ROMA - E’ stata presentata a Roma la prima edizione del Concorso Internazionale di Composizione “Strumenti di Pace” indetto dalla Fondazione Opera Campana dei Caduti di Rovereto: aperta ai musicisti di tutto il mondo, l’iniziativa è nata per ricordare come la musica possa avvicinare i popoli di diverse fedi e far nascere un dialogo ricco di speranza per il futuro dell’umanità. E’ la campana della pace: i suoi rintocchi risvegliano ogni giorno le coscienze. Maria dolens è il suo nome ed è diventata il simbolo di un’umanità riconciliata che sorge dalle ceneri della guerra e dal bronzo dei cannoni, strumenti di morte. Attorno a questa famosa campana si è creata una Fondazione che ne tutela lo spirito e ne preserva la memoria. Alberto Robol, Reggente della Fondazione, ci ricorda la missione universale della campana e il suo alto valore simbolico.
"La campana da 85 anni ricorda al mondo che la pace deve essere soprattutto una pace che parte del cuore. La “mission” è scritta proprio sul manto della campana stessa. La campana è vista come ammonimento. Ricordiamo di solito la frase di Paolo VI a Piazza San Pietro nel ’65, quando benedì la campana ed ebbe a dire: “E’ nata come campana dei caduti, ma forse è giunto il tempo di chiamarla anche campana della pace”, pace intesa come solidarietà, come congiungimento di tutti i popoli, in una visione di fraternità universale. Quindi “Maria Dolens” è proprio espressione simbolica e reale insieme di questa grande finalizzazione degli atti umani."
"E’ nato così il Concorso di Composizione “Strumenti di pace”: coloro che vi partecipano dovranno utilizzare un breve testo offerto da tre versetti che declinano la pace, tratti rispettivamente dal Vecchio Testamento, dal Vangelo e dal Corano. Con quale spirito e quale finalità è nato il Concorso? Lo chiediamo al direttore artistico Marcello Filotei. "Il concorso si basa principalmente sul simbolo della campana di 'Maria Dolens', che abbiamo cercato di declinare in musica. Il dato essenziale dell’attività della fondazione è quello di cercare quanto di comune c’è in culture diverse. Per questo motivo abbiamo scelto la musica come linguaggio universale e abbiamo anche scelto un testo tratto dai libri sacri e dalle tre religioni monoteiste per sottolinearne la comune derivazione abramitica. Un altro elemento fondamentale dell’attività della fondazione è quello di mettere in relazione tra loro le generazioni e per questo abbiamo deciso di commissionare un brano di un compositore già affermato, come Giorgio Battistelli, e quindi di una generazione precedente a quella dei compositori che invece parteciperanno al concorso".
La città di Rovereto ospita sul Colle Miravalle la grande Campana dei Caduti, Maria Dolens, intuita e voluta dal sacerdote roveretano don Antonio Rossaro all’indomani della Grande Guerra come simbolo imperituro di condanna del conflitto, di pacificazione delle coscienze, di fratellanza fra gli uomini, di solidarietà fra i popoli. Realizzata col bronzo dei cannoni offerto dalle nazioni partecipanti al primo conflitto mondiale, suonò il primo rintocco il giorno 4 ottobre 1925, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. In tutti questi anni ha fatto sentire alta la sua voce suonando ogni sera i cento rintocchi di ammonimento alla vita e alla pace. Uomini di Stato, Presidenti ed Ambasciatori unitamente a cittadini di ogni Nazione, le hanno reso omaggio e continuano a sentirla come voce della propria coscienza. Ben ottantaquattro Nazioni hanno esposto il loro vessillo intorno a Maria Dolens, nome di battesimo della Campana stessa, lungo il Viale delle Bandiere e sulla Piazza delle Genti, a testimoniare, anche visibilmente, la fedeltà ad un messaggio, ad una sorta di “Patto della Pace”. Il 18 gennaio 1968, con decreto del Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, nasce quale ente morale la Fondazione Opera Campana dei Caduti. Nelle finalità della Fondazione particolare attenzione è rivolta all’educazione delle nuove generazioni, alla cultura della pace, della non-violenza e dei diritti umani.
"La campana da 85 anni ricorda al mondo che la pace deve essere soprattutto una pace che parte del cuore. La “mission” è scritta proprio sul manto della campana stessa. La campana è vista come ammonimento. Ricordiamo di solito la frase di Paolo VI a Piazza San Pietro nel ’65, quando benedì la campana ed ebbe a dire: “E’ nata come campana dei caduti, ma forse è giunto il tempo di chiamarla anche campana della pace”, pace intesa come solidarietà, come congiungimento di tutti i popoli, in una visione di fraternità universale. Quindi “Maria Dolens” è proprio espressione simbolica e reale insieme di questa grande finalizzazione degli atti umani."
"E’ nato così il Concorso di Composizione “Strumenti di pace”: coloro che vi partecipano dovranno utilizzare un breve testo offerto da tre versetti che declinano la pace, tratti rispettivamente dal Vecchio Testamento, dal Vangelo e dal Corano. Con quale spirito e quale finalità è nato il Concorso? Lo chiediamo al direttore artistico Marcello Filotei. "Il concorso si basa principalmente sul simbolo della campana di 'Maria Dolens', che abbiamo cercato di declinare in musica. Il dato essenziale dell’attività della fondazione è quello di cercare quanto di comune c’è in culture diverse. Per questo motivo abbiamo scelto la musica come linguaggio universale e abbiamo anche scelto un testo tratto dai libri sacri e dalle tre religioni monoteiste per sottolinearne la comune derivazione abramitica. Un altro elemento fondamentale dell’attività della fondazione è quello di mettere in relazione tra loro le generazioni e per questo abbiamo deciso di commissionare un brano di un compositore già affermato, come Giorgio Battistelli, e quindi di una generazione precedente a quella dei compositori che invece parteciperanno al concorso".
La città di Rovereto ospita sul Colle Miravalle la grande Campana dei Caduti, Maria Dolens, intuita e voluta dal sacerdote roveretano don Antonio Rossaro all’indomani della Grande Guerra come simbolo imperituro di condanna del conflitto, di pacificazione delle coscienze, di fratellanza fra gli uomini, di solidarietà fra i popoli. Realizzata col bronzo dei cannoni offerto dalle nazioni partecipanti al primo conflitto mondiale, suonò il primo rintocco il giorno 4 ottobre 1925, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. In tutti questi anni ha fatto sentire alta la sua voce suonando ogni sera i cento rintocchi di ammonimento alla vita e alla pace. Uomini di Stato, Presidenti ed Ambasciatori unitamente a cittadini di ogni Nazione, le hanno reso omaggio e continuano a sentirla come voce della propria coscienza. Ben ottantaquattro Nazioni hanno esposto il loro vessillo intorno a Maria Dolens, nome di battesimo della Campana stessa, lungo il Viale delle Bandiere e sulla Piazza delle Genti, a testimoniare, anche visibilmente, la fedeltà ad un messaggio, ad una sorta di “Patto della Pace”. Il 18 gennaio 1968, con decreto del Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, nasce quale ente morale la Fondazione Opera Campana dei Caduti. Nelle finalità della Fondazione particolare attenzione è rivolta all’educazione delle nuove generazioni, alla cultura della pace, della non-violenza e dei diritti umani.
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