Oggi ricorre il 38.mo anniversario della morte di Papa Albino Luciani. Un grande innovatore nonostante la brevità del suo mandato
di Dario Cataldo
"Il Sorriso di Dio" o il "Papa del Sorriso" sono alcuni degli appellativi di un uomo straordinario. Ultimo Pontefice di nazionalità italiana a salire sul soglio pontificio, Papa Giovanni Paolo I ha lasciato un'impronta indelebile nei suoi 33 giorni di mandato.
Le teorie sulla sua morte avvenuta nella notte del 28 Settembre 1978 sono innumerevoli. Alcune inverosimili, altre più probabili, contribuiscono a fomentare ipotesi e speculazioni che comunque esulano da un personaggio dedito alla Chiesa Cattolica; un esempio da seguire, tanto da avere ispirato il suo successore: Papa Wojtyla, che ne volle proseguire il ricordo.
Nei pochi giorni del suo pontificato, tante sono state le innovazioni introdotte. Grazie a lui si deve il discorso papale immediatamente dopo l'elezione. Fu il primo infatti a parlare alla folla riunita in Piazza San Pietro, mostrando il suo volto sorridente e cordiale. Nei discorsi ha abbandonato il plurale maiestatis in funzione di una più conviviale prima persona singolare, che avvicina ai fedeli piuttosto che innalzare barriere. Ha rinunciato all'incoronazione tradizionale, sostituendola a una più sobria cerimonia di inizio ministero petrino.
Sopraffino teologo, vicino agli ultimi, sin dai primi giorni dopo l'elezione, fu chiara l'impronta che volle imprimere al suo mandato: vicinanza verso le zone più a Sud del globo, in cui l'opulenza occidentale tanti danni aveva fatto; apertura verso tematiche quali la contraccezione e gli anticoncezionali, dimostrando idee progressiste non in linea con certi ambienti vaticani, ostili a vagliare proposte in tal senso.
Il suo ricordo è indelebile, soprattutto perché le tanti innovazioni da lui introdotte, sono oggi consuetudine, punti fermi di un cammino ecumenico che necessità di benevolenza e carità verso gli ultimi.
di Dario Cataldo
"Il Sorriso di Dio" o il "Papa del Sorriso" sono alcuni degli appellativi di un uomo straordinario. Ultimo Pontefice di nazionalità italiana a salire sul soglio pontificio, Papa Giovanni Paolo I ha lasciato un'impronta indelebile nei suoi 33 giorni di mandato.
Le teorie sulla sua morte avvenuta nella notte del 28 Settembre 1978 sono innumerevoli. Alcune inverosimili, altre più probabili, contribuiscono a fomentare ipotesi e speculazioni che comunque esulano da un personaggio dedito alla Chiesa Cattolica; un esempio da seguire, tanto da avere ispirato il suo successore: Papa Wojtyla, che ne volle proseguire il ricordo.
Nei pochi giorni del suo pontificato, tante sono state le innovazioni introdotte. Grazie a lui si deve il discorso papale immediatamente dopo l'elezione. Fu il primo infatti a parlare alla folla riunita in Piazza San Pietro, mostrando il suo volto sorridente e cordiale. Nei discorsi ha abbandonato il plurale maiestatis in funzione di una più conviviale prima persona singolare, che avvicina ai fedeli piuttosto che innalzare barriere. Ha rinunciato all'incoronazione tradizionale, sostituendola a una più sobria cerimonia di inizio ministero petrino.
Sopraffino teologo, vicino agli ultimi, sin dai primi giorni dopo l'elezione, fu chiara l'impronta che volle imprimere al suo mandato: vicinanza verso le zone più a Sud del globo, in cui l'opulenza occidentale tanti danni aveva fatto; apertura verso tematiche quali la contraccezione e gli anticoncezionali, dimostrando idee progressiste non in linea con certi ambienti vaticani, ostili a vagliare proposte in tal senso.
Il suo ricordo è indelebile, soprattutto perché le tanti innovazioni da lui introdotte, sono oggi consuetudine, punti fermi di un cammino ecumenico che necessità di benevolenza e carità verso gli ultimi.
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