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giovedì, marzo 03, 2022

Stragi di mafia '93, arrestata una complice 29 anni dopo la strage

Con ogni probabilità la donna fermata è la stessa la donna bionda la cui foto fu recuperata nel ‘93 durante una perquisizione. 

La Dda e il Ros di Firenze hanno eseguito un decreto di perquisizione in Lombardia presso il domicilio di una donna che secondo gli inquirenti potrebbe essere coinvolta nell'esecuzione materiale dell'attentato del 27 luglio del 1993 di via Palestro a Milano

La donna avrebbe agito in concorso con le menti di Cosa nostra già giudicati e condannati in via definitiva. L'indagata avrebbe guidato l'autobomba per compiere l'attentato che uccise cinque persone e danneggiò il Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano.

... (continua)
mercoledì, maggio 23, 2018

Strage Capaci, Maria Falcone: "I giovani hanno ridato la speranza per continuare a camminare"

Nel 26° anniversario della strage di Capaci, nella quale il 23 maggio 1992 persero la vita il giudice Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, Maria Falcone interviene con un messaggio chiaro: "Sono stata salvata dai tanti giovani".

di Dario Cataldo

Nella battaglia contro la criminalità organizzata di stampo mafioso, in questi anni, “sicuramente si è fatto tanto. Lo Stato ha fatto tanto, ha fatto tanto la magistratura. Anche la politica ha fatto tanto attraverso leggi favorevoli a poter combattere la mafia. Ha fatto tanto la società civile, hanno fatto tanto i giovani che ci hanno dato la speranza”... (continua)
lunedì, maggio 07, 2018

Agrigento, i Vescovi di Sicilia celebrano il 25°Anniversario dell'appello di San Giovanni Paolo II

L'iniziativa promossa dalla Conferenza episcopale siciliana intende commemorare la vigorosa richiesta di conversione che da Agrigento, Papa Wojtyla rivolse a Cosa Nostra.

di Dario Cataldo

Una Lettera accompagnata dalla solenne concelebrazione ai piedi del Tempio della Concordia. Questo è l'iter che i Vescovi di Sicilia intendono seguire per ricordare lo storico appello alla conversione che 25 anni fa, il 9 maggio 1993, al termine della santa Messa nella Valle dei Templi, san Giovanni Paolo II rivolse agli uomini e alle donne della mafia. A 25 anni di distanza, mercoledì 9 maggio, alle ore 16.30, presso la chiesa San Nicola alla Valle, ad Agrigento... (continua)
lunedì, aprile 23, 2018

La trattativa c’è stata

La trattativa c’è stata. E ha spianato la strada a Forza Italia che quando si presentò nel 1994 vinse.

Liberazione - Sono stati anni drammatici per il nostro Paese. Delegittimati i magistrati, delegittimati i collaboratori di giustizia, delegittimata l’informazione indipendente. Pochi magistrati e pochi giornalisti hanno tenuto il punto in questi anni terribili.

Quelli che hanno resistito sono stati isolati dai palazzi, hanno pagato caro il prezzo della solitudine ma hanno resistito e alla fine hanno vinto... (continua)
venerdì, aprile 20, 2018

Svolta nel processo sulla trattativa Stato-mafia, condannati ex vertici dei Ros

Condannati Mori, De Donno, Dell'Utri e Bagarella. Assolto Mancino, contestato

La Corte d'Assise di Palermo si è pronunciata nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Condannati a pene comprese tra 8 e 28 anni di carcere gli ex vertici del Ros Mori, Subranni e De Donno, l'ex senatore di FI Dell'Utri, Massimo Ciancimino e i boss Bagarella e Cinà. E' stato invece assolto l'ex ministro democristiano Nicola Mancino, accusato di falsa testimionianza.

Mancino: "Ho avuto sempre fiducia che a Palermo ci fosse un giudice". Di Matteo: "Sentenza storica"... (continua)
martedì, aprile 17, 2018

Lotta alla mafia, confiscati beni ad un imprenditore colluso

Confiscato definitivamente il patrimonio di Giuseppe Rocco Rechichi, già direttore operativo della Multiservizi e già condannato per associazione mafiosa con la cosca Tegano di Reggio Calabria.

