mercoledì, ottobre 26, 2016
Maxi-operazione dei Carabinieri nei confronti di 21 persone collegate alle Grandi Opere. 14 Ordinanze di custodia cautelare per il Terzo Valico ferroviario Genova-Milano. Colpiti dirigenti Cociv e imprenditori, accusati anche di tentata estorsione.

Appalti truccati da Nord a Sud, dall'alta velocità alle autostrade, per decine di arresti in tutta Italia per, in due distinte inchieste sulle Grandi Opere e sul Terzo Valico ferroviario. Quattro le persone arrestate che legano le due operazioni rispettivamente di dei Carabinieri di Roma e quella della Guardia di Finanza di Genova. Le persone coinvolte sono almeno 21 in varie regioni, con accuse che vanno - a vario titolo - dalla corruzione alla tentata estorsione, fino all'associazione a delinquere.

Sono 14 le ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla GdF nei confronti di imprenditori e dirigenti, coinvolti nei lavori per la costruzione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, concussione e turbativa d'asta, per un valore complessivo di 324 milioni.

Intanto, i carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito misure cautelari in diverse regioni nei confronti di 21 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione.

In generale, gli investigatori ipotizzano "condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto" nei lavori di una tratta della Tav Milano-Genova, del 6° Macrolotto dell'A3 Salerno-Reggio Calabria e della People Mover di Pisa, l'impianto a fune che mette in collegamento l'aeroporto Galileo Galilei con la stazione centrale della città.

A Genova, oltre alle misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale, gli uomini della Guardia di Finanza stanno eseguendo alcune decine di perquisizioni in diverse regioni italiane. Complessivamente, secondo quanto si apprende, sarebbero oltre 20 gli indagati.

Il comando provinciale di Roma, nell'inchiesta "Amalgama", ha ricostruito presunte condotte illecite di un gruppo di persone costituito, organizzato e promosso dall'ingegnere Giampiero De Michelis, fino al 2015 direttore dei lavori nell'ambito delle tre opere pubbliche interessate e dal suo socio di fatto, Domenico Gallo, imprenditore calabrese considerato da tempo un nome noto delle costruzioni stradali. Insieme a loro, lavoravano per il medesimo obiettivo, altre 9 persone, fra cui alcuni funzionari del consorzio Cociv.


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