La bambina dei tweet è riuscita a lasciare Aleppo e l'esito del suo dramma sembra aver trovato un felice epilogo. Vediamo come.
di Patrizio Ricci
Ve la ricordate Bana Alabed, la bambina che twittava da Aleppo? L’occidente nella propria campagna di propaganda, l’ha usata tramite l'Aleppo Media Center che cura la propaganda pro-ribelli in Aleppo, dalla Turchia. La suddetta agenzia di Pubbliche Relazioni cura i prodotti multimediali utili ad attirare il consenso e la riprovazione pubblica degli spettatori occidentali, molto sensibili specialmente alle sofferenze dei bambini. No, la vicenda non è limpida come sembra: l’occidente dopo aver condotto la città (con il proprio sostegno ai cd ribelli ‘moderati’) ad un vicolo cieco, non si è fatta scrupolo di ricorrere ancora una volta ad un bambino innocente per avvalorare la propria falsa narrativa.
Naturalmente una bambina non ha colpa degli intrighi del mondo degli adulti; siamo tutti molto contenti che ora la sua famiglia è sana e salva ad Ankara dove è stata ricevuta dal presidente Turco con tutti gli onori. Ed infatti, “felicissima di incontrare Erdogan“, ha twittato di nuovo Bana. Si direbbe che tra tante notizie tristi ce ne sia una felice: la bimba e la sua famiglia, è stata portata in Turchia con altri abitanti di Aleppo est che hanno scelto di lasciare la città rifiutando una risistemazione in loco. Si tratta di 25.000 civili che siccome ostili al governo o famigliari di ribelli, hanno preferito seguire la possibilità di una sistemazione in Idlib o in Turchia.
Alla fine abbiamo capito quello che era a tutti evidente ma che i media non dicevano: il padre di Bana era un combattente jihadista come vediamo nella foto a corredo di questo articolo. Inutile dire che i tweet naturalmente li faceva sua madre e la bambina ha solo prestato la sua immagine.
di Patrizio Ricci
Ve la ricordate Bana Alabed, la bambina che twittava da Aleppo? L’occidente nella propria campagna di propaganda, l’ha usata tramite l'Aleppo Media Center che cura la propaganda pro-ribelli in Aleppo, dalla Turchia. La suddetta agenzia di Pubbliche Relazioni cura i prodotti multimediali utili ad attirare il consenso e la riprovazione pubblica degli spettatori occidentali, molto sensibili specialmente alle sofferenze dei bambini. No, la vicenda non è limpida come sembra: l’occidente dopo aver condotto la città (con il proprio sostegno ai cd ribelli ‘moderati’) ad un vicolo cieco, non si è fatta scrupolo di ricorrere ancora una volta ad un bambino innocente per avvalorare la propria falsa narrativa.
Naturalmente una bambina non ha colpa degli intrighi del mondo degli adulti; siamo tutti molto contenti che ora la sua famiglia è sana e salva ad Ankara dove è stata ricevuta dal presidente Turco con tutti gli onori. Ed infatti, “felicissima di incontrare Erdogan“, ha twittato di nuovo Bana. Si direbbe che tra tante notizie tristi ce ne sia una felice: la bimba e la sua famiglia, è stata portata in Turchia con altri abitanti di Aleppo est che hanno scelto di lasciare la città rifiutando una risistemazione in loco. Si tratta di 25.000 civili che siccome ostili al governo o famigliari di ribelli, hanno preferito seguire la possibilità di una sistemazione in Idlib o in Turchia.
Alla fine abbiamo capito quello che era a tutti evidente ma che i media non dicevano: il padre di Bana era un combattente jihadista come vediamo nella foto a corredo di questo articolo. Inutile dire che i tweet naturalmente li faceva sua madre e la bambina ha solo prestato la sua immagine.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.