martedì, dicembre 16, 2008
Riformati i regolamenti disciplinari dell'esercito israeliano: pene più leggere

PeaceReporter - Questa settimana l'esercito israeliano ha varato una riforma per regolare le punizioni disciplinari ai danni dei suoi militari. Lo scopo della manovra sarebbe quello di limitare gli abusi che negli ultimi anni hanno visto crescere a un livello allarmante il fenomeno delle incriminazioni contro soldati da parte dei loro superiori. Questo almeno è quanto sostengono le autorità israeliane - rimaste anonime - che hanno commentato la decisione.
Solo poche settimane prima, però, l'organizzazione umanitaria israeliana Yesh Din sosteneva che, quando le violazioni dei soldati riguardano i palestinesi, le incriminazioni sono molto rare.

La riforma nasce dalle valutazioni dei supervisori della procura militare, che lamentano di essere dovuti intervenire nel 57 percento delle cause dibattute nel 2008. Sul totale delle 1352 sentenze di quest'anno, i supervisori ne hanno annullate o ridotte 284, il 21 percento. Il problema a quanto pare riguarda la chiarezza delle norme disciplinari, ma non solo, occorre anche che tutti i soldati, ma soprattutto gli ufficiali, siano ben consapevoli dei loro doveri e dei limiti del loro potere. I nuovi regolamenti militari prevedono che non tutti gli ufficiali potranno mandare in carcere un soldato di rango inferiore, ma solo quelli dal grado di Maggiore in su. Verranno inoltre vietare le pene da scontarsi consecutivamente e verranno accorciati anche i periodi di confino all'interno delle basi. Dunque i diversi gradi della gerarchia avranno diverse facoltà sanzionatorie secondo un rapporto tra posizione e punizione. Confusione? A quanto pare no, visto che fino a oggi le disposizioni in materia disciplinare erano contenute in 20 articoli del regolamento, che ora sono stati unificati in un unico maxi decreto. I militari saranno tenuti a conoscerlo prima di ogni passaggio di grado. Il ministero della difesa aveva già varato una riforma simile nel 2004, ma nei quattro anni successivi il numero medio delle punizioni disciplinari non è calato e anzi, sarebbe cresciuto quello delle distorsioni scoperte: come nei casi di soldati puniti per duramente per violazioni di cui non erano responsabili, o di punizioni comminate da officiali che non avevano i requisiti per farlo. O ancora, per le sentenze emesse in assenza dell'imputato e testimonianze raccolte senza la difesa.

Il nuovo regolamento restringe anche la possibilità per i civili di accusare i soldati, dato che il tempo per denunciare una violazione compiuta da un membro dell'esercito è stato limitato a una settimana. Il militare denunciato, di contro, dovrà essere processato entro 15 giorni. Lo scorso 26 novembre, un rapporto dell'organizzazione umanitaria israeliana Yesh Din metteva in luce l'altra faccia del problema. I soldati israeliani che si rendono responsabili di violenze o abusi contro civili palestinesi vengono incriminati solo di rado, e spesso con sentenze lievi. Secondo l'Ong, dall'inizio della seconda intifada - nel settembre del 2000 - fino al 2007, oltre duemila civili palestinesi che non erano coinvolti in combattimenti sono stati uccisi dal fuoco israeliano nei Territori occupati. Secondo il rapporto, che si basa sui dati forniti dall'esercito israeliano, durante il periodo considerato le inchieste giudiziarie relative a violazioni compiute dai soldati nei confronti dei palestinesi sono state 1246, ma al termine del 2007 le incriminazioni sono state solo 78, il sei percento del totale. Secondo il direttore delle ricerche di Yesh Din e autore del rapporto, Lior Yavne "un soldato che sceglie di picchiare un palestinese in manette o che spara senza necessità contro un palestinese disarmato sa che le possibilità di finire sotto processo o anche sotto inchiesta sono minime".

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa