Erdogan ed il governo preparano il giro di vite. I militari arrestati sarebbero 1.563, destituiti molti vertici militari, circa 200 i morti. Il "Sultano" invita i suoi fedeli a rimanere nelle piazze.
Il governo turco, sventato il rischio del colpo di stato, si prepara alle "purghe" verso golpisti e sostenitori. In questo momento, la posizione di Erdogan è quasi inattaccabile: sostenuto dalla comunità internazionale quale "governo democraticamente eletto" ed accolto trionfalmente a Istanbul, invitando il popolo, come se fosse un leader rivoluzionario, a rimanere nelle piazze.
"La situazione è sotto controllo", ha detto il premier Binali Yildirim, ma arresti sono ancora in corso e ci sono altri militari ostaggio di gruppi di golpisti. I combattimenti sarebbero andati avanti fino all'alba, quando le truppe sui ponti del Bosforo hanno alzato bandiera bianca.
Il bilancio della notte è di 200 morti, tra cui 104 golpisti uccisi, oltre 100 poliziotti e soldati fedeli al governo, e almeno 47 civili. Secondo fonti ufficiali, i soldati ribelli fermati, invece, sono 1.563; destituiti anche 29 colonnelli e 5 generali.
Resta ignota quanta parte dei vertici dell'esercito e dell'aviazione fosse effettivamente coinvolta nel colpo di stato. La Prima Armata, ovvero le forze di terra, e la Marina si erano ufficialmente distaccate; inoltre l'esercito stesso sin dall'inizio delle operazioni per l'ingresso del paese turco nell'Unione Europa (procedura altamente a rischio) si è visto progressivamente depotenziato, e questa rivolta fallita darà a presidente e governo la possibilità e la forza di riaffermare ulteriormente la propria autorità.
Il governo, infatti, ha puntato il dito contro una cosiddetta "struttura parallela" nei ranghi militari, indicando nel religioso Fethullah Gulen (al momento negli Stati Uniti) e nei militanti curdi del Pkk i principali responsabili del "terrorismo profondo" che avrebbe tentato di minare lo stato turco.
Mentre si riaprono gli aeroporti, a regnare è ancora il caos: i voli vengono confermati e successivamente annullati, mentre il personale d'aeroporto latita. A fuggire, però, non sono solo i turisti. Le autorità turche hanno, infatti, diffuso un allarme ai valichi di frontiera e agli aeroporti, dopo essere stati informati che noti esponenti legati al movimento Gulen potrebbero allontanarsi dal Paese. Secondo la polizia greca, 8 persone a bordo di un elicottero militare sarebbero atterrate in Grecia, chiedendo asilo politico al governo di Atene.
"La situazione è sotto controllo", ha detto il premier Binali Yildirim, ma arresti sono ancora in corso e ci sono altri militari ostaggio di gruppi di golpisti. I combattimenti sarebbero andati avanti fino all'alba, quando le truppe sui ponti del Bosforo hanno alzato bandiera bianca.
Il bilancio della notte è di 200 morti, tra cui 104 golpisti uccisi, oltre 100 poliziotti e soldati fedeli al governo, e almeno 47 civili. Secondo fonti ufficiali, i soldati ribelli fermati, invece, sono 1.563; destituiti anche 29 colonnelli e 5 generali.
Resta ignota quanta parte dei vertici dell'esercito e dell'aviazione fosse effettivamente coinvolta nel colpo di stato. La Prima Armata, ovvero le forze di terra, e la Marina si erano ufficialmente distaccate; inoltre l'esercito stesso sin dall'inizio delle operazioni per l'ingresso del paese turco nell'Unione Europa (procedura altamente a rischio) si è visto progressivamente depotenziato, e questa rivolta fallita darà a presidente e governo la possibilità e la forza di riaffermare ulteriormente la propria autorità.
Il governo, infatti, ha puntato il dito contro una cosiddetta "struttura parallela" nei ranghi militari, indicando nel religioso Fethullah Gulen (al momento negli Stati Uniti) e nei militanti curdi del Pkk i principali responsabili del "terrorismo profondo" che avrebbe tentato di minare lo stato turco.
Mentre si riaprono gli aeroporti, a regnare è ancora il caos: i voli vengono confermati e successivamente annullati, mentre il personale d'aeroporto latita. A fuggire, però, non sono solo i turisti. Le autorità turche hanno, infatti, diffuso un allarme ai valichi di frontiera e agli aeroporti, dopo essere stati informati che noti esponenti legati al movimento Gulen potrebbero allontanarsi dal Paese. Secondo la polizia greca, 8 persone a bordo di un elicottero militare sarebbero atterrate in Grecia, chiedendo asilo politico al governo di Atene.
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