giovedì, maggio 29, 2008

A Dublino 111 Paesi firmano per la messa al bando.

PeaceReporter - I delegati di 111 Paesi hanno raggiunto ieri a Dublino un accordo storico per la messa al bando delle cluster bomb. Dopo dieci giorni di intensi e spesso confusi negoziati, la notizia dell'accordo è arrivata a sorpresa, preceduta dalle dichiarazioni della Gran Bretagna che aveva anticipato ieri mattina la decisione di smantellare le cluster dal proprio territorio. "La Convenzione sulle armi a grappolo prevede - ha annunciato il ministro degli Esteri irlandese Micheal Martin - che ogni stato firmatario si impegni in modo solenne a non utilizzare, produrre o acquistare" qualsiasi tipo di munizione cluster. Il testo, concordato con due giorni di anticipo rispetto alla fine dei lavori, verrà votato e approvato venerdi in seduta plenaria e firmato definitivamente il 3 dicembre a Oslo.

Boicottaggio. Proprio a Oslo era infatti iniziato, nel febbraio 2007, il processo che ha portato alla decisione attuale. Attraverso alcune tappe intermedie (Wellington, Lima, Vienna), è stata elaborato un accordo che obbliga ogni Paese firmatario a non: usare munizioni cluster; produrre, acquistare, commercializzare, stoccare, trasferire direttamente o indirettamente munizioni cluster; assistere o incoraggiare chiunque a intrattenere attività proibite dall'accordo con un altro Stato membro della convenzione. Secondo gli accordi, i Paesi dovranno procedere alla distruzione dei loro arsenali di munizioni cluster entro otto anni dalla firma dell'accordo. Secondo i detrattori del processo di Oslo, questo lascerà il tempo per la costruzione di nuove munizioni, sempre più sofisticate e sempre più precise, in grado di produrre danni minori alle popolazioni civili e aggirare eventuali restrizioni. I maggiori Paesi produttori di cluster bomb hanno boicottato la conferenza di Dublino. Stati Uniti, Russia, Cina, India, Israele e Pakistan erano infatti assenti, e come tali non rientrano nella convenzione.

La posizione dell'Italia. Il Senato ha votato ieri sera all'unanimità (con 271 voti) un ordine del giorno bipartisan per la messa al bando delle cluster bomb, le cosiddette bombe a grappolo. L'ordine del giorno è il frutto di un'intesa raggiunta all'ultimo momento tra la maggioranza e l'opposizione. L'odg impegna il governo "ad assumere nell'ambito della Conferenza di Dublino, a seguito della dichiarazione di Oslo, nel rispetto degli impegni internazionali e delle operazioni di pace delle Nazioni Unite dell'Ue e dell'Alleanza Atlantica, anche in relazione alle esigenze di integrazione reciproca, una decisa posizione a favore della messa al bando delle cluster bomb".

Il nostro Paese era presente alla conferenza di Dublino con un cartello di organizzazioni, riunite nella 'Campagna italiana contro le mine', il cui coordinatore, Giuseppe Schiavello, è stato raggiunto telefonicamente da PeaceReporter.

Schiavello, come giudica la posizione del nostro Paese?
E' una posizione che cerca di tutelare anche l'interesse degli Usa. Impossibile pensare il contrario, con la presenza delle basi Nato. A differenza delle mine anti-persona, gli Usa tengono moltissimo a mantenere lo stock di munizioni cluster nelle loro basi anche in Gran Bretagna, Germania. Gli Usa hanno fatto pressioni diplomatiche fortissime per evitare il divieto di operazioni congiunte, ovvero l'interoperabilità, che avrebbe sancito la possibilità per gli Stati firmatari di usare le cluster bombs nelle operazioni congiunte o nel caso di intervento in supporto ad altre nazioni. Uno degli altri articoli dibattuti è stato quello sulla transizione, e fortunatamente non è stato approvato. Si chiedeva che trascorressero dai 10 ai 15 anni per l'entrata in vigore del trattato.

Qual è il prossimo passo?
La firma del Trattato a Oslo, a dicembre, poi una legge nazionale di ratifica. Con la ratifica di trenta Paesi, il Trattato entrerà ufficialmente in vigore.

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