martedì, settembre 30, 2008

Agenzia Misna - "Stiamo ricorrendo contro tutte le multe, sono assurde; tutti gli immobili rurali che l'Incra ha ottenuto per la riforma agraria erano già degradati e questa è cosa nota, essendo una delle condizioni per l'espropriazione: tutti gli insediamenti multati sono stati creati tra il 1995 e il 2002", sotto il governo del presidente Fernando Henrique Cardoso. Rolf Hackbart, presidente dell'Istituto nazionale di colonizzazione e riforma agraria (Incra), ente governativo, ha replicato con forza all'annuncio che sei appezzamenti di terra gestiti dall'organismo figurano ai primi sei posti nella lista dei 100 maggiori 'disboscatori' dell'Amazzonia divulgata dal ministro dell'Ambiente, Carlos Minc, e consultabile sul sito internet del dicastero.
Hackbart ha sottolineato che il taglio illegale degli alberi nei territori amministrati dall'Incra per offrire insediamenti stabili ai contadini 'senza terra' risulta precedente all'avvio operativo di qualsiasi progetto di riforma agraria: "Le multe che ci sono state applicate dall'Ibama (Istituto dell'ambiente e delle risorse naturali rinnovabili) sono arbitrarie. Il maggior 'disboscatore' in Brasile va individuato in altri aspetti della gestione del settore agricolo e zootecnico; il Mato Grosso, per esempio, è un mare di soia" ha detto ancora il presidente dell'Incra, aggiungendo: "Quello che mi sorprende è che esista il disboscamento nelle unità di conservazione del governo federale, nelle terre indigene…Queste multe serviranno solo per nuovi attacchi alla riforma agraria". Il ministro Minc ha divulgato la lista dei 100 'disboscatori' in concomitanza con gli ultimi dati dell'Istituto nazionale di ricerche spaziali (Inpe), secondo i quali la deforestazione in Amazzonia è aumentata in modo drastico ad agosto con 756 chilometri quadrati di foresta vergine rasi al suolo, un'area equivalente alla metà del Comune di San Paolo, pari al 144% in più rispetto a luglio. Per quel che riguarda l'Incra, precisa il quotidiano 'Folha' di San Paolo, il ministro non ha comunque attribuito responsabilità dirette agli insediamenti destinati alla riforma agraria.


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