“Il traffico di esseri umani, di organi, il lavoro forzato, la prostituzione sono schiavitù moderne e crimini contro l’umanità”.
Radio Vaticana - Nel giorno in cui a livello internazionale si celebra la Giornata di commemorazione della tratta degli schiavi e della sua abolizione, Papa Francesco torna con un tweet a condannare un fenomeno, con tutte le sue terribili derive, già più volte stigmatizzato sin dall’inizio del suo magistero. Il servizio di Alessandro De Carolis: ascolta
“Crimini contro l’umanità”. Non li definisce in altro modo, Francesco, gli abomini che alimentano il mercato della carne umana, di qualsiasi età e a qualsiasi latitudine, purché lucrosi. Il suo, più che una condanna, è un urlo sommesso contro quella che per l’ennesima volta, abbracciando alcune vittime lo scorso 12 durante un “Venerdì della misericordia”, aveva definito una “piaga nel corpo dell’umanità contemporanea, una piaga nella carne di Cristo”.
Crimini da perseguire
Lo scorso giugno, prendendo la parola all’incontro sul tema organizzato in Vaticano, il Papa si era appellato in particolare ai giudici presenti, perché la giustizia faccia il suo corso, libera dalle pressioni che pure condizionano, perché vecchie e nuove schiavitù vengano sancite e perseguite come quei gravissimi crimini che sono.
Coscienza contro l’indifferenza
Anche la Chiesa, aveva affermato, “deve immischiarsi nella ‘grande politica’”, quella che riguarda i temi alti della vita umana, e contribuire a creare nella società un “moto trasversale”, “ondoso”, dalle periferie al centro e viceversa, che scuota le coscienze, vittime, anche loro, di quella “globalizzazione dell’indifferenza” che non fa più né indignare né commuovere di fronte all’orrore silenzioso di una bambina costretta a vendersi o di un ragazzino preso come “serbatoio” di organi da vendere al migliore offerente.
Radio Vaticana - Nel giorno in cui a livello internazionale si celebra la Giornata di commemorazione della tratta degli schiavi e della sua abolizione, Papa Francesco torna con un tweet a condannare un fenomeno, con tutte le sue terribili derive, già più volte stigmatizzato sin dall’inizio del suo magistero. Il servizio di Alessandro De Carolis: ascolta
“Crimini contro l’umanità”. Non li definisce in altro modo, Francesco, gli abomini che alimentano il mercato della carne umana, di qualsiasi età e a qualsiasi latitudine, purché lucrosi. Il suo, più che una condanna, è un urlo sommesso contro quella che per l’ennesima volta, abbracciando alcune vittime lo scorso 12 durante un “Venerdì della misericordia”, aveva definito una “piaga nel corpo dell’umanità contemporanea, una piaga nella carne di Cristo”.
Crimini da perseguire
Lo scorso giugno, prendendo la parola all’incontro sul tema organizzato in Vaticano, il Papa si era appellato in particolare ai giudici presenti, perché la giustizia faccia il suo corso, libera dalle pressioni che pure condizionano, perché vecchie e nuove schiavitù vengano sancite e perseguite come quei gravissimi crimini che sono.
Coscienza contro l’indifferenza
Anche la Chiesa, aveva affermato, “deve immischiarsi nella ‘grande politica’”, quella che riguarda i temi alti della vita umana, e contribuire a creare nella società un “moto trasversale”, “ondoso”, dalle periferie al centro e viceversa, che scuota le coscienze, vittime, anche loro, di quella “globalizzazione dell’indifferenza” che non fa più né indignare né commuovere di fronte all’orrore silenzioso di una bambina costretta a vendersi o di un ragazzino preso come “serbatoio” di organi da vendere al migliore offerente.
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