giovedì, aprile 29, 2010
Recensione del nostro Renato Zilio sul libro edito dalle Edizioni Paoline

“La gioia di essere prete”. Un libro conviviale, diretto, di sorprendente semplicità. È il frutto delle meditazioni di ogni mattino del cardinale Schönborn nel settembre 2009, in un ritiro internazionale a un migliaio di sacerdoti tenutosi nel villaggio di Ars. Con lui ci si immerge nella dolce spiritualità del curato d’Ars e di Teresa di Lisieux “la plus belle fille de France”.
In tempi turbati e inquieti “in cui di questo ministero si mettono in luce solo le ombre”, se ne ricava una visione cristallina e profonda della vita del sacerdote alla luce stessa di Dio. Non è un trattato audace o un discorso speculativo, pur provenendo dalla mente di un grande domenicano. Presenta, invece, la scioltezza di parola, l’immediatezza e la spontaneità del clima spirituale che si respira ad Ars dai tempi del loro curato più conosciuto e credente. Nasconde, in fondo, la profonda cultura teologica, ma soprattutto la ricca esperienza di pastore dell’arcivescovo di Vienna dal 1995. La bellezza è semplicità, si afferma solitamente.

I capitoli si susseguono trattando della vocazione, della misericordia, del combattimento spirituale della preghiera, dell’eucarestia e della carità pastorale. Il libro si conclude con questioni pastorali concrete, affrontate con realismo, con ricchezza sapienziale, prive di atteggiamenti dogmatici.
Si comprende, in fondo, la gioia del ministero di essere prete. La gioia non è mai una conquista. È un dono, il più misterioso, gratuito e gratificante che possa nascere da una vita di ascesi, di servizio e di fedeltà a Dio. Da un’esistenza, in verità, carica di senso. Ed è il dono più bello che il Signore sa offrire ad ogni discepolo alla fine del suo cammino. “La religone del Curato d’Ars è una religione della felicità, non una ricerca morbosa della mortificazione, come a volte si è creduto. La nostra felicita è troppo grande! - amava ripetere - No, no, non lo capiremo mai!”
Ecco un libro ricco di un’interiorità da gustare. Al pari di ogni esistenza di sacerdote che, come un curato d’Ars, sa farsi testimonianza luminosa tra gli uomini della misericordia di Dio, ma anche di gioia e di speranza, come ricorda il Papa. “Scelto tra gli uomini, il sacerdote rimane uno di loro ed è chiamato a servirli donando loro la vita di Dio.” Sublime missione e mistero, allo stesso tempo.

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