Draghi, sulla crisi umanitaria, integrale:
“Voglio ringraziare a nome del governo tutti coloro che si sono mobilitati per sostenere la popolazione ucraina.
“All’8 marzo erano 21.095 i cittadini ucraini arrivati: oggi i dati sono di 23.872, il flusso è certamente destinato ad aumentare. Principalmente – ha chiarito – la frontiera terrestre attraverso cui passano è al confine italo-sloveno. Oltre il 90 per cento è costituito da donne e bambini: all’8 marzo i dati mostravano 10.500 donne, al 9 marzo 12.000. Gli uomini erano 2 mila oggi sono 2.200, i minori ieri erano 8.500 oggi sono 9.700”.
L’Unione Europea, ha aggiunto Draghi, “ha saputo riallacciarsi alle radici fondanti: rispetto dei diritti umani e solidarietà, valori che l’Italia ha sempre posto alla base della sua politica di accoglienza”. Sul fronte sanitario “tutti i rifugiati che arrivano” in Italia “o accettano di fare un tampone ogni 48 ore o di vaccinarsi” ha annunciato. Ai cittadini ucraini accolti è consentito svolgere un’attività lavorativa “sulla base della sola richiesta di permesso di soggiorno e in deroga alle quote massime di ingresso” ha spiegato aggiungendo che “i cittadini ucraini ospitati nei centri di assistenza dispongono di assistenza sanitaria, psicologica, legale, orientamento al territorio e corsi di lingua”.
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