Uno studio italiano ha raccolto dati inequivocabili sulla loro presenza in un’ampia area del pianeta nano.
di Paolo Antonio Magrì
Fantascienza.com - Ci troviamo su Cerere, un pianeta nano della fascia principale degli asteroidi e oggetto delle attenzioni di Dawn, una missione NASA con molta Italia dentro in quanto lo spettrometro VIR in dotazione della sonda è stato fornito dall'Agenzia spaziale italiana (ASI) e realizzato dall’industria italiana Selex Galileo sotto la guida del Team INAF/IAPS. La sonda statunitense, partita il 27 settembre 2007 e dopo avere visitato nel biennio 2011-2012 Vesta (un altro asteroide), è entrata nell'orbita di Cerere il 6 marzo 2015 e ha già trasmesso dati interessanti.
Grazie a VIR i ricercatori di un gruppo internazionale di ricerca coordinato da Maria Cristina De Sanctis dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) presso l'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS), hanno rilevato inequivocabili tracce di composti organici su un'area di circa 1000 chilometri quadrati dell’asteoride, intorno al cratere Ernutet, nell'emisfero nord, e poi ancora in diverse regioni di dimensioni più limitate a nord-ovest.
Secondo gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Science, c’è un’altissima probabilità che questi materiali si siano formati direttamente su Cerere in seguito a processi idrotermali. "Mai prima d’ora avevamo avuto un’evidenza così marcata della presenza di molecole organiche alifatiche su un corpo celeste oltre la Terra da dati di missioni spaziali", ha spiegato De Sanctis.
"La scoperta di elevate concentrazioni locali di composti organici è intrigante, e ha un'ampia gamma di implicazioni per la comunità degli astrobiologi", ha aggiunto Simone Marchi, ricercatore del Southwest Research Institute, coautore dell'articolo. "I dati mostrano la presenza su Cerere di minerali idrati contenenti ammoniaca, ghiaccio d'acqua, carbonati sali e ora composti organici: con questa nuova scoperta, Dawn ha dimostrato che Cerere ha gli ingredienti fondamentali per sostenere la vita".
Se confermata la notizia potrebbe dare vigore a una delle due ipotesi che da sempre si contendono la leadership in merito all’origine della vita sulla Terra, cioè quella che considererebbe possibile lo sviluppo “autonomo” della stessa sul nostro pianeta in contrapposizione all’ipotesi contraria che vedrebbe la vita “trasportata” dall’esterno.
Forse – e sottolineo forse – entrambe le ipotesi sono valide e possono coesistere. Sarà questa la verità?
Paolo Antonio Magrì
Ama le sfide e beve adrenalina a colazione.
www.paoloantoniomagri.com
di Paolo Antonio Magrì
Fantascienza.com - Ci troviamo su Cerere, un pianeta nano della fascia principale degli asteroidi e oggetto delle attenzioni di Dawn, una missione NASA con molta Italia dentro in quanto lo spettrometro VIR in dotazione della sonda è stato fornito dall'Agenzia spaziale italiana (ASI) e realizzato dall’industria italiana Selex Galileo sotto la guida del Team INAF/IAPS. La sonda statunitense, partita il 27 settembre 2007 e dopo avere visitato nel biennio 2011-2012 Vesta (un altro asteroide), è entrata nell'orbita di Cerere il 6 marzo 2015 e ha già trasmesso dati interessanti.
Grazie a VIR i ricercatori di un gruppo internazionale di ricerca coordinato da Maria Cristina De Sanctis dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) presso l'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS), hanno rilevato inequivocabili tracce di composti organici su un'area di circa 1000 chilometri quadrati dell’asteoride, intorno al cratere Ernutet, nell'emisfero nord, e poi ancora in diverse regioni di dimensioni più limitate a nord-ovest.
Secondo gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Science, c’è un’altissima probabilità che questi materiali si siano formati direttamente su Cerere in seguito a processi idrotermali. "Mai prima d’ora avevamo avuto un’evidenza così marcata della presenza di molecole organiche alifatiche su un corpo celeste oltre la Terra da dati di missioni spaziali", ha spiegato De Sanctis.
"La scoperta di elevate concentrazioni locali di composti organici è intrigante, e ha un'ampia gamma di implicazioni per la comunità degli astrobiologi", ha aggiunto Simone Marchi, ricercatore del Southwest Research Institute, coautore dell'articolo. "I dati mostrano la presenza su Cerere di minerali idrati contenenti ammoniaca, ghiaccio d'acqua, carbonati sali e ora composti organici: con questa nuova scoperta, Dawn ha dimostrato che Cerere ha gli ingredienti fondamentali per sostenere la vita".
Se confermata la notizia potrebbe dare vigore a una delle due ipotesi che da sempre si contendono la leadership in merito all’origine della vita sulla Terra, cioè quella che considererebbe possibile lo sviluppo “autonomo” della stessa sul nostro pianeta in contrapposizione all’ipotesi contraria che vedrebbe la vita “trasportata” dall’esterno.
Forse – e sottolineo forse – entrambe le ipotesi sono valide e possono coesistere. Sarà questa la verità?
Paolo Antonio Magrì
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