I corpi di almeno 60 migranti annegati sono stati rinvenuti sabato su una spiaggia di Sabrata, nell’ovest della Libia, da un gruppo di volontari.
Radio Vaticana - I cadaveri sono stati trasferiti al centro di medicina legale per il prelevamento del Dna. Sarebbero morti cinque o sei giorni fa, probabilmente vittime del traffico di esseri umani. Gioia Tagliente ne ha parlato con Gino Barsella, responsabile progetti del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) in Libia e Nordafrica: ascolta
R. - Il contesto libico attuale è fatto di tanti migranti che, dai centri di detenzione o dalle mani di trafficanti, sono in attesa di partire. Quantificare questo è impossibile, ma dal dato degli arrivi, si capisce che tale numero non è destinato a calare, né nell’immediato e nemmeno nel medio termine. Poi, nel lungo termine, tutto dipenderà anche dalle scelte politiche più generali riguardo ai flussi migratori. Il fatto di aver trovato, praticamente in un giorno, una sessantina di cadaveri, mi confermano infatti che i cadaveri sono intorno ai sessanta e non una quarantina, anche se per il momento è difficile essere più precisi, questo è il dato eclatante che ha fatto finire l’avvenimento tra le principali notizie. In realtà, però, noi sappiamo che i cadaveri di migranti vengono trovati continuamente. Ci sono molti dispersi nel mare e alcuni di questi vengono riportati dal mare sulle coste libiche.
D. – Almeno 60 cadaveri in un giorno: come mai?
R. – Probabilmente, qualcosa di grosso è accaduto causando il naufragio, anche se non si sono avute notizie precise al riguardo. In ogni caso, si tratta di cadaveri che sono rimasti in mare per qualche giorno; e quindi, probabilmente, vengono anche da lontano. In Libia poi non vengono fatti molti accertamenti. Le autorità locali, tramite la Mezzaluna Rossa, hanno cura dei cadaveri: li prendono, li seppelliscono; hanno formato delle persone per fare questo tipo di lavoro. Però bisogna comunque cercare di capire come e dove possa essere successo.
D. – Infatti, la municipalità di Sabrata ha addestrato un gruppo di volontari proprio per queste finalità…
R. – Sì, insieme con la Mezzaluna Rossa, che è l’organizzazione che poi, in collaborazione con le varie municipalità del territorio – non solo Sabrata – insieme ai suoi volontari gestisce questo lavoro.
D. – Qual è la situazione dei migranti in Libia?
R. – I trafficanti continuano a lavorare molto durante l’estate. I centri di detenzione sono pieni; ma soprattutto sono pieni i centri dove i migranti vengono tenuti segregati dai trafficanti, e non è possibile accedervi. E se ci sono numeri altissimi di persone che partono, ci saranno allora anche persone che moriranno.
D. – Come ostacolare il traffico di esseri umani?
R. – Togliendo il business alle mafie. E questo si può fare legalizzando i flussi migratori: permettendo alle persone che vogliono venire in Europa per motivi di lavoro di entrarvi con un visto di ricerca di lavoro. Questo toglierebbe il business alle mafie; permetterebbe alla gente di fare i propri calcoli, sul se vuole o no partire, e ciò con i dovuti criteri e delle leggi chiare. La gente che vuole partire potrebbe quindi farlo senza rischiare la vita e senza spendere così tanti soldi, perché un biglietto aereo non sarebbe una spesa così elevata. Risparmierebbero tutti: si risparmierebbero vite umane; i flussi calerebbero; si toglierebbero di mezzo le mafie. Ma tutto questo ha bisogno ovviamente della volontà politica ma se la volontà politica fa gli affari con le mafie, sarà molto difficile risolvere il problema dei flussi migratori irregolari e ingestibili.
Radio Vaticana - I cadaveri sono stati trasferiti al centro di medicina legale per il prelevamento del Dna. Sarebbero morti cinque o sei giorni fa, probabilmente vittime del traffico di esseri umani. Gioia Tagliente ne ha parlato con Gino Barsella, responsabile progetti del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) in Libia e Nordafrica: ascolta
R. - Il contesto libico attuale è fatto di tanti migranti che, dai centri di detenzione o dalle mani di trafficanti, sono in attesa di partire. Quantificare questo è impossibile, ma dal dato degli arrivi, si capisce che tale numero non è destinato a calare, né nell’immediato e nemmeno nel medio termine. Poi, nel lungo termine, tutto dipenderà anche dalle scelte politiche più generali riguardo ai flussi migratori. Il fatto di aver trovato, praticamente in un giorno, una sessantina di cadaveri, mi confermano infatti che i cadaveri sono intorno ai sessanta e non una quarantina, anche se per il momento è difficile essere più precisi, questo è il dato eclatante che ha fatto finire l’avvenimento tra le principali notizie. In realtà, però, noi sappiamo che i cadaveri di migranti vengono trovati continuamente. Ci sono molti dispersi nel mare e alcuni di questi vengono riportati dal mare sulle coste libiche.
D. – Almeno 60 cadaveri in un giorno: come mai?
R. – Probabilmente, qualcosa di grosso è accaduto causando il naufragio, anche se non si sono avute notizie precise al riguardo. In ogni caso, si tratta di cadaveri che sono rimasti in mare per qualche giorno; e quindi, probabilmente, vengono anche da lontano. In Libia poi non vengono fatti molti accertamenti. Le autorità locali, tramite la Mezzaluna Rossa, hanno cura dei cadaveri: li prendono, li seppelliscono; hanno formato delle persone per fare questo tipo di lavoro. Però bisogna comunque cercare di capire come e dove possa essere successo.
D. – Infatti, la municipalità di Sabrata ha addestrato un gruppo di volontari proprio per queste finalità…
R. – Sì, insieme con la Mezzaluna Rossa, che è l’organizzazione che poi, in collaborazione con le varie municipalità del territorio – non solo Sabrata – insieme ai suoi volontari gestisce questo lavoro.
R. – I trafficanti continuano a lavorare molto durante l’estate. I centri di detenzione sono pieni; ma soprattutto sono pieni i centri dove i migranti vengono tenuti segregati dai trafficanti, e non è possibile accedervi. E se ci sono numeri altissimi di persone che partono, ci saranno allora anche persone che moriranno.
D. – Come ostacolare il traffico di esseri umani?
R. – Togliendo il business alle mafie. E questo si può fare legalizzando i flussi migratori: permettendo alle persone che vogliono venire in Europa per motivi di lavoro di entrarvi con un visto di ricerca di lavoro. Questo toglierebbe il business alle mafie; permetterebbe alla gente di fare i propri calcoli, sul se vuole o no partire, e ciò con i dovuti criteri e delle leggi chiare. La gente che vuole partire potrebbe quindi farlo senza rischiare la vita e senza spendere così tanti soldi, perché un biglietto aereo non sarebbe una spesa così elevata. Risparmierebbero tutti: si risparmierebbero vite umane; i flussi calerebbero; si toglierebbero di mezzo le mafie. Ma tutto questo ha bisogno ovviamente della volontà politica ma se la volontà politica fa gli affari con le mafie, sarà molto difficile risolvere il problema dei flussi migratori irregolari e ingestibili.
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