giovedì, febbraio 14, 2008
Roma, Italia — Uno studio - pubblicato su Nature Biotechnology - dimostra che un parassita del cotone, il lepidottero Helicoverpa Zea, ha sviluppato la resistenza alle piante che sono state geneticamente modificate per uccidere gli insetti della sua specie. Nelle piantagioni di cotone Ogm in Mississippi e Arkansas ora gli agricoltori sono costretti a fare maggior ricorso agli antiparassitari. Un pericolo che Greenpeace aveva denunciato in un rapporto del 2004.

da GreenPeace

Le piante Ogm che dovrebbero risultare resistenti agli insetti contengono di solito una versione sintetica della tossina Bt presente in natura. La costante esposizione alle tossine Bt, prodotte dalle piante Ogm, rende i parassiti resistenti ai loro effetti, favorendo la sopravvivenza di insetti nocivi che dimostrano immunità genetica al Bt. Col passare del tempo, tutto ciò può portare alla proliferazione di individui resistenti fino al punto in cui il Bt non servirà più contro la maggior parte degli insetti nocivi.

Nella sua forma naturale, il Bt è stato utilizzato fin dagli anni '50, nell'agricoltura biologica e sostenibile per eliminare insetti nocivi, senza danneggiare insetti non-target o altre forme di vita. Al contrario le tossine Bt prodotte da colture resistenti agli insetti - fra cui il mais Ogm della Monsanto - hanno dimostrato di essere molto nocive per altri utili insetti predatori.

La stessa sorte potrebbe toccare presto anche ad altre colture. Proprio a causa dei rischi di diversa natura legati a questi organismi il governo francese ha deciso di vietare la coltivazione del mais transgenico della Monsanto MON810.

Gli unici benefici portati dagli Ogm sono i guadagni che le aziende biotech ottengono a causa dei loro brevetti su sementi Ogm ed erbicidi. Su consumatori e agricoltori ricadono solo rischi ed effetti negativi.

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