mercoledì, ottobre 13, 2010
“Il più grande, il più mortale, il peggiore di sempre. Abbiamo letto queste parole troppo spesso nelle testate giornalistiche di quest’anno. Le abbiamo usate per parlare di terremoti, inondazioni e incendi, ma anche per parlare di perdite di vite e di redditi. Probabilmente ascolteremo questi termini ancora per alcuni anni, visto che il cambiamento e i disastri climatici si stanno moltiplicando”.

Agenzia Misna - Lo afferma il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nel suo messaggio per la Giornata mondiale per la prevenzione delle catastrofi, che ci celebra oggi. “A rendere più complessa la situazione c’è il fatto che la società umana sta cambiando. Ci stiamo urbanizzando. Se i terremoti, le inondazioni e le tempeste erano letali già in passato, lo sono ancora di più in un mondo sempre più urbanizzato” prosegue Ban. Il segretario del Palazzo di Vetro ricorda che molte città del panorama mondiale sono situate lungo le coste e sono vulnerabili a tempeste, inondazioni ed innalzamenti del livello del mare. In Asia, oltre un miliardo di persone vive a meno di 100 chilometri dal mare, in America Latina e Caraibi, due terzi della popolazione totale risiedono entro i 200 chilometri dalla costa: a questi si aggiungono le popolazioni che abitano nelle pianure, soggette a inondazioni, o su faglie a rischio terremoti, altre ancora in aree disboscate. “Il rischio di essere vittime di disastri si accumula silenziosamente. I disastri naturali costituiscono una minaccia per tutti, ma i più poveri sono certamente i più vulnerabili” evidenzi ancora Ban Ki-moon. Sul fronte delle iniziative per promuovere le calamità sono stati comunque registrati alcuni progressi: su questa strada, nel Maggio scorso in sede Onu è stata lanciata la campagna mondiale “Rendere le città più resistenti” che ha impegnato 100 città (con un totale di circa 110 milioni di abitanti) ad adottare le “10 regole fondamentali” per la prevenzione, tra cui risorse economiche a favore di tutti – ricchi e poveri – investimenti nella diagnosi dei rischi, nella protezione dell’ecosistema e nello sviluppo di sistemi di allerta precoce. Tra i casi di ‘buone pratiche’ presi a modello figurano la provincia di Albay nelle Filippine, la prefettura di Hyogo in Giappone, ma anche Bangkok, Bonn, Città del Messico e Mumbai. “La riduzione del rischio di disastri riguarda tutti noi ed ha bisogno della partecipazione e dell’investimento da parte della società civile, dei network professionali, così come di comuni e dei governi nazionali. Nella Giornata Mondiale della Riduzione dei Disastri, voglio lodare le città che lavorano per migliorare la propria resistenza nei confronti dei rischi climatici, ambientali e sociali. A tutti gli altri chiedo – conclude il segretario generale dell’Onu - è pronta la vostra città a far fronte a questi rischi?


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa