Sabato 10 e domenica 11 settembre, due giorni dedicati ai curiosi, a quelli che davanti a un portone chiuso iniziano a sognare i giardini che non possono vedere.
Eleganti corti rinascimentali, orti medievali dietro alti muri di cinta, piccole oasi fiorite di tranquillità e pace domestica, geometrie zen e labirinti di siepi, rari alberi secolari e arboreti insospettabili, celati alla vista dei passanti dalle facciate degli antichi palazzi: Ferrara custodisce gelosamente, all’interno del proprio centro storico, uno spettacolare patrimonio di giardini privati. Un patrimonio che eccezionalmente, grazie alla manifestazione Interno Verde, si metterà a disposizione della collettività: ferraresi e turisti sabato 10 e domenica 11 settembre potranno esplorare quaranta giardini privati, gentilmente aperti dai loro proprietari.
Isole segrete ricche di suggestioni e ricordi, attraverso i quali è possibile leggere la storia, i cambiamenti e i vissuti della città.
Interno Verde intreccia l’anima ecologica a quella indelebilmente culturale del capoluogo estense e svela quanto questi angoli di quiete siano stati fondamentali per raccogliere secoli di fantasia. Le impronte degli artisti che hanno raccontato la città sono rimaste vivide sull’erba.
In primis Ludovico Ariosto, che coltivava le idee migliori nel giardino rigoglioso della sua parva domus. Appena superato l’ingresso, un piccolo melograno e un romantico pozzo incorniciato dall’edera accolgono il visitatore, insieme ai gelsomini e ai rosai rampicanti; gli stessi che gli saranno valsi qualche verso dell’Orlando Furioso, a cinquecento anni dalla sua prima edizione. Di sicuro i più sognatori si avventureranno alla ricerca de Il giardino dei Finzi Contini, che ispirò il grande scrittore a perdersi tra le pagine per poi ritrovarsi nella realtà. A un secolo dalla nascita di Giorgio Bassani il quesito non si è ancora estinto, come un falò tra i rovi della campagna oltre le mura. Non va tralasciato il pergolato del Tennis Club Marfisa, luogo imprescindibile per capire il Novecento ferrarese. L’atmosfera che si respira è ricca di suggestioni: qui sfidavano gli amici Michelangelo Antonioni e Bassani, che senza dubbio si ispirò alle svariate partite disputate per descrivere i giovani Giorgio e Micol. Alla sua memoria sarà dedicato il gran finale: domenica 11, alle 19, in vicolo del Parchetto la compagnia teatrale Ferrara Off metterà in scena un omaggio alla sua opera letteraria. In collaborazione con il Garden Club, gli attori interpreteranno brani tratti da Gli ultimi anni di Clelia Trotti, intorno all’aria sospesa della vicina Certosa cittadina, e il racconto Morte del giardiniere, tra gli inediti pubblicati da Feltrinelli. Dulcis in fundo La magnolia, la poesia sulla pianta che ancora troneggia nel cortile della sua infanzia, che l’autore ha dovuto abbandonare nel 1938, a causa delle Leggi Razziali.
Bassani non fu l’unico a immaginare la penombra di un giardino segreto: quello che si incontra in via Palestro nemmeno si riesce a intuire dalla strada. Solo quando si apre il portone del palazzo cinquecentesco, s’illumina la bellezza del fazzoletto verde che racchiude. Nel Settecento la proprietà passò alla famiglia Scacerni, la stessa a cui è dedicata Il mulino del Po di Riccardo Bacchelli. Il romanziere spesso si rifugiava a scrivere tra la magnolia e il frassino del loro giardino; perciò decise di attribuire ai protagonisti del suo capolavoro il cognome dei suoi ospiti, in segno di riconoscenza. Il cerchio si chiude nel vasto e curato parco che circonda Villa Zappaterra, noto soprattutto perché ha ospitato, per sei secoli, le tombe di dieci membri degli Estensi, che tuttora si possono vedere nel sottobosco, non lontano dall’abitazione. Secondo l’architetto Adamo Boeri, furono sepolte a terra le spoglie di Nicolò III e dei suoi figli, Leonello, Ercole I e Sigismondo, oltre a Rizzarda da Saluzzo e altri parenti. I veri padroni della piccola radura sono i maestosi alberi centenari, farnie, bagolari e robinie. Da non perdere il rarissimo faggio laciniato, probabilmente l’unico di tutta Ferrara.
L’associazione Ilturco, che ha ideato e curato l’iniziativa, ha raccolto la disponibilità di famiglie, circoli e attività commerciali, che per un weekend apriranno porte e portoni, permettendo a chi vorrà partecipare all’evento di esplorare il capoluogo estense in modo originale e inedito. Un’occasione unica per scoprire dietro il rosso dei tipici cotti ferraresi un’anima verde tanto ricca quanto capillarmente diffusa. L’obiettivo degli organizzatori, infatti, è sensibilizzare i visitatori al rispetto e alla valorizzazione del verde, fornire alla comunità una chiave per interpretare più profondamente il senso dello spazio che si attraversa, sollecitare anche nei confronti degli ospiti provenienti da altre città una più completa comprensione del passato e maggiore consapevolezza della ricchezza presente, che necessità di essere tutelata e promossa.
Per questo ogni giardino sarà accompagnato da informazioni di carattere botanico, storico e architettonico, e ai partecipanti – a fronte di un contributo per l’iscrizione di 10 euro – verrà regalato un libretto di 80 pagine, a tiratura limitata, contenente descrizioni e fotografie dei luoghi coinvolti. Fulcro dell’iniziativa sarà il Chiostro di San Paolo: lì ci si potrà iscrivere e ricevere la mappa e il programma dell’evento, rilassarsi tra una visita e l’altra. Sarà inoltre a disposizione un bookshop tematico, un noleggio bici e un punto ristoro che proporrà pranzi al sacco, succhi e cocktail a base di verdure e frutta a chilometro zero. Tante altre iniziative collaterali saranno organizzate durante il weekend. Venerdì 9 settembre, oltre all’inaugurazione della mostra, la serata continuerà a Palazzo Crema con la musica elettronica e il videomapping organizzato in collaborazione con Reverb Festival. Sabato e domenica non mancheranno visite guidate alla stupefacente campagna dentro le mura di Terraviva, mostre di illustrazione e fotografia, film e videoinstallazioni a tema, disseminate nei vari giardini.
Interno Verde è patrocinato dal Comune di Ferrara e dall’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna. È sostenuto inoltre dall’istituto di credito Emilbanca, dal vivaio Zerbini Garden, dall’azienda di materiali edili Silla, dalla cooperativa di commercio equosolidale Altraqualità, dall’hotel Santo Stefano, dall’enobar Maracaibo. La sua realizzazione è stata possibile grazie alla partecipazione attiva di numerosi enti, associazioni e imprese: Amici della biblioteca Ariostea, Arci, Centro Idea, Cinema Boldini, Fai Giovani, Garden Club, Geometrica.Botanica, Ibs – Libraccio, Legambiente, Lipu, Listone Mag, Museo archeologico nazionale di Ferrara, Musei civici di arte antica di Ferrara, Nuova Terraviva, Orto Botanico di Unife, Punto 3, Teatro Ferrara Off, Urban Center, youngERcard.
Per conoscere il programma completo dell’iniziativa e restare aggiornati sugli eventi collaterali si può fare riferimento al sito www.ilturco.it/interno-verde oppure seguire la pagina Facebook dell’associazione Ilturco: https://www.facebook.com/ilturco.it/.
Eleganti corti rinascimentali, orti medievali dietro alti muri di cinta, piccole oasi fiorite di tranquillità e pace domestica, geometrie zen e labirinti di siepi, rari alberi secolari e arboreti insospettabili, celati alla vista dei passanti dalle facciate degli antichi palazzi: Ferrara custodisce gelosamente, all’interno del proprio centro storico, uno spettacolare patrimonio di giardini privati. Un patrimonio che eccezionalmente, grazie alla manifestazione Interno Verde, si metterà a disposizione della collettività: ferraresi e turisti sabato 10 e domenica 11 settembre potranno esplorare quaranta giardini privati, gentilmente aperti dai loro proprietari.
Isole segrete ricche di suggestioni e ricordi, attraverso i quali è possibile leggere la storia, i cambiamenti e i vissuti della città.
Interno Verde intreccia l’anima ecologica a quella indelebilmente culturale del capoluogo estense e svela quanto questi angoli di quiete siano stati fondamentali per raccogliere secoli di fantasia. Le impronte degli artisti che hanno raccontato la città sono rimaste vivide sull’erba.
In primis Ludovico Ariosto, che coltivava le idee migliori nel giardino rigoglioso della sua parva domus. Appena superato l’ingresso, un piccolo melograno e un romantico pozzo incorniciato dall’edera accolgono il visitatore, insieme ai gelsomini e ai rosai rampicanti; gli stessi che gli saranno valsi qualche verso dell’Orlando Furioso, a cinquecento anni dalla sua prima edizione. Di sicuro i più sognatori si avventureranno alla ricerca de Il giardino dei Finzi Contini, che ispirò il grande scrittore a perdersi tra le pagine per poi ritrovarsi nella realtà. A un secolo dalla nascita di Giorgio Bassani il quesito non si è ancora estinto, come un falò tra i rovi della campagna oltre le mura. Non va tralasciato il pergolato del Tennis Club Marfisa, luogo imprescindibile per capire il Novecento ferrarese. L’atmosfera che si respira è ricca di suggestioni: qui sfidavano gli amici Michelangelo Antonioni e Bassani, che senza dubbio si ispirò alle svariate partite disputate per descrivere i giovani Giorgio e Micol. Alla sua memoria sarà dedicato il gran finale: domenica 11, alle 19, in vicolo del Parchetto la compagnia teatrale Ferrara Off metterà in scena un omaggio alla sua opera letteraria. In collaborazione con il Garden Club, gli attori interpreteranno brani tratti da Gli ultimi anni di Clelia Trotti, intorno all’aria sospesa della vicina Certosa cittadina, e il racconto Morte del giardiniere, tra gli inediti pubblicati da Feltrinelli. Dulcis in fundo La magnolia, la poesia sulla pianta che ancora troneggia nel cortile della sua infanzia, che l’autore ha dovuto abbandonare nel 1938, a causa delle Leggi Razziali.
