In Botswana l'80% della popolazione rurale usa legna da ardere per riscaldarsi e cucinare, una vera e propria tragedia per l'ambiente di un Paese che nel suo simbolo ha scritto "Pula" (pioggia) per far capire la grande importanza dell'acqua per uno Stato in gran parte arido.
GreenReport - Il Programma per l'ambiente dell'Onu (Unep) e il Global environment facility (Gef) hanno fatto un partenariato con il governo del Botswana «Per rispondere all'urgenza di introdurre dei carburanti alternativi e di ridurre le emissioni di carbonio» che coinvolge le comunità locali nello sviluppo di un'energia definita «tanto economica quanto ecologica: l'energia solare». L'iniziativa è finanziata dal governo di Gaborone e dal Gef e l'Unep, che è incaricato di metterla in atto, spiega che «Una prima serie di sistemi solari domestici, di lanterne ricaricabili, di stazioni di alimentazione solare comunitarie e di cucine per risparmiare legname sono già in servizio da più di 6 mesi».
La Botswana Power Corporation (Bpc), l'impresa energetica statale, è stata incaricata di fornire l'energia solare alla popolazione rurale del Paese africano e a Kgope, il comitato di sviluppo del villaggio ha aperto un energy kiosk che gli è stato dato dalla Bpc nel quadro del programma pilota del progetto. Il chiosco vende lanterne solari, forni a risparmio energetico e sacchi isotermici.
La gestrice dell'energy kiosk, Serobele Kgadimapa, spiega che «Può caricare una ventina di lanterne alla volta per un prezzo modesto. Prendo anche le ordinazioni per i sistemi solari domestici».
Le famiglie del villaggio che hanno avuto un sistema solare hanno visto cambiare radicalmente la loro vita: i ragazzi possono studiare anche la sera e molti sperano che l'energia solare presto possa consentire anche di avere una televisione o sentire la radio. Oltre che al grosso vantaggio ambientale di diminuire l'utilizzo di legna da ardere in un Paese arido, il programma sta aiutando molto le donne e le ragazze che hanno più tempo a disposizione, ma anche più soldi, visto che riescono a cucinare nei forni economici un pasto per 4 persone con solo un chilogrammo di legna.
Intanto anche nei villaggi di Dikgatlhong, Lentsweletau e Medie sono stati aperti degli energy kiosk e sono già stati installati dei sistemi solari domestici. Ora, grazie a questi esempio di buon funzionamento, lo sviluppo del progetto dovrebbe subite una forte accelerazione.
L'Unep spiega che «Quando questi villaggi pilota avranno pienamente adottato l'energia solare, il programma verrà esteso ad altre comunità rurali del Botswana, per ridurre ancora le emissioni di carbonio e l'impatto dei tagli forestali sull'ambiente, a offrendo allo stesso tempo agli abitanti dei villaggi un'alternativa economica vantaggiosa».
GreenReport - Il Programma per l'ambiente dell'Onu (Unep) e il Global environment facility (Gef) hanno fatto un partenariato con il governo del Botswana «Per rispondere all'urgenza di introdurre dei carburanti alternativi e di ridurre le emissioni di carbonio» che coinvolge le comunità locali nello sviluppo di un'energia definita «tanto economica quanto ecologica: l'energia solare». L'iniziativa è finanziata dal governo di Gaborone e dal Gef e l'Unep, che è incaricato di metterla in atto, spiega che «Una prima serie di sistemi solari domestici, di lanterne ricaricabili, di stazioni di alimentazione solare comunitarie e di cucine per risparmiare legname sono già in servizio da più di 6 mesi».
La Botswana Power Corporation (Bpc), l'impresa energetica statale, è stata incaricata di fornire l'energia solare alla popolazione rurale del Paese africano e a Kgope, il comitato di sviluppo del villaggio ha aperto un energy kiosk che gli è stato dato dalla Bpc nel quadro del programma pilota del progetto. Il chiosco vende lanterne solari, forni a risparmio energetico e sacchi isotermici.
La gestrice dell'energy kiosk, Serobele Kgadimapa, spiega che «Può caricare una ventina di lanterne alla volta per un prezzo modesto. Prendo anche le ordinazioni per i sistemi solari domestici».
Le famiglie del villaggio che hanno avuto un sistema solare hanno visto cambiare radicalmente la loro vita: i ragazzi possono studiare anche la sera e molti sperano che l'energia solare presto possa consentire anche di avere una televisione o sentire la radio. Oltre che al grosso vantaggio ambientale di diminuire l'utilizzo di legna da ardere in un Paese arido, il programma sta aiutando molto le donne e le ragazze che hanno più tempo a disposizione, ma anche più soldi, visto che riescono a cucinare nei forni economici un pasto per 4 persone con solo un chilogrammo di legna.
Intanto anche nei villaggi di Dikgatlhong, Lentsweletau e Medie sono stati aperti degli energy kiosk e sono già stati installati dei sistemi solari domestici. Ora, grazie a questi esempio di buon funzionamento, lo sviluppo del progetto dovrebbe subite una forte accelerazione.
L'Unep spiega che «Quando questi villaggi pilota avranno pienamente adottato l'energia solare, il programma verrà esteso ad altre comunità rurali del Botswana, per ridurre ancora le emissioni di carbonio e l'impatto dei tagli forestali sull'ambiente, a offrendo allo stesso tempo agli abitanti dei villaggi un'alternativa economica vantaggiosa».
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