella sua operazione iniziata l'ottobre scorso, in pochi mesi la Russia aveva già inflitto all'ISIS più danni di due anni di operazioni militari occidentali contro lo Stato Islamico.
La Nato era stata pensata come uno strumento per difendere l'occidente dall'aggressività sovietica, allora pericolosa sopratutto per la sua ideologia. Purtroppo, dall'intervento in Serbia in poi, da strumento per mantenere la pace e la libertà, è diventata un mezzo utile solo alla politica estera USA (che condiziona duramente anche la politica europea). Alle continue esortazioni di Mosca di collaborazione contro il terrorismo globale e di de-potenziamento della crisi ucraina, la Nato ha ormai imboccato decisamente la strada del riarmo e dell'allargamento ad est, ormai abbondantemente completato con il posizionamento di nuove basi.
Lo scopo è chiaramente accrescere le tensioni. Tradotto, tutto questo vuol dire solo una cosa: la Nato è un organismo che attua una sua politica autonoma all'interno dell'Europa. Rappresenta le multinazionali delle armi, gli interessi globali degli Stati Uniti, a cui interessa più che salvaguardare, salvaguardarsi.
L'attivismo della Nato si è manifestato principalmente nella crisi ucraina. In quest'occasione ha fatto di tutto per esasperare le tensioni. Da un approccio ai problemi oggettivo, si è abbracciato la logica delle alleanze. La giustezza delle posizioni sono diventate così 'a prescindere'. Da allora le azioni sono state più che eloquenti: anzichè rassicurare la Russia, la Nato ha dislocato il sistema missilistico Aegis e le sue basi missilistiche sono sempre più vicine ai confini russi.
Ultima in ordine temporale l'improvvida decisione di lanciare l'operazione 'Anaconda', una esercitazione su larga scala effettuata sul territorio polacco. Il numero di uomini coinvolti, 30.000 è impressionante: è la più grande esercitazione dal dopoguerra. E' in corso ad un mese dall'altra imponente esercitazione, la Trident Juncture, svoltasi con mezzi navali, nel Mediterraneo. Entrambe ipotizzano un attacco russo. Visto l'impiego di mezzi, il pericolo sarebbe più concreto di quando in Russia governava la dittatura comunista.
Il mezzo militare è uno strumento ma sembra non sia così, perciò preoccupa sopratutto l'estrema subordinazione della politica europea al volere atlantista. Sembra infatti che la UE ratifichi pedissequamente le decisioni già prese in ambito Nato. Emblematico l'esempio della Germania che ha ridefinito la sua dottrina di difesa: la Russia è annoverata tra le principali minacce globali ed è stata derubricata da ‘partner' a ‘avversario'. Insolito anche il posizionamento del prossimo vertice NATO (in cui si dovrebbero prendere le decisioni politiche sulla futura fisionomia della Nato). Si terrà a Varsavia l'8 e 9 Luglio 2016, successivo all'esercitazione Anaconda: già di per sè, è un atto politico.
Berlusconi spingeva addirittura ad integrare la Russia nella Nato... Le immense risorse di una terra straordinariamente ricca ed estesa, saldandosi con il potere industriale e tecnologico europeo avrebbe messo in disparte gli USA: è questo che è stato evitato. Con i soliti modi, basta rileggersi la storia per vedere quali. E' nata per questo la crisi Ucraina che ha fugato forse per sempre l'ulteriore avvicinamento della Russia all'Europa.
Ovvio che in questo contesto, la partecipazione della Nato in Iraq è più che probabile. Al Forum Internazionale per la sicurezza a Ginevra, il Vice segretario - generale della NATO , Alexander Vershbow lo ha preannunciato: "la NATO può essere coinvolta in futuro della lotta contro Daash all'interno della coalizione militare degli Stati Uniti in il Medio Oriente".
Il vice-segretario ha anche aggiunto che il compito della Nato in Iraq probabilmente sarà a lungo termine, dato che c'è la 'richiesta' del governo iracheno perchè la Nato collabori all'addestramento delle forze armate irachene. Insomma una presenza permanente della Nato in medioriente che si aggiunge a quella già cospiqua degli USA. La prospettiva è stata confutata dal segretario generale Stoltenberg: ''il prossimo vertice si terrà in una fase importante per l'Alleanza, in un momento in cui gli interessi di sicurezza europei dell'Atlantico allargano in direzione est e sud."
di Patrizio Ricci
Sembra che la Nato assumerà un ruolo attivo nella lotta contro Isis in appoggio alle forze armate irachene. Tuttavia, il primo pericolo per i massimi vertici della NATO, è la Russia. L'Alleanza Atlantica, nel bene e sopratutto nel male, è sempre più aggressiva e sempre più al di fuori dei propri compiti di auto-difesa. Il dato, mentre tutta l'attenzione della Nato si concentra su Mosca, è che è la Russia e non la Nato ad aver iniziato una vera guerra contro l'Isis: nella sua operazione iniziata l'ottobre scorso, in pochi mesi la Russia aveva già inflitto all'ISIS più danni di due anni di operazioni militari occidentali contro lo Stato Islamico.
La Nato era stata pensata come uno strumento per difendere l'occidente dall'aggressività sovietica, allora pericolosa sopratutto per la sua ideologia. Purtroppo, dall'intervento in Serbia in poi, da strumento per mantenere la pace e la libertà, è diventata un mezzo utile solo alla politica estera USA (che condiziona duramente anche la politica europea). Alle continue esortazioni di Mosca di collaborazione contro il terrorismo globale e di de-potenziamento della crisi ucraina, la Nato ha ormai imboccato decisamente la strada del riarmo e dell'allargamento ad est, ormai abbondantemente completato con il posizionamento di nuove basi.
Lo scopo è chiaramente accrescere le tensioni. Tradotto, tutto questo vuol dire solo una cosa: la Nato è un organismo che attua una sua politica autonoma all'interno dell'Europa. Rappresenta le multinazionali delle armi, gli interessi globali degli Stati Uniti, a cui interessa più che salvaguardare, salvaguardarsi.
L'attivismo della Nato si è manifestato principalmente nella crisi ucraina. In quest'occasione ha fatto di tutto per esasperare le tensioni. Da un approccio ai problemi oggettivo, si è abbracciato la logica delle alleanze. La giustezza delle posizioni sono diventate così 'a prescindere'. Da allora le azioni sono state più che eloquenti: anzichè rassicurare la Russia, la Nato ha dislocato il sistema missilistico Aegis e le sue basi missilistiche sono sempre più vicine ai confini russi.
Ultima in ordine temporale l'improvvida decisione di lanciare l'operazione 'Anaconda', una esercitazione su larga scala effettuata sul territorio polacco. Il numero di uomini coinvolti, 30.000 è impressionante: è la più grande esercitazione dal dopoguerra. E' in corso ad un mese dall'altra imponente esercitazione, la Trident Juncture, svoltasi con mezzi navali, nel Mediterraneo. Entrambe ipotizzano un attacco russo. Visto l'impiego di mezzi, il pericolo sarebbe più concreto di quando in Russia governava la dittatura comunista.
Il mezzo militare è uno strumento ma sembra non sia così, perciò preoccupa sopratutto l'estrema subordinazione della politica europea al volere atlantista. Sembra infatti che la UE ratifichi pedissequamente le decisioni già prese in ambito Nato. Emblematico l'esempio della Germania che ha ridefinito la sua dottrina di difesa: la Russia è annoverata tra le principali minacce globali ed è stata derubricata da ‘partner' a ‘avversario'. Insolito anche il posizionamento del prossimo vertice NATO (in cui si dovrebbero prendere le decisioni politiche sulla futura fisionomia della Nato). Si terrà a Varsavia l'8 e 9 Luglio 2016, successivo all'esercitazione Anaconda: già di per sè, è un atto politico.
Berlusconi spingeva addirittura ad integrare la Russia nella Nato... Le immense risorse di una terra straordinariamente ricca ed estesa, saldandosi con il potere industriale e tecnologico europeo avrebbe messo in disparte gli USA: è questo che è stato evitato. Con i soliti modi, basta rileggersi la storia per vedere quali. E' nata per questo la crisi Ucraina che ha fugato forse per sempre l'ulteriore avvicinamento della Russia all'Europa.
Ovvio che in questo contesto, la partecipazione della Nato in Iraq è più che probabile. Al Forum Internazionale per la sicurezza a Ginevra, il Vice segretario - generale della NATO , Alexander Vershbow lo ha preannunciato: "la NATO può essere coinvolta in futuro della lotta contro Daash all'interno della coalizione militare degli Stati Uniti in il Medio Oriente".
Il vice-segretario ha anche aggiunto che il compito della Nato in Iraq probabilmente sarà a lungo termine, dato che c'è la 'richiesta' del governo iracheno perchè la Nato collabori all'addestramento delle forze armate irachene. Insomma una presenza permanente della Nato in medioriente che si aggiunge a quella già cospiqua degli USA. La prospettiva è stata confutata dal segretario generale Stoltenberg: ''il prossimo vertice si terrà in una fase importante per l'Alleanza, in un momento in cui gli interessi di sicurezza europei dell'Atlantico allargano in direzione est e sud."
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