Si è concluso il 44° incontro dei Segretari generali delle Conferenze episcopali in Europa, che quest’anno si è svolto in Germania a Berlino dal 30 giugno al 3 luglio su invito del Segretario della Conferenza episcopale tedesca (DBK), P. Hans Langendörfer SJ. di cui si sono celebrati i 20 anni alla guida della segreteria. Diversi gli spunti di riflessione.
di Dario Cataldo
Sulla scorta delle tre parole di Papa Francesco, integrare, dialogare e generare, nell’anno della misericordia i segretari generali hanno affrontato un dibattito ricco e variegato. Tra gli argomenti trattati la solidarietà con i migranti e i rifugiati per ciò che concerne l’integrazione, con le famiglie per il dialogo e tra le conferenze episcopali del continente, nell’ambito del generare.
I lavori sono stati aperti dal Segretario generale del CCEE, Mons. Duarte da Cunha, che nel suo saluto iniziale ha ricordato come il Consiglio delle Conferenze episcopali europee, prima di essere una struttura ecclesiale, “è un’occasione, una palestra, dove i vertici della Chiesa in Europa possono esercitare il discernimento comunitario, cui spesso chiama Papa Francesco, volto a individuare le reali priorità della società, e di riflesso, della Chiesa in Europa”. Tra gli obiettivi del CCEE c’è di fatto la promozione dell’unità sociale ed ecclesiale in un mondo plurale. La diversità merita di essere valorizzata, non ghettizzata, in modo da rendere gli uni corresponsabili degli altri.
In seguito, P. Hans Langendörfer SJ, ha illustrato i risvolti della Chiesa in Germania. “Con una popolazione di ca. 81.1 milioni di abitanti - di cui 6 milioni sono stranieri - la Germania rimane una nazione in cui oltre la metà degli abitanti si confessa di religione cristiana”. Sia la Chiesa Cattolica che quella evangelica sono le istituzioni con maggiori impiegati nel territorio tedesco.
Momento cruciale è stata la celebrazione eucaristica con i segretari generali e presieduta dal Cardinale Reinhard Marx, Presidente della Conferenza episcopale tedesca. Nelle sue parole un chiaro intento: “Abbiamo bisogno di un rinnovamento dell’evangelizzazione. Per questo è necessario unire insieme il Vangelo e il nostro impegno per l'Europa. Il Vangelo è, infatti, il messaggio centrale per il continente europeo. Non possiamo capire l’Europa senza la nostra fede, il Vangelo, e non possiamo comprendere la Chiesa senza la storia della libertà che abbiamo sperimentato in questo continente. La via della Chiesa non è una ‘riconquista’ o un castello che deve essere difeso. Il cammino della Chiesa è la missione di incoraggiare e guidare le persone a una gestione responsabile del dono della libertà. Pertanto è necessario avere sempre in vista la qualità del nostro lavoro. Poiché è a causa di questa qualità che si raggiunge la gente”.
L’integrazione e la solidarietà nei confronti dei migranti, alla luce delle tanti stragi specie nelle acque Come in Germania, in molti paesi europei, gli Stati riconoscono l’eccezionale contributo che la Chiesa ha portato nel rispondere con generosità all’emergenza degli immigrati. Tuttavia – continua il Ministro – l’esame delle varie politiche migratorie in Europa sembra mostrare che esse sono soprattutto ispirate da una lettura economica del fenomeno.
Bisogna aver il coraggio di trattare anche le cause all’origine di questo fenomeno, e accompagnare con responsabilità la questione dell’integrazione. La storia dell’Europa è una storia di migrazioni.
del Mediterraneo, necessitano di uno speciale contributo di tutti affinché cambino le cose. Il Ministro federale degli Interni della Repubblica Federale di Germania, Thomas De Maizière, ha ammesso che la Chiesa, dalla sua, è in trincea. “
Alla luce dell’esortazione apostolica” Amoris laetitia” del Sommo Pontefice, i lavori si sono spostati sul tema del dialogo nelle famiglie, vero cuore pulsante della società moderna. Ad introdurre il tema è stato l’Arcivescovo di Berlino, Mons. Heiner Koch, Presidente anche della Commissione per il Matrimonio e la Famiglia della DBK. Ne emerge che le conferenze episcopali sono particolarmente attente ai cammini di preparazione al matrimonio e a porre la famiglia come origine e fine di tutta l’azione pastorale della Chiesa. Al tale scopo, si rivela sempre più necessario “istituire un dialogo tra pastorale giovanile e la pastorale famigliare; un dialogo e accompagnamento permanente con le famiglie già sposate e la promozione della solidarietà inter-famigliare”.
