giovedì, febbraio 27, 2020
Trucidati in attentati kamikaze, uccisi nel grembo della madre in attacchi anticristiani, obbligati a lasciare le proprie case e a vivere in campi profughi, resi schiavi e costretti ad assistere ai brutali assassini dei loro genitori. In alcuni Paesi al mondo essere dei bambini cristiani significa anche questo. Eppure sono proprio loro il futuro del Cristianesimo, soprattutto nelle aree in cui le comunità cristiane rischiano di scomparire.
ACS -
Aiuto alla Chiesa che Soffre dedica una campagna speciale ai bambini cristiani con tre progetti specifici a loro sostegno in Siria, Pakistan e Sierra Leone.
In Pakistan
ACS assicurerà il catechismo dei 250 piccoli fedeli della parrocchia del Santo Rosario di Warispura vicino Faisalabad. Le loro famiglie vogliono che i figli siano ben formati alla fede cristiana, in un contesto in cui l’Islam è maggioritario e spesso sfocia nel fondamentalismo. In Sierra Leone, la Fondazione
sosterrà la fede dei piccoli cristiani donando mille Bibbie del Fanciullo e mille Libretti del Rosario ai bambini della diocesi di Kenema nel Sud del Paese.
In Siria, invece, ACS sosterrà l’asilo delle suore Francescane Missionarie di Maria che accoglie gratuitamente i bimbi delle famiglie povere di tre sobborghi di Damasco, Kachkoul, Douela e Yaafur.
«I bambini sono le prime vittime del conflitto siriano – dichiara ad Aiuto alla Chiesa che Soffre la direttrice dell’asilo, suor Renée Coussa – nei loro occhi vi è sempre un velo di tristezza, hanno paura di qualsiasi rumore che gli ricordi il fragore delle bombe e sono spesso irrequieti... (continua)
lunedì, febbraio 24, 2020
L’ex presidente sudanese sarà consegnato al Tribunale penale internazionale. Amnesty International: “Passo avanti verso la giustizia”
Amnesty - Le autorità del Sudan hanno annunciato l’intenzione di consegnare al Tribunale penale internazionale l’ex presidente Omar al-Bashir e altre persone incriminate per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio commessi nella regione del Darfur.
“Omar al-Bashir è ricercato dal Tribunale penale internazionale per l’
omicidio, lo sterminio, il trasferimento forzato, la tortura e lo stupro di centinaia di migliaia di persone durante il conflitto del Darfur. La sua consegna al Tribunale sarebbe un passo avanti in direzione della giustizia per le vittime e i loro familiari
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mercoledì, febbraio 12, 2020
Pubblicata l’Esortazione post-sinodale sull’Amazzonia. Il documento traccia nuovi cammini di evangelizzazione e di cura dell’ambiente e dei poveri. Francesco auspica un nuovo slancio missionario e incoraggia il ruolo dei laici nelle comunità ecclesiali
Alessandro Gisotti
Radio Vaticana - “L’amata Amazzonia si mostra di fronte al mondo con tutto il suo splendore, il suo dramma, il suo mistero”. Inizia così l’
Esortazione apostolica post-sinodale, Querida Amazonia. Il Pontefice, nei primi punti, (2-4) spiega “il senso di questa Esortazione” ricca di riferimenti a documenti delle Conferenze episcopali dei Paesi amazzonici ma anche a poesie di autori legati all’Amazzonia. Sottolinea che desidera “esprimere le risonanze” che il Sinodo ha provocato in lui. E precisa che non intende né sostituire né ripetere il Documento finale che invita a leggere “integralmente”, auspicando che tutta la Chiesa si lasci “arricchire e interpellare” da esso e che la Chiesa dell’Amazzonia si impegni “nella sua applicazione”. Francesco condivide i suoi “Sogni per l’Amazzonia” (5-7), la cui sorte deve preoccupare tutti perché questa terra è anche “nostra”
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martedì, settembre 11, 2018
Piaga che riguarda oggi una persona su 9, mentre un adulto su 8 è obeso. Un paradosso anche italiano.
di Luca Aterini
GreenReport -Sono bastati appena tre anni, e ne abbiamo persi dieci di (già lenti) progressi: la fame è tornata ad aumentare nel mondo dal 2015, e secondo il rapporto appena pubblicato dall’Onu affligge una persona su nove (dati 2017). 821 milioni di bambini, donne e uomini costretti a non avere altra prospettiva rispetto ai loro piatti
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martedì, settembre 11, 2018
Nel primo mese di intervento in Nord Kivu, Medici senza frontiere ha trattato 65 pazienti: “Non possiamo abbassare la guardia finché l'epidemia non sarà dichiarata conclusa”.