La Guardia di Finanza di Reggio Calabria nell'operazione "Astrea" ha confiscato definitivamente il patrimonio di Giuseppe Rocco Rechichi, noto imprenditore reggino ritenuto appartenente alla 'ndrangheta, alla cosca dei Tegano. Il valore stimato è in 50 milioni di euro. L'imprenditore è accusato, insieme ad altre 11 persone,di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal metodo mafioso per aver posto in essere fittizie intestazioni di beni e aziende, giungendo a infiltrazioni e condizionamenti gestionali di società... (continua)
giovedì, aprile 12, 2018

Festival di Cannes, oggi il programma, ci saranno i film di Golino e di Garrone

L'Italia al Festival di Cannes con due film dall'8 al 19 maggio

"Euphoria" di Valeria Golino con Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea è stato scelto in concorso per la selezione di 'Un certain Regard' al Festival di Cannes, il cui programma è stato annunciato stamattina. E anche "Dogman" di Matteo Garrone, il film che prende spunto dalle cronache sul 'canaro' della Magliana,interpretato da Marcello Fonte ed Edoardo Pesce, sarà in concorso a Cannes. Lo ha annunciato il direttore del Festival francese, Thierry Frémaux... (continua)
giovedì, aprile 12, 2018

Al fianco di Paolo Borrometi, “a schiena dritta”

Libera Informazione è con Libera al fianco del coraggioso collega e amico fraterno Paolo Borrometi, in questo momento difficile in cui è stato disvelato il progetto d’attentato alla sua vita.

Liberainformazione - Siamo grati alle forze dell’ordine e alla magistratura di avere fatto saltare il piano omicida e ci auguriamo che presto mandanti ed esecutori siano individuati e messi in condizione di non nuocere.

Purtroppo questo è solo l’ultimo in ordine di tempo degli episodi di minacce e violenze nei confronti di giornalisti e testate, impegnati a raccontare quotidianamente la presenza delle mafie sui nostri territori... (continua)
martedì, aprile 10, 2018

Ecco Giuseppe Pelle, il boss dei bunker e dei voti

“Giuseppe Pelle è la sintesi migliore delle caratteristiche relazionali poste in essere dalla ‘ndrangheta con esponenti delle istituzioni di questa città, di questa provincia, di questa regione, di questo Paese. Un rapporto subdolo che emerge in tutta la sua pericolosità…”.

Liberainformazione - Così Gaetano Paci, procuratore di Reggio Calabria ha sintetizzato il ruolo di Peppe “Gambazza”, vero padrino della ‘ndrangheta e, per così dire, un figlio d’arte. Pelle ha ispirato e istruito molti dei capi più giovani, anche quelli alla guida di altre potenti famiglie della provincia di Reggio Calabria.

I poliziotti della squadra mobile di Reggio e del Servizio Centrale Operativo della polizia che l’hanno scovato in quel casolare immerso nella boscaglia. Per catturarlo ci hanno messa tanta determinazione e pazienza, ed è paradossale che lo abbiano trovato in un rifugio, diciamo così, da latitanti vecchio stile.

Lui che ha trasformato in una “scienza” la capacità di costruire covi, bunker, ricavati nelle profondità dei terreni, nelle campagne ai piedi dell’Aspromonte, o sotto i capannoni, in anonime abitazioni, spesso volutamente lasciate a metà, o al contrario tra gruppi di case abitate. Proprio lui, uno che dell’imprendibilità aveva fatto una religione, sia per necessità legate all’esercizio del potere, del comando sulla sua cosca, ma anche, in qualche modo, su molte altre della costa Jonica, di cui a lungo era stato una sorta di capo dei capi... (continua)
mercoledì, aprile 04, 2018

Pizzolungo, dove la mafia viene contrastata

A 33 anni dalla strage mafiosa che fece scempio di Barbara Rizzo e dei suoi due gemellini Salvatore e Giuseppe Asta, la strada da percorrere è quella indicata dalla rete del “Non ti scordar di me”.

di Rino Giacalone

Liberainformazione - C’è una autobomba che continua ad esplodere e ad uccidere. È quella che il 2 aprile del 1985 fece scempio delle vite di Barbara Rizzo e dei suoi due figlioletti di sei anni, i gemellini Salvatore e Giuseppe Asta.

