Come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, anche Papa Bergoglio ribadisce la contrarietà della Santa Sede all'uso delle droghe, qualunque esse siano.
Una continuità nel segno del buon senso. In un clima politico in cui la discussione sulla legalizzazione delle cosiddette "droghe leggere" sembra canalizzare l'attenzione delle parti, il Sommo Pontefice prende posizione e dice la sua su una faccenda ambigua e controversa.
Afferma Papa Francesco: "Le legalizzazioni delle cosiddette droghe leggere, anche parziali, oltre ad essere quanto meno discutibili sul piano legislativo, non producono gli effetti che si erano prefisse". Così si è espresso il Vicario di Cristo che ha aggiunto: "Le droghe sostitutive, poi, non sono una terapia sufficiente, ma un modo velato di arrendersi al fenomeno. Intendo ribadire quanto già detto in altra occasione: no ad ogni tipo di droga. Semplicemente. No ad ogni tipo di droga".
Nulla di diverso da quanto ribadito in precedenza. Papa Wojtyła a chi gli domandava sull'argomento rispondeva: "La droga non si cura con la droga". Gli anni 80 sono stati una sorta di spartiacque del fenomeno delle droghe. In quel periodo Giovanni Paolo II dichiarava la «serena convinzione dell’immortalità dell’anima, della futura risurrezione dei corpi e della responsabilità eterna dei propri atti è il metodo più sicuro anche per prevenire il male terribile della droga, per curare e riabilitare le sue povere vittime, per fortificare nella perseveranza e nella fermezza sulle vie del bene".
In linea con il Papa polacco anche Ratzinger, il quale vedeva nella droga una via sbagliata per fuggire dalla realtà. Come disse nel 2007: "L’uomo deve cercare di superare da sé i confini del mondo, di aprire davanti a sé lo spazio sconfinato per il quale è stato creato. Allora, la droga diventa per lui quasi una necessità. Ma ben presto scopre che questa è una sconfinatezza illusoria – una beffa, si potrebbe dire, che il diavolo fa all’uomo".
La droga, leggera o pesante, non è mai una soluzione. L'attuale successore di Pietro esorta piuttosto a dire "sì alla vita, sì all’amore, sì agli altri, sì all’educazione, sì allo sport, sì al lavoro, sì a più opportunità di lavoro". Legalizzare la Cannabis avrebbe il sapore della resa soprattutto nei confronti di tanti ragazzi che cercano solo un aiuto uscire dalle sabbie mobili.
di Dario Cataldo
Una continuità nel segno del buon senso. In un clima politico in cui la discussione sulla legalizzazione delle cosiddette "droghe leggere" sembra canalizzare l'attenzione delle parti, il Sommo Pontefice prende posizione e dice la sua su una faccenda ambigua e controversa.
Afferma Papa Francesco: "Le legalizzazioni delle cosiddette droghe leggere, anche parziali, oltre ad essere quanto meno discutibili sul piano legislativo, non producono gli effetti che si erano prefisse". Così si è espresso il Vicario di Cristo che ha aggiunto: "Le droghe sostitutive, poi, non sono una terapia sufficiente, ma un modo velato di arrendersi al fenomeno. Intendo ribadire quanto già detto in altra occasione: no ad ogni tipo di droga. Semplicemente. No ad ogni tipo di droga".
Nulla di diverso da quanto ribadito in precedenza. Papa Wojtyła a chi gli domandava sull'argomento rispondeva: "La droga non si cura con la droga". Gli anni 80 sono stati una sorta di spartiacque del fenomeno delle droghe. In quel periodo Giovanni Paolo II dichiarava la «serena convinzione dell’immortalità dell’anima, della futura risurrezione dei corpi e della responsabilità eterna dei propri atti è il metodo più sicuro anche per prevenire il male terribile della droga, per curare e riabilitare le sue povere vittime, per fortificare nella perseveranza e nella fermezza sulle vie del bene".
In linea con il Papa polacco anche Ratzinger, il quale vedeva nella droga una via sbagliata per fuggire dalla realtà. Come disse nel 2007: "L’uomo deve cercare di superare da sé i confini del mondo, di aprire davanti a sé lo spazio sconfinato per il quale è stato creato. Allora, la droga diventa per lui quasi una necessità. Ma ben presto scopre che questa è una sconfinatezza illusoria – una beffa, si potrebbe dire, che il diavolo fa all’uomo".
La droga, leggera o pesante, non è mai una soluzione. L'attuale successore di Pietro esorta piuttosto a dire "sì alla vita, sì all’amore, sì agli altri, sì all’educazione, sì allo sport, sì al lavoro, sì a più opportunità di lavoro". Legalizzare la Cannabis avrebbe il sapore della resa soprattutto nei confronti di tanti ragazzi che cercano solo un aiuto uscire dalle sabbie mobili.
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