martedì, luglio 13, 2010
Si conclude oggi la spedizione "Arctic Under Pressure". In due mesi di navigazione tra i ghiacci artici, a bordo della nostra nave Esperanza, abbiamo documentato con immagini uniche un ambiente polare ancora selvaggio e incontaminato ma oggi, purtroppo, a rischio!

GreenPeace - Durante la spedizione, infatti, abbiamo indagato sui problemi che minacciano il fragile ecosistema dell'Oceano Artico. L'incredibile vita marina dei fondali a nord delle Isole Svalbard, ricchi di coralli molli, anemoni di mare e tunicati, potrebbe essere distrutta dall'espandersi della pesca a strascico. Allo stesso tempo gli scienziati dell'istituto di ricerca tedesco IFM-GEOMAR a bordo hanno studiato con ricerche all'avanguardia gli effetti dell'acidificazione delle acque, a causa dell'assorbimento di CO2 da parte degli oceani.

Da un lato, infatti, il cambiamento climatico è causa dello scioglimento dei ghiacci e dell'acidificazione delle acque, dall'altro l'Oceano Artico è minacciato in misura sempre maggiore dalle attività industriali, tra cui la pesca e le esplorazioni per idrocarburi liquidi e gassosi, che stanno mettendo a rischio gli incredibili habitat polari, ancor prima che possano essere studiati.

L'esperimento degli scienziati a bordo, unico nel suo genere è stato un successo. Nel territorio di Kongsfjord è stato simulato un aumento di C02 (dai 390 ppm di oggi ai 1250 ppm attesi per la metà del prossimo secolo) all'interno di nove contenitori – mesocosmi – isolando una colonna d'acqua alta 17 metri, con c.a. 40 metri cubi di volume.

Grazie a questo esperimento, non solo è stata raccolta una mole impressionante di nuovi dati rispetto agli impatti dell'acidificazione sulle acque artiche, ma ora sappiamo anche che ha un preciso impatto sulla base della catena alimentare, con possibili implicazioni per l'intero ecosistema.

Il collasso di specie ittiche, quali il merluzzo dell'Oceano Atlantico o la devastazione causata dal disastro del Golfo del Messico devono insegnarci qualcosa. Dobbiamo imparare dal passato e proteggere l'Oceano Artico, dalla doppia minaccia del cambiamento climatico e dello sfruttamento delle risorse.

Servono controlli più severi da parte dei Governi e - al più presto! – una moratoria internazionale sulle attività industriali nell'area. L'Artico non può più aspettare!


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