Domani Festa della Santa Famiglia, che il papa Benedetto XVI indica come "prototipo" della famiglia dell'umanità
da Radio Vaticana
L’ultima domenica del 2007 coincide con la Festa liturgica della Sacra Famiglia di Nazaret, che verrà certamente ricordata domani all’Angelus da Benedetto XVI. E già sullo sfondo, riecheggiano le esortazioni ispirate al tema della famiglia contenute nel Messaggio del Papa per il primo gennaio prossimo, Giornata mondiale della pace. Una chiusura e un inizio d’anno, dunque, entrambi nel segno di una tematica molto sentita dal Pontefice e più volte affrontata in discorsi e udienze.
La famiglia “non è una costruzione sociologica casuale”. E’ il 7 giugno 2005 quando, eletto Pontefice da appena due mesi, Benedetto XVI pone una delle prime “pietre” del suo magistero sulla famiglia cristianamente intesa, parlando al Convegno organizzato dalla diocesi di Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
La non casualità dell’istituzione familiare - spiega poi in un’altra circostanza - deriva da un dato soprannaturale diventato, duemila anni fa, un dato storico: Gesù, cioè Dio, sceglie, per incarnarsi, di nascere in una famiglia. Questi e altri concetti - ripresi e sviluppati in oltre due anni e mezzo di Pontificato - sono tasselli di una riflessione che il Papa affronta di volta in volta in tutta la sua complessità: dal raffronto spirituale della famiglia fondata sul matrimonio con il suo modello ideale, quella di Nazaret, alla denunce delle ferite inferte all’umanità, prima ancora della sacralità, della famiglia, ogni volta concluse dal Papa con richieste di attenzioni e rispetto per queste cellule domestiche, indispensabili al tessuto sociale ma non sempre da esso adeguatamente tutelate.
La Famiglia di Nazareth viene più volte indicata da Benedetto XVI con questo aggettivo: “prototipo”. Nella sua contemplazione, ogni famiglia - specie se cristiana - trova il senso più autentico dei vincoli d’amore che legano i coniugi fra loro, i genitori ai figli, questi ultimi alla madre e al padre. Pensieri comunicati esattamente un anno fa, il 31 dicembre 2006: “La santa Famiglia di Nazaret è veramente il ‘prototipo’ di ogni famiglia cristiana che, unita nel Sacramento del matrimonio e nutrita dalla Parola e dall’Eucaristia, è chiamata a realizzare la stupenda vocazione e missione di essere cellula viva non solo della società, ma della Chiesa, segno e strumento di unità per tutto il genere umano”.
Nascendo in una famiglia, osserva ancora il Papa all’Angelus di fine 2006, Gesù “l’ha consacrata come prima e ordinaria via del suo incontro con l’umanità”, mettendone in luce “il valore primario” nell’educazione della persona”. Ma prima ancora dell’aspetto formativo, la famiglia è culla di quella vita alla quale è chiamata a custodire e a dedicarsi negli anni avvenire. E questo della vita non nata è un valore tanto alto quanto spesso, nella nostra epoca, meno considerato e quindi oggetto delle più violente aggressioni. Benedetto XVI si esprime così nel citato intervento del giugno 2005 alla Basilica Lateranense: “Nell’uomo e nella donna la paternità e la maternità, come il corpo e come l’amore, non si lasciano circoscrivere nella sfera biologica: la vita viene data interamente solo quando con la nascita vengono dati anche l’amore e il senso che rendono possibile dire sì a questa vita. Proprio da qui diventa del tutto chiaro quanto sia contrario all’amore umano, alla vocazione profonda dell’uomo e della donna, chiudere sistematicamente la propria unione al dono della vita, e ancora più sopprimere o manomettere la vita che nasce”.
E il ricorso all’aborto non è la sola violenza alla vita umana e a quella familiare che oggi conosciamo. “Equivoche concezioni sull’uomo, sulla libertà e sull’amore umano” - afferma il Papa il 13 maggio 2006 nell’udienza al dicastero per la famiglia - mettono a rischio la verità sulla famiglia fondata sul matrimonio: “Va crescendo, purtroppo, il numero delle separazioni e dei divorzi, che rompono l’unità familiare e creano non pochi problemi ai figli, vittime innocenti di tali situazioni. La stabilità della famiglia è oggi particolarmente a rischio; per salvaguardarla occorre spesso andare controcorrente rispetto alla cultura dominante, e ciò esige pazienza, sforzo, sacrificio e ricerca incessante di mutua comprensione”.
Lo stesso accade con la più recente delle derive: la possibilità di unire in cosiddetto “matrimonio” donne con donne e uomini con uomini. Benedetto XVI è netto nello stigmatizzare il falso progressimo di tale pratica davanti alla platea della Lateranense: “Le varie forme odierne di dissoluzione del matrimonio, come le unioni libere e il ‘matrimonio di prova’, fino allo pseudo-matrimonio tra persone dello stesso sesso, sono invece espressioni di una libertà anarchica, che si fa passare a torto per vera liberazione dell’uomo”.
In definitiva, la “causa della famiglia” - secondo una delle espressioni di Benedetto XVI - va difesa anzitutto dalla Chiesa e dalle persone di fede, primi fra tutti quei papà, quelle mamme e quei figli per i quali i valori del Vangelo sono punti di riferimento nella quotidianità della vita. Ecco come un mese e mezzo fa, il Papa conclude l’udienza concessa ad una delegazione del Movimento “Famiglie nuove”, diramazione del più grande Movimento dei Focolari: “Auspico di cuore che, anche grazie al vostro impegno, possano essere individuate strategie pastorali tese a venire incontro ai crescenti bisogni della famiglia contemporanea e alle molteplici sfide a cui essa è posta di fronte, perché non venga meno la sua missione peculiare nella Chiesa e nella società”.
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