lunedì, settembre 19, 2016
In Siria salta l’ennesima tregua, ed è scambio di accuse tra ribelli e governo. Intanto gli Usa si dicono non disposti a collaborare militarmente con la Russia in quel paese. Alessandro Guarasci. ascolta

Radio Vaticana - Quello che è certo è che in Siria si è tornati a sparare e a bombardare. Già in serata intensi raid aerei governativi siriani si sono abbattuti su Aleppo est, la parte controllata dagli insorti dove rimangono circa 300mila civili. Da una parte, sono le forze armate ad aver annunciato la fine del cessate il fuoco deciso dall'accordo Usa-Russia, perché si legge in una nota, i ribelli "hanno sabotato l'accordo". Le forze che si oppongono ad Assad hanno invece accusato Damasco di aver deliberatamente fatto saltare il cessate il fuoco.

Duro lo stesso Assad, convinto che il bombardamento aereo compiuto dalla coalizione a guida Usa sabato contro le truppe siriane sia stato fatto con l'intento di aiutare lo Stato Islamico. Al raid ha partecipato anche un aereo inglese. Per l’inviato speciale dell’Onu Staffan De Mistura, la tregua in Siria è frutto di un accordo russo-americano. Solo loro possono annunciarne la fine". Ma nei fatti il segretario di Stato Usa John Kerry dice che la Russia non ha rispettato la tregua di sette giorni nel Paese, pertanto gli Usa non possono cooperare militarmente con Mosca in questo Paese


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