Prendere confidenza con la Bibbia e leggerla spesso, come si fa con il telefonino, aiuta nel combattimento contro il male e a non allontanarsi da Dio e dalla strada del bene.
Radio Vaticana - E’ l’indicazione del Papa all’Angelus nella prima domenica di
Quaresima, in una piazza San Pietro gremita e bagnata dalla pioggia. Il
servizio di Francesca Sabatinelli: ascolta
Il Vangelo della prima domenica di Quaresima introduce il cammino verso la Pasqua, e il Papa all’Angelus ricorda i quaranta giorni di Gesù nel deserto sottoposto alle tentazioni del diavolo:
“Questo episodio si colloca in un momento preciso della vita di Gesù: subito dopo il battesimo nel fiume Giordano e prima del ministero pubblico
.
Egli ha appena ricevuto la solenne investitura: lo Spirito di Dio è sceso su di Lui, il Padre dal cielo lo ha dichiarato «Figlio mio, l’amato» (Mt 3,17). Gesù è ormai pronto per iniziare la sua missione; e poiché essa ha un nemico dichiarato, cioè Satana, Lui lo affronta subito, “corpo a corpo”.
Con la triplice tentazione, il diavolo, spiega Francesco, “vuole distogliere Gesù dalla via dell’obbedienza e dell’umiliazione”, perché è quella la via che sconfiggerà il male, per condurlo “sulla falsa scorciatoia del successo e della gloria”:
“Ma le frecce velenose del diavolo vengono tutte “parate” da Gesù con lo scudo della Parola di Dio (vv. 4.7.10) che esprime la volontà del Padre. Gesù non dice alcuna parola propria: soltanto risponde con la Parola di Dio. E così il Figlio, pieno della forza dello Spirito Santo, esce vittorioso dal deserto”.
Nei quaranta giorni della Quaresima, quindi, i cristiani “sono invitati a seguire le orme di Gesù e affrontare il combattimento spirituale contro il Maligno con la forza della Parola di Dio”. Perché è la sua parola che "ha la forza per sconfiggere Satana", non quella nostra che non serve. Ed ecco perché bisogna leggere spesso la Bibbia, “meditarla, assimilarla”. Occorre, indica il Papa, “prendere confidenza con la Bibbia”:
“Qualcuno ha detto: cosa succederebbe se trattassimo la Bibbia come trattiamo il nostro telefono cellulare? Se la portassimo sempre con noi o almeno il piccolo Vangelo tascabile, cosa succederebbe?; se tornassimo indietro quando la dimentichiamo: tu ti dimentichi il telefono cellulare, uh!, non l’ho, torno indietro a cercarlo; se la aprissimo diverse volte al giorno; se leggessimo i messaggi di Dio contenuti nella Bibbia come leggiamo i messaggi del telefonino cosa succederebbe?…Chiaramente il paragone è paradossale, ma fa riflettere. In effetti, se avessimo la Parola di Dio sempre nel cuore, nessuna tentazione potrebbe allontanarci da Dio e nessun ostacolo ci potrebbe far deviare dalla strada del bene; sapremmo vincere le quotidiane suggestioni del male che è in noi e fuori di noi; ci troveremmo più capaci di vivere una vita risuscitata secondo lo Spirito, accogliendo e amando i nostri fratelli, specialmente quelli più deboli e bisognosi, e anche i nostri nemici”.
La Quaresima è “il cammino del popolo di Dio verso la Pasqua”, un cammino “di conversione, di lotta contro il male con le armi della preghiera, del digiuno, delle opere di carità” è il saluto del Papa al termine dell’Angelus, quando chiede di nuovo di non dimenticare di trattare la Bibbia come si tratta il telefono cellulare:
"Pensate a questo. La Bibbia sempre con noi, vicino a noi!".
Il Vangelo della prima domenica di Quaresima introduce il cammino verso la Pasqua, e il Papa all’Angelus ricorda i quaranta giorni di Gesù nel deserto sottoposto alle tentazioni del diavolo:
“Questo episodio si colloca in un momento preciso della vita di Gesù: subito dopo il battesimo nel fiume Giordano e prima del ministero pubblico
.
Egli ha appena ricevuto la solenne investitura: lo Spirito di Dio è sceso su di Lui, il Padre dal cielo lo ha dichiarato «Figlio mio, l’amato» (Mt 3,17). Gesù è ormai pronto per iniziare la sua missione; e poiché essa ha un nemico dichiarato, cioè Satana, Lui lo affronta subito, “corpo a corpo”.
Con la triplice tentazione, il diavolo, spiega Francesco, “vuole distogliere Gesù dalla via dell’obbedienza e dell’umiliazione”, perché è quella la via che sconfiggerà il male, per condurlo “sulla falsa scorciatoia del successo e della gloria”:
“Ma le frecce velenose del diavolo vengono tutte “parate” da Gesù con lo scudo della Parola di Dio (vv. 4.7.10) che esprime la volontà del Padre. Gesù non dice alcuna parola propria: soltanto risponde con la Parola di Dio. E così il Figlio, pieno della forza dello Spirito Santo, esce vittorioso dal deserto”.
Nei quaranta giorni della Quaresima, quindi, i cristiani “sono invitati a seguire le orme di Gesù e affrontare il combattimento spirituale contro il Maligno con la forza della Parola di Dio”. Perché è la sua parola che "ha la forza per sconfiggere Satana", non quella nostra che non serve. Ed ecco perché bisogna leggere spesso la Bibbia, “meditarla, assimilarla”. Occorre, indica il Papa, “prendere confidenza con la Bibbia”:
“Qualcuno ha detto: cosa succederebbe se trattassimo la Bibbia come trattiamo il nostro telefono cellulare? Se la portassimo sempre con noi o almeno il piccolo Vangelo tascabile, cosa succederebbe?; se tornassimo indietro quando la dimentichiamo: tu ti dimentichi il telefono cellulare, uh!, non l’ho, torno indietro a cercarlo; se la aprissimo diverse volte al giorno; se leggessimo i messaggi di Dio contenuti nella Bibbia come leggiamo i messaggi del telefonino cosa succederebbe?…Chiaramente il paragone è paradossale, ma fa riflettere. In effetti, se avessimo la Parola di Dio sempre nel cuore, nessuna tentazione potrebbe allontanarci da Dio e nessun ostacolo ci potrebbe far deviare dalla strada del bene; sapremmo vincere le quotidiane suggestioni del male che è in noi e fuori di noi; ci troveremmo più capaci di vivere una vita risuscitata secondo lo Spirito, accogliendo e amando i nostri fratelli, specialmente quelli più deboli e bisognosi, e anche i nostri nemici”.
La Quaresima è “il cammino del popolo di Dio verso la Pasqua”, un cammino “di conversione, di lotta contro il male con le armi della preghiera, del digiuno, delle opere di carità” è il saluto del Papa al termine dell’Angelus, quando chiede di nuovo di non dimenticare di trattare la Bibbia come si tratta il telefono cellulare:
"Pensate a questo. La Bibbia sempre con noi, vicino a noi!".
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