Infine, il Nunzio Apostolico in Germania, l’arcivescovo Nikola Eterović, già Segretario generale del Sinodo dei Vescovi (2004 – 2013), si è soffermato sulla prassi della del cammino comune nella Chiesa. La “sinodalità” è una dimensione della vita ecclesiale che permette di preservare l’unità nella Chiesa pur nelle sue diversità di espressioni e risposte pastorali. Ripercorrendone l’evoluzione del concetto, la sinodalità e della stessa struttura romana nata all’indomani del Concilio Vaticano II che “insegna ai vescovi l’arte dell’ascolto”.
di Dario Cataldo
Sulla scorta delle tre parole di Papa Francesco, integrare, dialogare e generare, nell’anno della misericordia i segretari generali hanno affrontato un dibattito ricco e variegato. Tra gli argomenti trattati la solidarietà con i migranti e i rifugiati per ciò che concerne l’integrazione, con le famiglie per il dialogo e tra le conferenze episcopali del continente, nell’ambito del generare.
I lavori sono stati aperti dal Segretario generale del CCEE, Mons. Duarte da Cunha, che nel suo saluto iniziale ha ricordato come il Consiglio delle Conferenze episcopali europee, prima di essere una struttura ecclesiale, “è un’occasione, una palestra, dove i vertici della Chiesa in Europa possono esercitare il discernimento comunitario, cui spesso chiama Papa Francesco, volto a individuare le reali priorità della società, e di riflesso, della Chiesa in Europa”. Tra gli obiettivi del CCEE c’è di fatto la promozione dell’unità sociale ed ecclesiale in un mondo plurale. La diversità merita di essere valorizzata, non ghettizzata, in modo da rendere gli uni corresponsabili degli altri.
In seguito, P. Hans Langendörfer SJ, ha illustrato i risvolti della Chiesa in Germania. “Con una popolazione di ca. 81.1 milioni di abitanti - di cui 6 milioni sono stranieri - la Germania rimane una nazione in cui oltre la metà degli abitanti si confessa di religione cristiana”. Sia la Chiesa Cattolica che quella evangelica sono le istituzioni con maggiori impiegati nel territorio tedesco.
Momento cruciale è stata la celebrazione eucaristica con i segretari generali e presieduta dal Cardinale Reinhard Marx, Presidente della Conferenza episcopale tedesca. Nelle sue parole un chiaro intento: “Abbiamo bisogno di un rinnovamento dell’evangelizzazione. Per questo è necessario unire insieme il Vangelo e il nostro impegno per l'Europa. Il Vangelo è, infatti, il messaggio centrale per il continente europeo. Non possiamo capire l’Europa senza la nostra fede, il Vangelo, e non possiamo comprendere la Chiesa senza la storia della libertà che abbiamo sperimentato in questo continente. La via della Chiesa non è una ‘riconquista’ o un castello che deve essere difeso. Il cammino della Chiesa è la missione di incoraggiare e guidare le persone a una gestione responsabile del dono della libertà. Pertanto è necessario avere sempre in vista la qualità del nostro lavoro. Poiché è a causa di questa qualità che si raggiunge la gente”.
Bisogna aver il coraggio di trattare anche le cause all’origine di questo fenomeno, e accompagnare con responsabilità la questione dell’integrazione. La storia dell’Europa è una storia di migrazioni.
del Mediterraneo, necessitano di uno speciale contributo di tutti affinché cambino le cose. Il Ministro federale degli Interni della Repubblica Federale di Germania, Thomas De Maizière, ha ammesso che la Chiesa, dalla sua, è in trincea. “
Alla luce dell’esortazione apostolica” Amoris laetitia” del Sommo Pontefice, i lavori si sono spostati sul tema del dialogo nelle famiglie, vero cuore pulsante della società moderna. Ad introdurre il tema è stato l’Arcivescovo di Berlino, Mons. Heiner Koch, Presidente anche della Commissione per il Matrimonio e la Famiglia della DBK. Ne emerge che le conferenze episcopali sono particolarmente attente ai cammini di preparazione al matrimonio e a porre la famiglia come origine e fine di tutta l’azione pastorale della Chiesa. Al tale scopo, si rivela sempre più necessario “istituire un dialogo tra pastorale giovanile e la pastorale famigliare; un dialogo e accompagnamento permanente con le famiglie già sposate e la promozione della solidarietà inter-famigliare”.
Infine, il Nunzio Apostolico in Germania, l’arcivescovo Nikola Eterović, già Segretario generale del Sinodo dei Vescovi (2004 – 2013), si è soffermato sulla prassi della del cammino comune nella Chiesa. La “sinodalità” è una dimensione della vita ecclesiale che permette di preservare l’unità nella Chiesa pur nelle sue diversità di espressioni e risposte pastorali. Ripercorrendone l’evoluzione del concetto, la sinodalità e della stessa struttura romana nata all’indomani del Concilio Vaticano II che “insegna ai vescovi l’arte dell’ascolto”.
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