Nel 2008 l'incremento annuo degli stranieri ha superato le quattrocentomila unità

L'Europa orientale, anche relativamente al 2008, si conferma l'area da cui provengono la maggior parte degli immigrati: al vertice della classifica restano i romeni con 800 mila presenze, il 20,5 per cento del totale migranti, seguiti da albanesi (440 mila), marocchini (400 mila), cinesi (170 mila) e ucraini (150 mila). A livello territoriale la Lombardia con 904.816 residenti stranieri, il Veneto con 454.453 e il Lazio con 450.151 si confermano le mete più ambite. Nonostante i proclami e gli slogan del governo, i rimpatri sono un numero esiguo. Su 36.951 persone sbarcate, ne sono state rimpatriate a forza 17.880 e 6.358 quelle respinte alle frontiere. Non è quindi dal mare che proviene il pericolo clandestini, sebbene le politiche governative abbiano puntato tutto su questo aspetto per condizionare l'opinione pubblica.
Uno dei dati sui quali, invece, vale la pena concentrare l'attenzione relativamente al 2008 riguarda i minori. Più di un quinto della popolazione straniera è costituita da minori che raggiungono le 862.453 unità. I nuovi nati da genitori stranieri lo scorso anno sono stati 72.472, il 12,6 per cento delle nascite totali registrate in Italia. Se poi ai nati nel nostro Paese si aggiungono i ricongiungimenti familiari, la cifra dei minori stranieri supera per la prima volta le centomila unità. L'immigrazione si conferma una ricchezza demografica per la popolazione italiana che tende sempre più all'invecchiamento.
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