Nell’indifferenza generale dei media e della diplomazia internazionale, la guerra in Sri Lanka tra indipendentisti tamil e forze governative diventa sempre più furiosa: 200 morti in quattro giorni. Ma nessuno ne parla...
da PeaceReporter
Ieri la città insulare di Mannar, in mano all’esercito ma vicina ai territori controllati dai ribelli, è stata teatro di un lungo duello di artiglieria. La battaglia è iniziata al mattino, quando i guerriglieri delle Tigri per la Liberazione della Patria Tamil (Ltte) hanno lanciato una pioggia di granate contro una base dell’esercito nel centro della città, uccidendo almeno sei soldati e danneggiando una chiesa adiacente alla guarnigione militare. Tutte le postazioni d’artiglieria governative della zona hanno iniziato un fuoco di sbarramento che ha fatto tremare la città per ore, mentre le truppe hanno sferrato un contrattacco che, secondo l’Ltte, sarebbe stato respinto uccidendo altri trentasei soldati e perdendo quattro guerriglieri. Un bilancio non confermato dai comandi militari.
Negli ultimi giorni, l’intensità dei combattimenti è stata tale che è diventato quasi impossibile tenere la conta dei morti. Ma merita provarci, solo per dare un’idea della virulenza di questo conflitto dimenticato che ha causato circa 1.200 morti dall’inizio dell’anno, almeno 72mila morti dal suo inizio nel 1983.
Un weekend di sangue. Lunedì 11 febbraio: 69 morti. Sette guerriglieri sono morti negli scontri avvenuti nel distretto di Jaffna, nei pressi dell’autostrada A-9. Due poliziotti sono morti nell’esplosione di una mina a Irattaperiyakulam, nel distretto di Vavuniya. Un ragazzino di 14 anni è morto durante uno scontro a fuoco tra esercito e ribelli nel distretto di Ampara. Diciassette ribelli e undici soldati sono morti in una violenta battaglia nel distretto di Welioya. Ventisette guerriglieri e quattro soldati sono rimasti uccisi nel corso degli scontri verificatisi nel distretto di Mananr.
Domenica 10 febbraio: 35 morti. Diciassette ribelli dell’Ltte sono stati uccisi negli scontri avvenuti nel distretto di Mannar, dove l’esercito ha sfondato le linee tamil nella zona di Mullikulam. Altri quattordici guerriglieri e un soldato sono morti nell’attacco delle forze governative contro due bunker dell’Ltte nel distretto di Vavuniya. Nella stessa zona, i militari hanno aperto il fuoco contro un trattore uccidendo tre persone: ribelli secondo il governo.
Sabato 9 febbraio, 46 morti. In una battaglia nel distretto di Mannar sono morti undici guerriglieri e due soldati; nella zona di Vavuniya sono rimasti uccisi diciannove ribelli e tre soldati. Sette miliziani dell'Ltte e un soldato sono invece morti nel distretto di Jaffna e altri tre guerriglieri in quello di Polonnaruwa.
da PeaceReporter
Ieri la città insulare di Mannar, in mano all’esercito ma vicina ai territori controllati dai ribelli, è stata teatro di un lungo duello di artiglieria. La battaglia è iniziata al mattino, quando i guerriglieri delle Tigri per la Liberazione della Patria Tamil (Ltte) hanno lanciato una pioggia di granate contro una base dell’esercito nel centro della città, uccidendo almeno sei soldati e danneggiando una chiesa adiacente alla guarnigione militare. Tutte le postazioni d’artiglieria governative della zona hanno iniziato un fuoco di sbarramento che ha fatto tremare la città per ore, mentre le truppe hanno sferrato un contrattacco che, secondo l’Ltte, sarebbe stato respinto uccidendo altri trentasei soldati e perdendo quattro guerriglieri. Un bilancio non confermato dai comandi militari.
Negli ultimi giorni, l’intensità dei combattimenti è stata tale che è diventato quasi impossibile tenere la conta dei morti. Ma merita provarci, solo per dare un’idea della virulenza di questo conflitto dimenticato che ha causato circa 1.200 morti dall’inizio dell’anno, almeno 72mila morti dal suo inizio nel 1983.
Un weekend di sangue. Lunedì 11 febbraio: 69 morti. Sette guerriglieri sono morti negli scontri avvenuti nel distretto di Jaffna, nei pressi dell’autostrada A-9. Due poliziotti sono morti nell’esplosione di una mina a Irattaperiyakulam, nel distretto di Vavuniya. Un ragazzino di 14 anni è morto durante uno scontro a fuoco tra esercito e ribelli nel distretto di Ampara. Diciassette ribelli e undici soldati sono morti in una violenta battaglia nel distretto di Welioya. Ventisette guerriglieri e quattro soldati sono rimasti uccisi nel corso degli scontri verificatisi nel distretto di Mananr.
Domenica 10 febbraio: 35 morti. Diciassette ribelli dell’Ltte sono stati uccisi negli scontri avvenuti nel distretto di Mannar, dove l’esercito ha sfondato le linee tamil nella zona di Mullikulam. Altri quattordici guerriglieri e un soldato sono morti nell’attacco delle forze governative contro due bunker dell’Ltte nel distretto di Vavuniya. Nella stessa zona, i militari hanno aperto il fuoco contro un trattore uccidendo tre persone: ribelli secondo il governo.
Sabato 9 febbraio, 46 morti. In una battaglia nel distretto di Mannar sono morti undici guerriglieri e due soldati; nella zona di Vavuniya sono rimasti uccisi diciannove ribelli e tre soldati. Sette miliziani dell'Ltte e un soldato sono invece morti nel distretto di Jaffna e altri tre guerriglieri in quello di Polonnaruwa.
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