lunedì, ottobre 23, 2017

Noto al grande pubblico soprattutto come il pittore degli affreschi dell’allegoria del Buono e del Cattivo Governo, nel Palazzo Pubblico di Siena, testimonianza di un’epoca in cui nasce la moderna idea di repubblica, Ambrogio Lorenzetti, fratello di Pietro, con lui protagonista della scuola senese, è da considerarsi tra i maggiori artisti d’Europa.

di Paolo Ordanza

Radio Vaticana -La città toscana che gli diede i natali nel 1290, oggi gli rende omaggio con una prestigiosa rassegna allestita a Santa Maria della Scala dal 22 ottobre al 21 gennaio 2018, frutto di prestiti da grandi musei come National Gallery, Louvre, Uffizi e Musei Vaticani. Tanti capolavori finalmente insieme conducono il visitatore in un affascinante viaggio alla riscoperta di un grande innovatore della pittura italiana tardomedievale che, pur non avendo mai dato vita ad una scuola, tanto influenzò anche la produzione rinascimentale, contribuendo alla nascita della maniera moderna. In mostra, tra gli altri, i mirabili affreschi staccati dalla cappella di san Galgano a Montesiepi e il polittico della chiesa di san Pietro in Castelvecchio, appena restaurati. Il curatore Daniele Pitteri:

“Questo pittore già nel Cinquecento veniva indicato come uno dei grandissimi del suo secolo, addirittura superiore a Simone Martini. Lorenzo Ghiberti nel Rinascimento dice che prima di Masaccio ci sono Giotto e Ambrogio. Non è un pittore sconosciuto. La sua dimensione civile ha un po’ oscurato la sua dimensione artistica tout court. Questa mostra ha significato perché ci restituisce l’artista più che il pittore civile”.

Tra i meriti della mostra c’è sicuramente quello di aver colmato un vuoto negli studi moderni: mancava infatti una monografia affidabile di Ambrogio Lorenzetti.

“L’ultima è di cinquanta, sessanta anni fa, non particolarmente apprezzata dagli storici dell’arte che vi ravvedono alcune sviste poderose. Questa mostra in realtà è il punto di arrivo di un lavoro a 360 gradi che si è fatto su Ambrogio Lorenzetti che è cominciato con un’opera di restauro su numerose sue opere. A fianco a questo c’è stato il grande lavoro di studio portato avanti dal gruppo dell’Università: quindi il volume che ne uscirà, più che un catalogo è la monografia che mancava su Ambrogio Lorenzetti”.”

Ambrogio è pittore civile, sacro, ma anche attento osservatore della natura e dei suoi fenomeni. Sua la prima rappresentazione dell’impeto di una tempesta, purtroppo andata perduta:

“Non ne abbiamo più traccia, ma soltanto dei commenti. Proprio Ghiberti parlava di questo meraviglioso affresco esaltandone il realismo, la straordinaria capacità pittorica. E’ probabilmente il primo che riesce a rappresentare la natura in modo moderno, anticipando i pittori che lo seguiranno nei secoli successivi”.

La novità di Lorenzetti e il suo essere all’avanguardia vanno ricercati nell’originale rappresentazione di figure, volti, sguardi, inquadrature, nell’adozione di colori all’epoca sconosciuti. Niente è come prima dopo di lui: inaugura infatti anche un nuovo approccio al sacro. Il soggetto religioso caratterizza la maggior parte della produzione e consegna al fedele o al visitatore un divino umanizzato. In questo senso Ambrogio Lorenzetti è pittore dell’Incarnazione di Cristo:

“Un esempio meraviglioso da questo punto di vista è la Madonna del Latte: la Madonna veste di rosso con un manto azzurro. Il rosso la riporta alla propria dimensione umana e terrena, l’azzurro alla sua dimensione divina. La straordinarietà di quest’opera è determinata dallo sguardo della Madonna verso il bambino. Una mamma che sta allattando il bambino”.

Dal grande al piccolo formato, ogni opera svela al pubblico la grandezza del maestro senese.

Ad arricchire il percorso espositivo della mostra l’accurata documentazione dei recenti restauri e una sezione multimedia con filmati di taglio informativo e suggestivo narrativo.

Ascolta o scarica l'audio sulla mostra di Ambrogio Lorenzetti: ascolta



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