Emiliano Sinopoli – Città del Vaticano
Vatican News -Medici senza frontiere (Msf) ha trattato 65 pazienti confermati di Ebola nel primo mese di intervento in Nord Kivu, in risposta alla nuova epidemia nella Repubblica Democratica del Congo. Si tratta di oltre l’80% di tutti i pazienti confermati ricoverati nei Centri di trattamento Ebola dall’inizio della diffusione del virus. Tra i pazienti confermati del Centro di trattamento di Mangina, 29 sono guariti e sono tornati alle loro famiglie mentre tre sono ancora sotto trattamento. “Siamo a un punto cruciale dell’epidemia”: dichiara Berangère Guais, coordinatore dell’emergenza di Msf a Beni.
Nuove “catene di trasmissione” del virus
“È vero che il numero di pazienti nel Centro di trattamento si è ridotto in modo significativo, ma negli ultimi giorni sono emersi nuovi casi da alcune catene di trasmissione diverse. Dobbiamo continuare a lavorare con la comunità per creare fiducia e garantire che chiunque presenti i sintomi dell’Ebola sia isolato e testato rapidamente. Non possiamo abbassare la guardia finché l’epidemia non sarà dichiarata conclusa. Purtroppo – prosegue Berangère Guais – in questa epidemia almeno 17 operatori sanitari si sono ammalati. Lo staff sanitario che cura pazienti con malattie come malaria e polmonite, o assiste le donne durante il parto, deve essere protetto da un adeguato sistema di triage che identifichi e isoli i sospetti di Ebola prima che entrino in ospedale
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mercoledì, novembre 15, 2017
Colpo di Stato in Zimbabwe contro il presidente 93enne Robert Mugabe.
di Alessandra Caparello
I militari, secondo quanto scrive l’agenzia Returs, sono entrati nella capitale Harare, bloccando strade che portano agli uffici del governo ma l’obiettivo, come ha dichiarato in tv il generale SB Moyo, capo di Stato maggiore per la logistica, sono i criminali intorno al presidente
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venerdì, ottobre 13, 2017
I missionari comboniani del Cuore di Gesù (in latino Missionarii Comboniani Cordis Iesu), detti in origine figli del Sacro Cuore di Gesù (Congregatio Filiorum S. Cordis Iesu), sono un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione, noti semplicemente come comboniani.
Agenzia Fides - Cambiare prospettiva sulla
figura del povero, che non è semplicemente destinatario passivo dell’azione missionaria, ma ne è il soggetto attivo e il collaboratore nella costruzione di una nuova umanità;
considerare l’Europa come ambito di missione, bisognosa della luce del Vangelo;
riqualificare il lavoro missionario attraverso servizi pastorali specifici in base all’ambiente e alle necessità delle persone;
arricchire l’Istituto internazionale e multiculturale della nuova dimensione dell’interculturalità... (continua)
mercoledì, maggio 17, 2017
Oltre 130 persone hanno perso la vita durante un attacco ad Alindao, nel sud-est della Repubblica Centrafricana.
Radio Vaticana - A Bangassou, dove nei giorni scorsi sono stati uccisi sei caschi blu, non si ha ancora un bilancio preciso dei civili morti e feriti. Il conflitto in atto vede protagonisti gruppi armati non ben identificati: l’esercito non è in grado di ristabilire l’ordine. Sulla situazione attuale nella città di Bangassou, Giorgio Saracino ha sentito Federica Nogarotto, Direttore Risorse Umane terreno e Medical Support di Medici Senza Frontiere:
ascolta
R. – A partire dallo scorso fine settimana, dopo alcuni momenti di tensione, che duravano già da alcune settimane, sono scoppiati violenti combattimenti nella città di Bangassou, nella Repubblica Centrafricana, che hanno costretto la popolazione civile ad abbandonare le proprie case; parliamo dello sfollamento di diverse migliaia di persone. Inizialmente queste persone si sono rifugiate all’interno di una moschea e nelle ultime ore sono riuscite a spostarsi in un altro luogo dove noi riusciamo ad accedere... (continua)
mercoledì, maggio 17, 2017
Si aggrava lo scenario di crisi politica ed economica in Venezuela, sfociata in violenze di piazza, che dai primi giorni di aprile percorrono il Paese latinoamericano, con decine di morti, centinaia di feriti e arresti.
Radio Vaticana - Su richiesta degli Stati Uniti, si terrà oggi una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza per cercare una via d’uscita a quella che si profila ormai come una guerra civile. Il servizio di Roberta Gisott:
ascolta
Preoccupa la comunità internazionale l’ondata montante di rivolta popolare in Venezuela contro il governo del
presidente in carica Nicolas Maduro. 48 i morti, negli scontri di piazza tra manifestanti, polizia e gruppi armati irregolari chavisti, noti come ‘colectivos’. Tre le vittime, tra cui due 17 enni, per colpi d’arma da fuoco, negli ultimi due giorni, una sicuramente uccisa da un agente delle polizia di Stato, per ammissione della Procura generale di Caracas
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