Quell’auto imbottita di tritolo era destinata al sostituto procuratore Carlo Palermo, da appena 40 giorni a Trapani, e alla sua scorta, le vittime di quell’eccidio mafioso morirono facendo da scudo a quel magistrato e agli agenti.
Ma quel “botto” lo si continua a sentire ogni qualvolta c’è chi dinanzi al potere di Cosa nostra e di tutte le mafie si gira dall’altra parte
... (continua)
venerdì, ottobre 20, 2017

Giustizia ed eguaglianza contro il razzismo. Il 21 ottobre tutte/i a Roma

In un momento difficile della storia del paese e del pianeta intero, dobbiamo decidere fra due modelli di società.

Liberainformazione - Quello includente, con le sue contraddizioni, e quello che si chiude dentro ai privilegi di pochi. Sembriamo condannati a vivere in una società basata su una solitudine incattivita e rancorosa, in cui prendersela con chi vive nelle nostre stesse condizioni, se non peggiori, prevale sulla necessità di opporsi a chi di tale infelicità è causa. Una società che pretende di spazzare via i soggetti più fragili a partire da chi ha la "colpa" di provenire da un altro paese, rievocando un nazionalismo regressivo ed erigendo muri culturali, normativi e materiali. Una società in cui il prevalere di un patriarcato violento e criminale è l'emblema evidente di un modello tradizionale che sottopone le donne alla tutela maschile e ne nega la libertà. Disagio e senso di insicurezza diffuso sono strumentalizzati dalla politica, dai media e da chi ha responsabilità di governo... (continua)
giovedì, giugno 08, 2017

Mons. Pennisi: per Riina diritto a morte dignitosa, ma non a casa

Disteso su una barella, in videoconferenza dal carcere di Parma, Totò Riina ha seguito l’udienza, a Firenze, del processo d’appello per la strage del treno 904, in cui è imputato come mandante.

Radio Vaticana - Riina, 87 anni, non era presente in aula a causa delle sue critiche condizioni di salute, argomento questo di forti polemiche negli ultimi giorni, dopo il richiamo della Cassazione al diritto di morire dignitosamente per tutti i detenuti, compreso Riina che sconta 17 ergastoli.
Dichiarazione che ha aperto un aspro dibattito sulla opportunità o meno di scarcerare il boss mafioso. Francesca Sabatinelli ha intervistato mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, arcidiocesi a cui appartiene Corleone: ascolta ... (continua)
mercoledì, giugno 07, 2017

Buste sospette ai pm della Procura di Torino, potevano esplodere

Gli artificieri dei carabinieri: "Pericolo serio, le buste esposive erano innescate".

Fili elettrici, polvere da sparo e una batteria: questo il contenuto delle buste indirizzate ai pm Roberto Sparagna e Antonio Rinaudo, della Procura di Torino. Ordigni che sebbene artigianali potevano
esplodere, hanno accertato gli artificieri dei carabinieri intervenuti Durante le operazioni degli artificieri, l'area interna del Palazzo di giustizia è stata chiusa al pubblico, come pure l'ingresso principale. Poi il ritorno alla normalità. L'edificio comunque non è stato evacuato e le udienze sono proseguite regolarmente... (continua)
mercoledì, giugno 07, 2017

Mafia, Riina in videoconferenza per la strage del treno 904

Dal carcere di Parma, disteso su una barella il "Capo dei Capi" di Cosa Nostra è in videoconferenza con il tribunale di Firenze per la strage del treno 904.

Totò Riina è collegato in videoconfeferenza dal carcere di Parma con il tribunale di Firenze dove poco fa si è aperta l'udienza per il processo davanti alla Corte d'Assise d'appello di Firenze per la strage del treno 904. Il boss, che segue l'udienza disteso su una barella, è imputato come mandante della strage che il 23 dicembre 1984 causò 16 morti e 260 feriti sul convoglio Napoli-Milano... (continua)
martedì, maggio 23, 2017

Oggi è il 25esimo anniversario della strage di Capaci

Il 23 maggio 1992 una carica di 572 chili di esplosivo venne fatta saltare sotto un condotto dell’autostrada in direzione di Palermo, vicino allo svincolo di Capaci.

