
Non è attaccata ad un respiratore e, quindi, non si tratta assolutamente di staccare una spina. Quello che è stato anzi deciso per sentenza dai giudici è di sospendere l’alimentazione e l’idratazione, condannando così Eluana, che – a detta del suo medico curante – è una persona perfettamente sana fisicamente, ad una morte atroce per fame e per sete. Una morte per la quale saranno necessari almeno 14 giorni, nei quali si spegnerà lentamente e lentamente si allontanerà dalla vita. Ciò che viene fatto, tra l’altro su una persona che si dice non proverà sofferenza, anche se questo è tutto da provare, è veramente la legittimazione di un vero e proprio omicidio, perchè se come si sostiene non c’è neanche sofferenza – il che non è sicuro – allora non c’è neanche l’ipocrita scusante dell’eutanasia. Sappiamo, infatti, che l’eutanasia – in maniera ipocrita – viene considerato un modo per eliminare la sofferenza, eliminando il sofferente. Qui si sta legittimando veramente un omicidio! Allora la domanda di fondo è: a chi dà fastidio Eluana Englaro? A chi fa paura? Da qui l’appello di Scienza e Vita. Scienza e Vita vuole mobilitare tutte le coscienze affinché questa sentenza che appare una sentenza di morte diventi un appello per la vita. Un appello di risposta e soprattutto il grido di una volontà da parte di coloro che vogliono prendersi cura dei più fragili, dei più innocenti esseri umani, che in questo caso hanno una sola colpa: non possono chiedere agli altri aiuto, non possono chiedere agli altri di essere accompagnati e di essere accuditi".
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