Nuove regole quindi per i chi vanta crediti nei confronti del Paese, che vengono divisi in due distinte categorie:
- i creditori appartenenti ai “Paesi che si impegnano in attività ostili”, che saranno pagati in rubli, anche su titoli denominati in altre valute. In questo caso, le obbligazioni emesse dallo stato russo o da una qualsiasi istituzione pubblica o privata perdono di fatto di valore, alla luce del crollo verticale del rublo.
- i creditori di Paesi che non hanno imposto sanzioni, che invece potranno invece ricevere il pagamento in valuta estera con un permesso speciale.
L’obiettivo di Mosca è di evitare il default tecnico sui rimborsi che arriveranno a scadenza a breve.
Rublo in caduta libera
Il rublo ha perso più del 60% del suo valore da quando è iniziato l’attacco russo all’Ucraina, fino a un nuovo minimo storico, poiché con le sanzioni le nazioni occidentali hanno tagliato il Paese fuori dal sistema finanziario globale. Nel tentativo di frenare il crollo, la Banca centrale russa ha risposto con un aumento del tasso ufficiale più che raddoppiato al 20% e ha imposto una serie di misure alle imprese private e ai privati per stabilizzare la sua valuta. Ma ad oggi senza successo.
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