
Stando alla ricerca, la grande pericolosità nei confronti dei bambini e dei più giovani, sarebbe dovuta all'incompleta maturazione del cervello e del sistema nervoso (ancora in sviluppo); inoltre la calotta cranica è più sottile rispetto a quella adulta, quindi le onde penetrano in modo più massiccio. Ma i cellulari non sono l'unico pericolo per i più giovani, altri sono i dispositivi portatili incriminati: i cordless e le trasmissioni Wi-Fi.
E per coloro che hanno iniziato ad utilizzare i cellulari dopo i 20 anni, per un periodo di circa 10 anni, la possibilità di sviluppare un glioma (tumore del tessuto nervoso) è di circa il 50% rispetto a coloro che non lo usano affatto. Riscontrato anche il rischio di tumori al nervo acustico, che possono causare sordità.
Come detto sopra, la notizia ha fatto scalpore. Come per l'industria del tabacco, nessuno ha mai parlato in maniera chiara dei rischi del telefonino; c'è inoltre chi sostiene che tali dati siano falsi. Come nel caso del National Radiological Protection Board (ente cui il governo britannico si affida al fine di stabilire i livelli di sicurezza), i cui esperti affermano: "Non abbiamo trovato un accrescimento del rischio di tumore al cervello associato all'esposizione ai telefoni mobili." Questi continuano dicendo che manca la necessaria precisione statistica al fine di trarre le conclusioni di cui il Prof. Hardell sarebbe così sicuro. Secondo il Prof. Hardell, invece, non ci sarebbero dubbi: si devono prendere delle precauzioni; e continua dicendo che vi sono determinati tumori che impiegano anni, addirittura decenni, per svilupparsi, un tempo maggiore rispetto alla presenza dei telefonini sul mercato. Il Prof. Hardell conclude sostenendo che i danni sul lungo periodo potrebbero risultare molto peggiori di quanto non appaiano ora. A sostegno del Prof. Hardell, David Carpenter (della Scuola di Salute Pubblica dell'Università di New York) il quale sostiene che i bambini passano molto tempo al telefonino, ciò potrebbe provocare una crisi della salute pubblica, che si svilupperebbe in un'epidemia di tumori al cervello. Ma il Prof. Lennart Hardell non si arrende, dichiarando di voler fare altri studi in quanto il quadro della situazione è realmente preoccupante.
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