Nonostante la visita di Papa Francesco, continuano le ondate d'odio religioso contro i cristiani. Si mette in discussione il dogma trinitario. Scoppia la polemica.
di Dario Cataldo
Sono appena trascorse due settimane dalla visita del Sommo Pontefice in Egitto, ma sembra - almeno in apparenza - che i propositi di pace siano ancora prematuri. A gettare benzina sul fuoco sono le dichiarazioni sul cristianesimo di un noto predicatore islamico egiziano, le quali stanno creando imbarazzo alle cariche politico-istituzionale egiziene.
Si tratta di quanto affermato nei giorni scorsi, dallo sheikh Salem Abdul Jalil, Sottosegretario al Ministero egiziano per le dotazioni religiose (Awqaf), che durante un programma televisivo si è imbarcato in una polemica teologica sulla dottrina cristiana. Sempre lo stesso è il soggetto della contesa, un classico della polemica islamica, ovvero il Dogma trinitario.
Secondo il suo ragionamento - e quello del Corano - i seguaci di Cristo possono essere ritenuti infedeli, perchè adorano una Triade e non il Dio unico. Invettive ingiustificate quelle utilizzate dallo sheikh Jalil, che hanno suscitato reazioni negative degli analisti, i quali hanno accusato il predicatore islamico di "alimentare sentimenti di disprezzo nei confronti dei cristiani e così fomentare anche le violenze settarie che puntano a colpire l'unità nazionale".
Il predicatore islamico dopo le sue affermazioni sul cristianesimo, non ha più niente a che fare con il Ministero; inoltre, dal punto di vista religioso è stato anche sconfessato. Potrà riacquisire il suo status a patto che porga le scuse ai cristiani per quanto impropriamente detto.
di Dario Cataldo
Sono appena trascorse due settimane dalla visita del Sommo Pontefice in Egitto, ma sembra - almeno in apparenza - che i propositi di pace siano ancora prematuri. A gettare benzina sul fuoco sono le dichiarazioni sul cristianesimo di un noto predicatore islamico egiziano, le quali stanno creando imbarazzo alle cariche politico-istituzionale egiziene.
Si tratta di quanto affermato nei giorni scorsi, dallo sheikh Salem Abdul Jalil, Sottosegretario al Ministero egiziano per le dotazioni religiose (Awqaf), che durante un programma televisivo si è imbarcato in una polemica teologica sulla dottrina cristiana. Sempre lo stesso è il soggetto della contesa, un classico della polemica islamica, ovvero il Dogma trinitario.
Secondo il suo ragionamento - e quello del Corano - i seguaci di Cristo possono essere ritenuti infedeli, perchè adorano una Triade e non il Dio unico. Invettive ingiustificate quelle utilizzate dallo sheikh Jalil, che hanno suscitato reazioni negative degli analisti, i quali hanno accusato il predicatore islamico di "alimentare sentimenti di disprezzo nei confronti dei cristiani e così fomentare anche le violenze settarie che puntano a colpire l'unità nazionale".
Il predicatore islamico dopo le sue affermazioni sul cristianesimo, non ha più niente a che fare con il Ministero; inoltre, dal punto di vista religioso è stato anche sconfessato. Potrà riacquisire il suo status a patto che porga le scuse ai cristiani per quanto impropriamente detto.
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