Mentre in Italia si dibatte sui rischi della crescita 0 nonostante le molte riforme portate avanti dal Governo Renzi, la Spagna va di corsa, verso la crescita del 3,2% sul Pil, con una disoccupazione che scende al 20%, il più basso dal 2010. Eppure non è tutto oro quel che luccica e l'impasse politica iberica rischia di invertire la tendenza. Ne abbiamo parlato con il giornalista Giacomo Russo Spena, tra i primi ad analizzare il fenomeno Podemos.
Intervista di Lorenzo Carchini
Quasi un anno senza governo e all'orizzonte ancora nulla. Il presente ed il futuro della politica spagnola restano un'incognita, mentre l'economia registra, apparentemente, tassi di crescita sorprendenti. Il Pil è salito del 3,2% nel 2015 e per il 2016 si prevede un +2,6%. Nessuno nella UE sta facendo meglio. Calata la disoccupazione ai livelli di sei anni fa. Il sistema, come accadde a suo tempo in Belgio, sembra possa reggersi anche senza l'esecutivo.
Eppure, "non è tutto oro quel che luccica", come sostiene Giacomo Russo Spena, giornalista e scrittore, firma di Micromega e tra i primi a cogliere la portata del fenomeno Podemos. "I dati dell'economia spagnola evidenziano come ci siano ancora disuguaglianze ed un problema di precarietà, soprattutto giovanile". I disoccupati sono ancora oltre 4 milioni e mezzo, mentre la tra i giovani si attesta al 46,5%, il secondo peggior dato in Europa dopo la Grecia.
La spada di Damocle che pende sulla testa del paese iberico, però, è soprattutto quella del debito pubblico, che ha sfondato il muro del 100% del Pil, qualcosa che non accadeva dal 1909. E proprio su questo punto potrebbe cadere la scure di Bruxelles, con una sanzione di oltre 6 miliardi di euro in caso di mancata presentazione di un progetto di bilancio con le misure di contenimento della spesa.
Un rischio che può acuire ulteriormente la crisi politica del paese, con un Partito Socialista, da un lato sconvolto da faide interne, e dall'altro con la prospettiva di un governo di larghe intese in compagnia del Partito Popolare di Rajoy e dei moderati di Ciutadanos. Altra prospettiva la possibilità di "un Monti spagnolo", un tecnico condiviso dalle parti in grado di traghettare fuori i partiti dall'impasse politica.
Intanto tra i ranghi di Podemos si fa largo l'idea di un governo simile al "modello portoghese" con i socialisti, una proposta, spiega Spena, che avrebbe lasciato piuttosto freddi i vertici del Psoe.
In una Spagna stanca dello stallo, "i cittadini rischiano di vedere nei partiti di cambiamento, come Podemos, un fuoco di paglia", decidendo per la stabilità dei partiti tradizionali, che sono stati capaci di reggere il colpo del movimento di Iglesias.
Intervista di Lorenzo Carchini
Quasi un anno senza governo e all'orizzonte ancora nulla. Il presente ed il futuro della politica spagnola restano un'incognita, mentre l'economia registra, apparentemente, tassi di crescita sorprendenti. Il Pil è salito del 3,2% nel 2015 e per il 2016 si prevede un +2,6%. Nessuno nella UE sta facendo meglio. Calata la disoccupazione ai livelli di sei anni fa. Il sistema, come accadde a suo tempo in Belgio, sembra possa reggersi anche senza l'esecutivo.
Eppure, "non è tutto oro quel che luccica", come sostiene Giacomo Russo Spena, giornalista e scrittore, firma di Micromega e tra i primi a cogliere la portata del fenomeno Podemos. "I dati dell'economia spagnola evidenziano come ci siano ancora disuguaglianze ed un problema di precarietà, soprattutto giovanile". I disoccupati sono ancora oltre 4 milioni e mezzo, mentre la tra i giovani si attesta al 46,5%, il secondo peggior dato in Europa dopo la Grecia.
La spada di Damocle che pende sulla testa del paese iberico, però, è soprattutto quella del debito pubblico, che ha sfondato il muro del 100% del Pil, qualcosa che non accadeva dal 1909. E proprio su questo punto potrebbe cadere la scure di Bruxelles, con una sanzione di oltre 6 miliardi di euro in caso di mancata presentazione di un progetto di bilancio con le misure di contenimento della spesa.
Un rischio che può acuire ulteriormente la crisi politica del paese, con un Partito Socialista, da un lato sconvolto da faide interne, e dall'altro con la prospettiva di un governo di larghe intese in compagnia del Partito Popolare di Rajoy e dei moderati di Ciutadanos. Altra prospettiva la possibilità di "un Monti spagnolo", un tecnico condiviso dalle parti in grado di traghettare fuori i partiti dall'impasse politica.
Intanto tra i ranghi di Podemos si fa largo l'idea di un governo simile al "modello portoghese" con i socialisti, una proposta, spiega Spena, che avrebbe lasciato piuttosto freddi i vertici del Psoe.
In una Spagna stanca dello stallo, "i cittadini rischiano di vedere nei partiti di cambiamento, come Podemos, un fuoco di paglia", decidendo per la stabilità dei partiti tradizionali, che sono stati capaci di reggere il colpo del movimento di Iglesias.
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