di Monica Cardarelli

Ne è trascorso di tempo durante il quale il sole e la luna hanno continuato ad illuminare la terra e l’uomo ha proseguito il suo cammino. La misurazione dell’unità di tempo ai nostri giorni è diversa rispetto a quando i nostri padri seguivano la scansione del sole per il lavoro nei campi e quella della luna per il riposo del corpo e della mente durante la notte. E l’uomo ha proseguito il suo cammino.
Per anni, decenni, millenni, i passi dell’uomo hanno calpestato questa terra. Terra che ci nutre, terra che ci abbraccia come creature, terra che si lascia calpestare per rinascere e dare vita a innumerevoli forme di vita che provengono da lei.
L’uomo continua nel cammino. I suoi passi vanno avanti sempre più incerti e stranieri. Terra che ci accoglie, terra che si affida, terra che non conosce inimicizie. Negli anni, nel tempo, l’uomo prosegue; non può fermarsi né tornare indietro. Terra che osserva, terra che persiste e resiste, vive e sopravvive ai passi dell’uomo, a quei progressi che avanzano noncuranti del calpestio che determinano, del disastro che provocano.
Ne è passato di tempo da quando Francesco calpestava con i suoi piedi nudi le campagne umbre. Giorni e notti si sono alternate all’infinito e hanno veduto generazioni di esseri viventi nascere, morire e trasformarsi adattandosi ai cambiamenti necessari per la sopravvivenza della specie. Questa nostra terra ha visto infinite varietà di esseri minuscoli o animali forti e imponenti prima di assistere all’avvento del progresso. La prima fabbrica e ciminiera che colorava il cielo. Le prime automobili che come scatole di latta si sono moltiplicate all’infinito in specie e colori diversi. Altrettanti aggeggi che volano nel cielo e lasciano una scia biancastra ma anche le prime locomotive che col tempo sono diventate rosse, argento e sfrecciano sempre più. Le prime centrali nucleari. Il telefono, anche quello senza fili da cui, sembra strano, si sente anche la musica. La radio. Perché l’uomo va avanti, ha proseguito nel suo cammino verso il progresso e nel progresso sempre più rapidamente procede.
Ormai questa nostra terra vede campanili e tetti di abitazioni accanto ad antenne paraboliche. Ascolta sempre più attonita i suoni e i rumori che provengono dai mille elettrodomestici di cui ormai tutti sono forniti, dalle televisioni o le suonerie dei portatili che rimbalzano da un angolo all’altro della terra e non più il suono delle campane.
L’uomo prosegue il suo cammino. Cammina, procede e calpesta con i suoi passi la terra che lo accoglie. Ne è trascorso di tempo… speriamo solo di non dovere aspettare altri 40 anni per accorgerci dei passi che stiamo facendo e del cammino che stiamo percorrendo.
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