30 mila fra spacciatori e "schiavi del sesso"
I minori del Paese, il più povero dell’area mediorientale, vengono sfruttati dal racket del lavoro nero o entrano nel mercato della prostituzione. La mancanza di politiche familiari e il disinteresse dello Stato contribuiscono ad accrescere il senso di abbandono.
Sanaa, Yemen (AsiaNews/Agenzie) – Emarginazione, degrado, mancanza di scolarizzazione, una lotta quotidiana per la sopravvivenza che sovente sfocia nello sfruttamento del lavoro minorile: è questa la condizione di oltre 30mila bambini nello Yemen (il Paese più povero dell’area mediorientale), costretti a “diventare corrieri della droga” o semplici “spacciatori”, oppure “schiavi del sesso” nel caso delle femmine. È quanto emerge da una ricerca promossa dall’ente governativo Supreme Council for Motherhood and Childhood (Scmc), che per la prima volta ha voluto prendere in esame la condizione dei minori del Paese. E il quadro è agghiacciante: la migrazione verso le città, la povertà, il sottosviluppo, la disoccupazione, la mancanza di adeguati progetti nel sociale e di sostegno alle politiche familiari, il disinteresse dello Stato verso le fasce più deboli sono tutti elementi che contribuiscono ad aggravare la situazione dei “bambini di strada”.
La ricerca, condotta in otto dei 21 governatorati nei quali è suddiviso lo Yemen – Sanaa, Aden, Taiz, al-Hudeidah, Hadhramout, Ibb, Hajjah e Dhamar – ha preso in esami i casi di 4.760 minori, di cui oltre 4mila maschi e 718 femmine. Ma la realtà è ben più ampia e coinvolge circa 30mila bambini, il 60% dei quali “dorme e lavora in strada”, occupandosi di piccoli commerci o vivendo “di espedienti” senza alcun contatto con le famiglie di origine, mentre il restante 40% la sera ritorna nelle “baraccopoli” dove abitano i genitori.
Uno scenario destinato a peggiorare secondo le stime elaborate dalla ricerca promossa dall’ente governativo, che denuncia anche uno scarso interesse delle associazioni umanitarie: delle 6mila organizzazioni presenti nel Paese, solo una minima parte (3 o 5 in totale) si occupa dei bambini di strada.
Carente anche il tasso di scolarizzazione dei ragazzi, la gran parte dei quali non ha nemmeno completato il ciclo primario di istruzione; numerosi i casi di violenza negli istituti, fattore che spinge gli studenti ad abbandonare in massa la scuola. Un ultimo problema emerso dalla ricerca riguarda l’ambito sanitario: fra i minori dilagano i casi di patologie legate alla malnutrizione o alle pessime condizioni igieniche come la diarrea, la malaria, infezioni polmonari, epatiti o anemie solo per citarne alcune.
Uno fra i tanti giovani intervistati nel corso dell’inchiesta ha rivelato di “aver dormito per quasi un anno vicino a una scuola della capitale”, senza alcun contatto con la famiglia “che vive ad Amran”, un governatorato nel nord del Paese. Egli ha 14 anni e si guadagna da vivere “vendendo sigarette per strada”; dice di non aver mai voluto dormire sotto un tetto “per poter risparmiare il più possibile e mandare i soldi ai genitori: mio padre – confessa il ragazzo – è partito tre anni fa per l’Arabia Saudita alla ricerca di un lavoro e non è più tornato. Ho tre fratelli e una sorella, per questo mia madre mi ha chiesto di venire nella capitale e guadagnare un po’ di soldi per dar da mangiare agli altri figli”.
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