L'attentato costò la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e a tre agenti della scorta.
La strage fece parte di una strategia da parte di Cosa Nostra che nel 1992 decise di attaccare frontalmente lo Stato, senza però prevedere che l'uccisione del Giudice Falcone e poco dopo quella del del giudice Paolo Borsellino, avrebbe provocato una reazione fortissima da parte dei siciliani e dell'Italia intera. Totò Riina vedeva nel giudice Falcone il più grosso ostacolo che impediva di continuare le connivenze tra politici e mafiosi per il libero ed illecito controllo del territorio... (continua)
lunedì, maggio 22, 2017

Mattarella parla di Falcone al Csm

Per il Capo dello Stato Falcone "aveva ben presente, e a cuore, il valore dell'autonomia e dell'indipendenza della Magistratura". Anche l'Onu rende Omaggio al Giudice ucciso dalla Mafia, il 19 giugno prossimo, ricordandolo questo con un'apposita riunione in cui si discuterà di criminalità.

Venticinque anni dal periodo stragista più cruento che si ricordi: quello che uccise Giovanni Falcone, sua moglie e i componenti della scorta. A distanza di poco, anche Paolo Borsellino conobbe la stessa sorte. A distanza di un quarto di secolo, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda il giudice ucciso da Cosa Nosta. Giovanni Falcone diceva che "la mafia... (continua)
mercoledì, maggio 10, 2017

Lotta alla mafia: Matteo Messina Denaro, fermati i fiancheggiatori del boss

Si stringe il cerchio attorno al boss Matteo Messina Denaro.

Blitz dei carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Trapani. Quattordici i provvedimenti di fermo emessi dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo a carico di altrettante persone indagate per associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e altri reati aggravati dalle finalità mafiose.

Delineati gli assetti e le gerarchie delle persone coinvolte e scoperto un intervento pacificatorio fra le famiglie del boss Messina Denaro nel 2015... (continua)
martedì, maggio 09, 2017

Migranti, Zuccaro: massa di denaro che attira "gli interessi delle Mafia"

Interessi mafiosi sui migranti anche se bisogna sfatare il mito che "la mafia operi dovunque, perché così rischiamo di aumentare l'aurea di onnipotenza", dichiara Zuccaro.

"C'è una massa di denaro destinata all'accoglienza dei migranti che attira gli interessi delle organizzazioni mafiose e dico questo sulla base di alcune risultanze investigative". Così il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, davanti la Commissione Antimafia. Alla stessa riferisce quanto però "sia sbagliato ritenere che la mafia operi dovunque, perché così rischiamo di aumentare l'aurea di onnipotenza"... (continua)
mercoledì, maggio 03, 2017

Mafia Capitale: l’accusa chiede 515 anni di carcere

515 anni complessivi di carcere. Questa è stata la richiesta della Procura di Roma per gli imputati eccellenti di Mafia Capitale. Una richiesta che sorprende solo se ci si dimentica che si tratta di un processo in cui l’associazione di stampo mafioso è stata contestata a 19 imputati su 46.

Liberainformazione - Sì, perché sebbene questa mafia non sembra corrispondere all’idea classica di mafia che si può avere – anche volendo considerare tutte le evoluzioni e le trasformazioni che la criminalità organizzata sa fare, e ha fatto, per adattarsi ai contesti in cui deve operare – sempre mafia è, o almeno questo è quanto sostiene la Procura fin dall’inizio. Fin da quando, nel dicembre del 2014, Giuseppe Pignatone parlò di una mafia “autoctona, perché è una organizzazione romana e senza collegamenti con le altre organizzazione meridionali classiche ma con le quali ha rapporti paritari, e originale, perché ha caratteri suoi propri, diversi da quelli dalle mafie tradizionali”... (continua)
mercoledì, aprile 26, 2017

La mafia minaccia la giornalista di Repubblica, Federica Angeli

Ancora minacce, questa volta indirette, alla giornalista di Repubblica, Federica Angeli,autrice d'inchieste sulle infiltrazioni mafiose sul litorale di Ostia. 

Angeli minacciata più volte è già sotto scorta. Dopo aver incontrato il suo avvocato, l'auto del legale è stata incendiata, così come un episodio simile ha riguardato l'auto della sorella. La Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi) ha chiesto un incontro al ministro Minniti per valutare la situazione non solo della collega di Repubblica, ma anche degli altri giornalisti minacciati.
Il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti:
«Spetterà agli inquirenti condurre ulteriori indagini, ma non vi è dubbio che siamo in presenza di avvertimenti da non sottovalutare, perché ripetuti e accompagnati da costanti minacce e insulti anche sui social network» ... (continua)


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