I premi dei concorsi indetti dalla Rai sono devoluti in gettoni d’oro, ma di un valore pare inferiore a quello che la società della televisione pubblica promette ai vincitori di trasmissioni anche molto popolari come Affari Tuoi. Si è scoperto che in alcuni casi i gettoni, forniti da Banca Etruria, erano infatti meno preziosi del previsto. La procura sta indagando su una presunta truffa da 20 milioni di euro.
di Daniele Chicca
WSI - La truffa è stata svelata da Report in un’inchiesta della scorsa primavera. La troupe della trasmissione torna a parlarne nella puntata di oggi, 28 novembre. Tutto è nato dalla lamentela di una signora, Maria Cristina Sparanide, che sostiene di aver ricevuto, dopo la vittoria in un concorso a premi nella trasmissione Red or Black condotta da Fabrizio Frizzi, un gettone stampato dalla Zecca meno puro di quello che la Rai aveva annunciato. A dispetto del contratto sottoscritto, in cui la Rai promette di distribuire oro con purezza del 99,9%, mancavano cinque grammi per chilo .
A complicare le cose c’è il fatto che il vincitore non ha il diritto di toccare con meno l’oro ottenuto.
Dal reportage della trasmissione di Rai Tre è nato un esposto in procura dei vertici dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per accertare i fatti. Al termine della verifica interna, viene allontanato consensualmente Marco Cerù, per 20 anni alla guida della direzione finanziaria della divisione del Tesoro. I procuratori intanto continuano la loro indagine.
“L’ipotesi – spiega Report – è frode in pubblica fornitura: dal 2012 alla data della messa in onda della nostra puntata, cioè aprile scorso, si sarebbe fatta pagare dalla Rai 20 milioni di euro per prestazioni mai effettuate e oltre 700 mila euro da quei vincitori che hanno optato per il controvalore in denaro”.
Da quando è stata avviata l’indagine della procura, i nuovi amministratori della Zecca dello Stato hanno preferito indire una gara pubblica per decidere da chi comprare l’oro in futuro. A vincere è stato però lo stesso fornitore di prima: Banca Etruria. La banca è il fornitore storico delle commesse della Zecca. Da Banca Etruria ogni anno il Tesoro compra milioni di lingotti da trasformare in gettoni d’oro. La banca si è difesa sostenendo di agire solo da mediatrice, precisando che i lingotti sono acquistati da aziende raffinatrici.
Come racconta Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, “i premi non possono essere corrisposti in denaro: ecco perché i gettoni d’oro. Ma ai vincitori è concesso comunque di avere soldi contanti anziché il metallo prezioso, purché si completi un insensato circolo vizioso. Formalmente il vincitore riceve i gettoni coniati, del valore della vincita detratte le tasse, l’Iva, il costo del conio e la perdita fisiologica della fusione; a quel punto li rivende alla Zecca allo stesso prezzo, da cui però viene detratta una seconda volta la perdita fisiologica e il costo della fusione”.
di Daniele Chicca
WSI - La truffa è stata svelata da Report in un’inchiesta della scorsa primavera. La troupe della trasmissione torna a parlarne nella puntata di oggi, 28 novembre. Tutto è nato dalla lamentela di una signora, Maria Cristina Sparanide, che sostiene di aver ricevuto, dopo la vittoria in un concorso a premi nella trasmissione Red or Black condotta da Fabrizio Frizzi, un gettone stampato dalla Zecca meno puro di quello che la Rai aveva annunciato. A dispetto del contratto sottoscritto, in cui la Rai promette di distribuire oro con purezza del 99,9%, mancavano cinque grammi per chilo .
A complicare le cose c’è il fatto che il vincitore non ha il diritto di toccare con meno l’oro ottenuto.
Dal reportage della trasmissione di Rai Tre è nato un esposto in procura dei vertici dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per accertare i fatti. Al termine della verifica interna, viene allontanato consensualmente Marco Cerù, per 20 anni alla guida della direzione finanziaria della divisione del Tesoro. I procuratori intanto continuano la loro indagine.
“L’ipotesi – spiega Report – è frode in pubblica fornitura: dal 2012 alla data della messa in onda della nostra puntata, cioè aprile scorso, si sarebbe fatta pagare dalla Rai 20 milioni di euro per prestazioni mai effettuate e oltre 700 mila euro da quei vincitori che hanno optato per il controvalore in denaro”.
Come racconta Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, “i premi non possono essere corrisposti in denaro: ecco perché i gettoni d’oro. Ma ai vincitori è concesso comunque di avere soldi contanti anziché il metallo prezioso, purché si completi un insensato circolo vizioso. Formalmente il vincitore riceve i gettoni coniati, del valore della vincita detratte le tasse, l’Iva, il costo del conio e la perdita fisiologica della fusione; a quel punto li rivende alla Zecca allo stesso prezzo, da cui però viene detratta una seconda volta la perdita fisiologica e il costo della fusione”.
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