Il coordinatore provinciale degli “azzurri” di Palermo, lancia il guanto di sfida per il bene dei siciliani, affermando un principio: “Avere un incapace che ci governa è pesante per noi, per i nostri figli e per i figli dei nostri figli”.
Verace, schietto e diretto come un gancio del miglior Mohamed Alì, ieri mattina, Giuseppe Milazzo, ha formalizzato la sua candidatura per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana. Deputato uscente, si presenta alle urne del 5 novembre prossimo con un bagaglio ricco di tanta sostanza e niente fronzoli. A Palermo, presso lo storico edificio di Palazzo Leone, il Coordinatore palermitano di Forza Italia, non ha lesinato critiche ai concorrenti in lizza per le regionali, a testimonianza di un amore vero per "la sua Sicilia".
Dichiara Milazzo: “Ognuno di noi dovrà affermare una certezza, ovvero che per fare politica giovane, fresca in prospettiva, non è necessario per forza votare Movimento Cinque Stelle. Qualcosa di buono, di positivo e di giovane, può esserci anche all’interno del centrodestra?
La precisazione è doverosa perché traina un altro concetto, ancora più sonoro e autentico: “Forza Italia si rinnova mandando a casa alcuni brontosauri della politica, anche dentro il mio partito: li faremo riposare”.
La pletora di gente accorsa a Palermo, in una soleggiata domenica autunnale, dimostra radicamento e attaccamento al territorio: requisiti che tracciano l’identikit di Giuseppe Milazzo, un giovane partito dal basso.
Tanta gavetta nell’arco dei suoi vent’anni di politica al servizio dei cittadini. Sin dalle battaglie in Consiglio circoscrizionale, passando per quello comunale di Palermo, sino a Sala d’Ercole presso l’Assemblea Regionale Siciliana, Milazzo ha dimostrato coerenza e integrità morale. Valori che non sono passati inosservati, tanto che negli anni, il suo elettorato è cresciuto in maniera esponenziale.
Un giovane che, a dispetto dell’età, parla da pragmatico e navigato uomo del popolo, da colui che non usa giri di parole per vendere fumo. Il motivo? “I posti di lavoro non si promettono, la politica li deve creare. Una campagna elettorale non si vince con i sacchetti della spesa – tuona il Forzista – si vince con una politica seria”.
I siciliani hanno il destino nelle proprie mani. A dispetto del sistema elettorale nazionale, in cui i parlamentari sono designati al di fuori del corpo elettorale, in Sicilia le cose sono diverse. Il governo Crocetta ha lasciato poche, pochissime luci e molte ombre. I prossimi cinque anni saranno decisivi per porre una pietra tombale all’Antica Trinacria, oppure, come l’araba fenice, per risorgere dalle proprie ceneri.
Come sottolinea lo stesso Milazzo: “Avere un incapace che ci governa è pesante per noi, per i nostri figli e per i figli dei nostri figli, perché quando al governo si fanno danni, per recuperare ci voglio tanti anni”.
Parole al miele per il candidato governatore del centrodestra, Nello Musumeci: “È una persona brava, capace. Un grande amministratore che ha governato la provincia di Catania senza mai essere chiamato a rispondere per il suo operato. Ha lavorato benissimo”.
Conclude Milazzo con un’esortazione: “Io da solo non posso vincere. Non pensate che quella di oggi è un’autocelebrazione perché sono il migliore. Posso esserlo se tutti insieme diamo una mano, perché gli avversari politici, non avranno pietà”.
Infine un’anticipazione per quel che potrebbe essere il suo destino al termine del mandato cittadino di Leoluca Orlando, attuale Sindaco di Palermo: “Noi non rappresentiamo poteri forti, siamo gente normale che si rimbocca le maniche. Forza Italia si rinnoverà e, fra cinque anni – chiosa Milazzo - potremmo governare non solo la Regione ma anche la città di Palermo”.
Verace, schietto e diretto come un gancio del miglior Mohamed Alì, ieri mattina, Giuseppe Milazzo, ha formalizzato la sua candidatura per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana. Deputato uscente, si presenta alle urne del 5 novembre prossimo con un bagaglio ricco di tanta sostanza e niente fronzoli. A Palermo, presso lo storico edificio di Palazzo Leone, il Coordinatore palermitano di Forza Italia, non ha lesinato critiche ai concorrenti in lizza per le regionali, a testimonianza di un amore vero per "la sua Sicilia".
Dichiara Milazzo: “Ognuno di noi dovrà affermare una certezza, ovvero che per fare politica giovane, fresca in prospettiva, non è necessario per forza votare Movimento Cinque Stelle. Qualcosa di buono, di positivo e di giovane, può esserci anche all’interno del centrodestra?
La precisazione è doverosa perché traina un altro concetto, ancora più sonoro e autentico: “Forza Italia si rinnova mandando a casa alcuni brontosauri della politica, anche dentro il mio partito: li faremo riposare”.
La pletora di gente accorsa a Palermo, in una soleggiata domenica autunnale, dimostra radicamento e attaccamento al territorio: requisiti che tracciano l’identikit di Giuseppe Milazzo, un giovane partito dal basso.
Tanta gavetta nell’arco dei suoi vent’anni di politica al servizio dei cittadini. Sin dalle battaglie in Consiglio circoscrizionale, passando per quello comunale di Palermo, sino a Sala d’Ercole presso l’Assemblea Regionale Siciliana, Milazzo ha dimostrato coerenza e integrità morale. Valori che non sono passati inosservati, tanto che negli anni, il suo elettorato è cresciuto in maniera esponenziale.
Un giovane che, a dispetto dell’età, parla da pragmatico e navigato uomo del popolo, da colui che non usa giri di parole per vendere fumo. Il motivo? “I posti di lavoro non si promettono, la politica li deve creare. Una campagna elettorale non si vince con i sacchetti della spesa – tuona il Forzista – si vince con una politica seria”.
I siciliani hanno il destino nelle proprie mani. A dispetto del sistema elettorale nazionale, in cui i parlamentari sono designati al di fuori del corpo elettorale, in Sicilia le cose sono diverse. Il governo Crocetta ha lasciato poche, pochissime luci e molte ombre. I prossimi cinque anni saranno decisivi per porre una pietra tombale all’Antica Trinacria, oppure, come l’araba fenice, per risorgere dalle proprie ceneri.
Come sottolinea lo stesso Milazzo: “Avere un incapace che ci governa è pesante per noi, per i nostri figli e per i figli dei nostri figli, perché quando al governo si fanno danni, per recuperare ci voglio tanti anni”.
Parole al miele per il candidato governatore del centrodestra, Nello Musumeci: “È una persona brava, capace. Un grande amministratore che ha governato la provincia di Catania senza mai essere chiamato a rispondere per il suo operato. Ha lavorato benissimo”.
Conclude Milazzo con un’esortazione: “Io da solo non posso vincere. Non pensate che quella di oggi è un’autocelebrazione perché sono il migliore. Posso esserlo se tutti insieme diamo una mano, perché gli avversari politici, non avranno pietà”.
Infine un’anticipazione per quel che potrebbe essere il suo destino al termine del mandato cittadino di Leoluca Orlando, attuale Sindaco di Palermo: “Noi non rappresentiamo poteri forti, siamo gente normale che si rimbocca le maniche. Forza Italia si rinnoverà e, fra cinque anni – chiosa Milazzo - potremmo governare non solo la Regione ma anche la città di Palermo”.
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