domenica, luglio 11, 2010
I Mondiali di calcio in Sudafrica, che si chiuderanno stasera con la finale tra Spagna e Olanda, lasciano in eredità non solo l’entusiasmo e il grande interesse che hanno accompagnato le varie fasi del torneo, ma anche le speranze di un intero Paese e di tutto il Continente

E’ quanto sottolinea al microfono di Luca Collodi l’arcivescovo di Durban, cardinale Wilfrid Fox Napier:
R. – La prima cosa che penso lascerà la Coppa del Mondo al Sudafrica è quella di far sentire finalmente a questo Paese di essere parte della comunità mondiale. Il calcio è lo sport principale per la maggior parte dei sudafricani, in particolare dei neri. E per loro, avere la Coppa del Mondo nel loro Paese ha significato sentirsi accomunati in questo essere riconosciuti dalla comunità internazionale. Ora, la cosa più importante che dovrà succedere sarà quella di credere in noi stessi per vedere che possiamo fare cose rilevanti senza aspettare che siano gli altri a farle per noi. Per esempio, il Sudafrica deve dimostrare di sapersi organizzare anche in altri campi e settori fondamentali come l’istruzione, la sanità e così via. Tocca adesso ai nostri politici avere la volontà di compiere con la stessa determinazione quello che hanno fatto per la Coppa del Mondo, di farlo per la loro gente, nel momento in cui i riflettori del mondo non sono su di noi.

D. – Il nuovo Sudafrica è un sogno o resta ancora un miraggio?

R. – No, no, è un ideale. E’ un’idea e penso sia ancora un sogno, ma è un sogno che è stato realizzato in piccola parte. Per esempio, se guardo indietro a 50, 60 anni fa, faceva ancora meraviglia vedere un nero e un bianco camminare insieme. Oggi bambini e genitori, bianchi e neri, si mescolano come se si conoscessero da tutta la vita. Per me questo è parte del sogno che diventa realtà. C’è ancora tanta strada da fare, ma grazie a Dio abbiamo segni evidenti che possiamo farcela.

D. – Il campionato del mondo di calcio, secondo lei, ha avuto un effetto positivo anche sul resto del continente africano?

R. – Assolutamente, sono certo di questo. Appena due anni fa in Sudafrica abbiamo avuto un’esperienza molto negativa di attacchi xenofobi contro altri africani, profughi che cercavano una vita migliore da noi e sono stati attaccati da loro fratelli, altri africani. La Coppa del mondo ha invece portato un senso di solidarietà tra i vari Paesi africani, che hanno vissuto i mondiali non come un evento per solo il Sudafrica ma per tutta l’Africa. Questo, credo, ha fatto tanto per l’unità dell’Africa, molto più di quanto avrebbero potuto fare tante parole da parte dei politici.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa