Turchia di nuovo sotto attacco. Nelle ultime 24 ore sono state colpite due stazioni di polizia nell’Est del Paese.
Radio Vaticana - Il bilancio è di oltre 10 morti e più di 200 feriti. Intanto prosegue il pugno duro contro tutte le realtà accusate di aver preso parte al fallito golpe del 15 luglio. Il Servizio di Marco Guerra: ascolta
Stamane dinanzi la stazione di polizia di Elazig, ieri sera nei pressi di una centrale nella provincia di Van. Entrambe le località sono nell’Est del Paese, dove è presente la minoranza curda. Secondo la stampa locale molti feriti sono civili e versano in gravissime condizioni. Nessuna rivendicazione è giunta al momento ma il ministro della Difesa punta il dito contro i separatisti curdi del Pkk che, anche nel recente passato, hanno colpito diversi obiettivi delle forze dell’ordine.
Gli attacchi arrivano mentre prosegue il giro di vite contro i presunti sostenitori del fallito golpe. Oggi nuova vasta operazione della polizia turca: sono state effettuate a Istanbul circa 100 perquisizioni in diverse sedi di società sospettate di garantire finanziamenti al movimento del magnate turco Fetullah Gulen in autoesilio negli Usa, ritenuto dal governo di Ankara l'ispiratore del tentativo di golpe. Ordinato il congelamento dei beni di 187 manager turchi, 60 dei quali sono stati arrestati. Tra i nomi eccellenti coinvolti, secondo alcune indiscrezioni, anche il presidente della Confindustria turca.
Il nuovo bilancio complessivo, fornito dal premier turco Binali Yildirim, vede circa quarantamila persone in custodia cautelare o agli arresti domiciliari, 20mila già in carcere mentre nel settore pubblico sono stati sospesi 79 mila dipendenti, cinquemila sono stati licenziati definitivamente. Il premier e quindi tornato sulla necessità di svuotare le carceri per far spazio ai golpisti: “Non si tratta di indulto, ma abbiamo bisogno di posti letto” spiegato Yildirim.
Radio Vaticana - Il bilancio è di oltre 10 morti e più di 200 feriti. Intanto prosegue il pugno duro contro tutte le realtà accusate di aver preso parte al fallito golpe del 15 luglio. Il Servizio di Marco Guerra: ascolta
Stamane dinanzi la stazione di polizia di Elazig, ieri sera nei pressi di una centrale nella provincia di Van. Entrambe le località sono nell’Est del Paese, dove è presente la minoranza curda. Secondo la stampa locale molti feriti sono civili e versano in gravissime condizioni. Nessuna rivendicazione è giunta al momento ma il ministro della Difesa punta il dito contro i separatisti curdi del Pkk che, anche nel recente passato, hanno colpito diversi obiettivi delle forze dell’ordine.
Gli attacchi arrivano mentre prosegue il giro di vite contro i presunti sostenitori del fallito golpe. Oggi nuova vasta operazione della polizia turca: sono state effettuate a Istanbul circa 100 perquisizioni in diverse sedi di società sospettate di garantire finanziamenti al movimento del magnate turco Fetullah Gulen in autoesilio negli Usa, ritenuto dal governo di Ankara l'ispiratore del tentativo di golpe. Ordinato il congelamento dei beni di 187 manager turchi, 60 dei quali sono stati arrestati. Tra i nomi eccellenti coinvolti, secondo alcune indiscrezioni, anche il presidente della Confindustria turca.
Il nuovo bilancio complessivo, fornito dal premier turco Binali Yildirim, vede circa quarantamila persone in custodia cautelare o agli arresti domiciliari, 20mila già in carcere mentre nel settore pubblico sono stati sospesi 79 mila dipendenti, cinquemila sono stati licenziati definitivamente. Il premier e quindi tornato sulla necessità di svuotare le carceri per far spazio ai golpisti: “Non si tratta di indulto, ma abbiamo bisogno di posti letto” spiegato Yildirim.
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