Bassani non fu l’unico a immaginare la penombra di un giardino segreto: quello che si incontra in via Palestro nemmeno si riesce a intuire dalla strada. Solo quando si apre il portone del palazzo cinquecentesco, s’illumina la bellezza del fazzoletto verde che racchiude. Nel Settecento la proprietà passò alla famiglia Scacerni, la stessa a cui è dedicata Il mulino del Po di Riccardo Bacchelli. Il romanziere spesso si rifugiava a scrivere tra la magnolia e il frassino del loro giardino; perciò decise di attribuire ai protagonisti del suo capolavoro il cognome dei suoi ospiti, in segno di riconoscenza. Il cerchio si chiude nel vasto e curato parco che circonda Villa Zappaterra, noto soprattutto perché ha ospitato, per sei secoli, le tombe di dieci membri degli Estensi, che tuttora si possono vedere nel sottobosco, non lontano dall’abitazione. Secondo l’architetto Adamo Boeri, furono sepolte a terra le spoglie di Nicolò III e dei suoi figli, Leonello, Ercole I e Sigismondo, oltre a Rizzarda da Saluzzo e altri parenti. I veri padroni della piccola radura sono i maestosi alberi centenari, farnie, bagolari e robinie. Da non perdere il rarissimo faggio laciniato, probabilmente l’unico di tutta Ferrara.
L’associazione Ilturco, che ha ideato e curato l’iniziativa, ha raccolto la disponibilità di famiglie, circoli e attività commerciali, che per un weekend apriranno porte e portoni, permettendo a chi vorrà partecipare all’evento di esplorare il capoluogo estense in modo originale e inedito. Un’occasione unica per scoprire dietro il rosso dei tipici cotti ferraresi un’anima verde tanto ricca quanto capillarmente diffusa. L’obiettivo degli organizzatori, infatti, è sensibilizzare i visitatori al rispetto e alla valorizzazione del verde, fornire alla comunità una chiave per interpretare più profondamente il senso dello spazio che si attraversa, sollecitare anche nei confronti degli ospiti provenienti da altre città una più completa comprensione del passato e maggiore consapevolezza della ricchezza presente, che necessità di essere tutelata e promossa.
Per questo ogni giardino sarà accompagnato da informazioni di carattere botanico, storico e architettonico, e ai partecipanti – a fronte di un contributo per l’iscrizione di 10 euro – verrà regalato un libretto di 80 pagine, a tiratura limitata, contenente descrizioni e fotografie dei luoghi coinvolti. Fulcro dell’iniziativa sarà il Chiostro di San Paolo: lì ci si potrà iscrivere e ricevere la mappa e il programma dell’evento, rilassarsi tra una visita e l’altra. Sarà inoltre a disposizione un bookshop tematico, un noleggio bici e un punto ristoro che proporrà pranzi al sacco, succhi e cocktail a base di verdure e frutta a chilometro zero. Tante altre iniziative collaterali saranno organizzate durante il weekend. Venerdì 9 settembre, oltre all’inaugurazione della mostra, la serata continuerà a Palazzo Crema con la musica elettronica e il videomapping organizzato in collaborazione con Reverb Festival. Sabato e domenica non mancheranno visite guidate alla stupefacente campagna dentro le mura di Terraviva, mostre di illustrazione e fotografia, film e videoinstallazioni a tema, disseminate nei vari giardini.
Interno Verde è patrocinato dal Comune di Ferrara e dall’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna. È sostenuto inoltre dall’istituto di credito Emilbanca, dal vivaio Zerbini Garden, dall’azienda di materiali edili Silla, dalla cooperativa di commercio equosolidale Altraqualità, dall’hotel Santo Stefano, dall’enobar Maracaibo. La sua realizzazione è stata possibile grazie alla partecipazione attiva di numerosi enti, associazioni e imprese: Amici della biblioteca Ariostea, Arci, Centro Idea, Cinema Boldini, Fai Giovani, Garden Club, Geometrica.Botanica, Ibs – Libraccio, Legambiente, Lipu, Listone Mag, Museo archeologico nazionale di Ferrara, Musei civici di arte antica di Ferrara, Nuova Terraviva, Orto Botanico di Unife, Punto 3, Teatro Ferrara Off, Urban Center, youngERcard.
Per conoscere il programma completo dell’iniziativa e restare aggiornati sugli eventi collaterali si può fare riferimento al sito www.ilturco.it/interno-verde oppure seguire la pagina Facebook dell’associazione Ilturco: https://www.facebook.com/ilturco.it/.
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