Violenti tafferugli tra i manifestanti che criticano Sarkozy e gli studenti che volevano raggiungere le aule. Il rettorato: non garantite libertà di studio e sicurezza
dal Corriere della Sera
PARIGI – L’università Sorbona di Parigi è stata chiusa venerdì mattina dopo i violenti tafferugli scoppiati tra studenti che volevano raggiungere le aule e manifestanti che protestavano contro l'autonomia ammistrativa che il governo vuole attribuire agli atenei (allo scopo di introdurre il capitale privato nelle università) e il progetto di riforma dei regimi speciali di pensione, voluto da Nicolas Sarkozy.
STOP FINO A LUNEDI' - In un comunicato diffuso dall’amministrazione della Sorbona si spiega che un gruppo di studenti ha fatto ricorso alla forza per bloccare uno degli ingressi dell’università. Questi studenti, si precisa nella nota, «fanno ogni giorno uso della forza, e questa mattina hanno fatto ricorso alla violenza fisica contro coloro che volevano seguire i loro corsi», afferma il rettorato. «La libertà di studio non è garantita e la sicurezza delle persone nemmeno - si aggiunge - Di conseguenza, dopo avere informato i presidi delle facoltà interessate, è stata presa la decisione di chiudere la Sorbona fino alla mattina di lunedì 26 novembre».
GLI SCIOPERI – Proprio venerdì la situazione in Francia stava tornando alla normalità, dopo nove giorni di scioperi nel settore dei trasporti e dell’impiego pubblico, che hanno di fatto bloccato il paese e creato enormi disagi alla popolazione. I sindacati avevano deciso 24 ore prima di togliere l’assedio al presidente Sarkozy, dopo la notizia dell’apertura di un tavolo di negoziazione sulla riforma dei regimi speciali delle pensioni tra le organizzazioni dei lavoratori, il governo e i rappresentanti delle imprese. L’adesione allo sciopero delle Sncf, le ferrovie dello Stato francesi, venerdì mattina era limitato appena al 2% dei lavoratori, secondo fonti aziendali.
METODO SARKO' - Alcuni osservatori interpretano la fine della protesta – per la verità gli scioperi sono solamente «sospesi», non cancellati - come una vittoria del «metodo Sarkozy», come ha titolato il quotidiano conservatore Le Figaro. Il presidente ha rassicurato la popolazione che terrà duro su tutte le sue promesse elettorali, e che «non cederà e non farà passi indietro». Anche se Sarkò ha evitato toni trionfalisitici, segno che il primo grande sciopero dalla sua salita al potere, accompagnato a una massiccia protesta popolare e all’esplodere delle tensioni tra gli studenti, ha lasciato il segno. Ma non gli hanno tolto la voglia di comunicare: «Parlerò ai francesi – ha detto il Capo dello Stato – quando il conflittò sarà davvero alle nostre spalle».
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