Dall'Udienza generale del mercoledì, il Papa lancia un appello alla vigilia della Giornata mondiale contro l'Aids.
di Dario Cataldo
Le iniquità di una società che cerca il profitto piuttosto che il bene collettivo sono un cavallo di battaglia di Papa Francesco, il quale non perde occasione per sollecitare un'inversione di tendenza. Durante la consueta Udienza del mercoledì, alla vigilia della Giornata mondiale contro l'Aids, è chiaro l'invito alla riflessione: tanti i malati ma ancora pochi coloro i quali hanno accesso alle cure.
Dichiara il Sommo Pontefice: "Milioni di persone convivono con questa malattia e solo la metà di essi ha accesso a terapie salvavita”. Invito a pregare per loro e per i loro cari e a promuovere la solidarietà perché anche i più poveri possano beneficiare di diagnosi e cure adeguate”, ha proseguito Bergoglio.
La speranza - conclude il Vescovo di Roma - è “affinché tutti adottino comportamenti responsabili per prevenire un’ulteriore diffusione di questa malattia". Ormai, nel mondo si contano più di 36 milioni di contagi. Le fasce d’età maggiormente interessate sono quelle tra 25-29 anni. Ecco perché è necessario insistere per una sana prevenzione che parte dalla conoscenza, specie nelle nuove generazioni, le quali sono depositarie del futuro della specie umana.
di Dario Cataldo
Le iniquità di una società che cerca il profitto piuttosto che il bene collettivo sono un cavallo di battaglia di Papa Francesco, il quale non perde occasione per sollecitare un'inversione di tendenza. Durante la consueta Udienza del mercoledì, alla vigilia della Giornata mondiale contro l'Aids, è chiaro l'invito alla riflessione: tanti i malati ma ancora pochi coloro i quali hanno accesso alle cure.
Dichiara il Sommo Pontefice: "Milioni di persone convivono con questa malattia e solo la metà di essi ha accesso a terapie salvavita”. Invito a pregare per loro e per i loro cari e a promuovere la solidarietà perché anche i più poveri possano beneficiare di diagnosi e cure adeguate”, ha proseguito Bergoglio.
La speranza - conclude il Vescovo di Roma - è “affinché tutti adottino comportamenti responsabili per prevenire un’ulteriore diffusione di questa malattia". Ormai, nel mondo si contano più di 36 milioni di contagi. Le fasce d’età maggiormente interessate sono quelle tra 25-29 anni. Ecco perché è necessario insistere per una sana prevenzione che parte dalla conoscenza, specie nelle nuove generazioni, le quali sono depositarie del futuro della specie umana.
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